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Blue Monday: 10 film per peggiorare la situazione

Potrebbe non essere il giorno più triste dell’anno (d’altronde l’equazione per calcolare questa data non ha nessun valore scientifico), e allora ecco alcuni titoli per farlo diventare tale

Foto: Universal Pictures

“Blue Monday” è il nome dato a quel lunedì di gennaio (tendenzialmente il terzo del mese) in cui teoricamente dovremmo essere tutti più tristi, all’apice dello sconforto, perché – nell’ordine – le vacanze di Natale stanno diventando un lontano ricordo; le vacanze di Pasqua sono ancora troppo lontane; non esistono più le mezze stagioni e quando c’è freddo è troppo freddo; i propositi per il nuovo anno, già dopo venti giorni, stanno andando a farsi benedire.

Questi fattori sono stati addirittura organizzati all’interno di una formula matematica, che tale Cliff Arnall, nel 2005, pubblicò cercando di individuare “scientificamente” il giorno più triste dell’anno – ma la formula, come hanno fatto notare molti accademici, anche dalle pagine del Guardian, «non ha nemmeno senso matematico per sé» dato che utilizza in un’unica equazione unità di misura tutte diverse e altamente impraticabili (come si quantifica il “livello motivazionale”?). Stando alle “condizioni meteorologiche”, peraltro, la formula si applica solo all’emisfero settentrionale.

D’altronde, questa caccia alla data più deprimente dell’anno è l’iniziativa di una compagnia di viaggi britannica – la Sky Travel – più per ragioni commerciali che di salute mentale: infatti è stata subito utilizzata nelle inserzioni pubblicitarie, ha attecchito immediatamente sui social media ed è stata presto definita «una forma di pseudoscienza» – al pari dell’astrologia, dell’agopuntura, dell’osteopatia e del feng shui.

Se però l’equazione è impossibile (vedere per credere), è vero anche che non ce la stiamo passando proprio benissimo: quello appena trascorso è stato l’anno più caldo di sempre (e il prossimo potrebbe andare peggio), gli stipendi sono fermi a trent’anni fa e la dispersione scolastica riguarda un ragazzo su cinque. Un dato positivo però c’è, e arriva dal cinema: dove gli incassi hanno registrato il 61,6% in più rispetto al 2022 – quasi 500 milioni di euro – in parte grazie al fenomeno Barbenheimer, ma soprattutto, da noi, grazie a C’è ancora domani di Paola Cortellesi.

Celebriamo allora questo anniversario farlocco con i dieci titoli che seguono – disponibili su tutte le piattaforme – che per certi versi potrebbero essere consolatori, dato che ai loro protagonisti le cose vanno peggio che a noi. Per i più deboli di cuore, però, l’esito potrebbe essere letale.

Umberto D.
Vittorio De Sica1952

Un povero anziano cerca disperatamente di mantenere la sua camera in affitto a Roma, mentre la padrona di casa minaccia lo sfratto: i suoi unici affetti (la domestica e il cane) invece di aiutarlo gli sono d’intralcio. Si chiama Umberto Domenico Ferrari e lo interpreta il non-professionista Carlo Battisti, come non è professionista tutto il cast in questo decimo film neorealista di Vittorio De Sica (il suo preferito, secondo alcuni). Fu detestato nell’Italia della ricostruzione (Giulio Andreotti pubblicò una lettera aperta contro il regista) per come dipingeva gli italiani, ma all’estero lo adorarono: piacque, nel tempo, a Ingmar Bergman, Martin Scorsese e al “critico dei critici” Roger Ebert. Nel 2005 è stato inserito dal MiBACT nella lista dei “100 film italiani da salvare”. Su Infinity.

Il sapore della ciliegia
Abbas Kiarostami1997

Un uomo di mezza età vaga in auto per la periferia di Teheran alla ricerca di un volontario che lo seppellisca dopo che si sarà suicidato. Ha già scavato una fossa, all’ombra di un albero in campagna, ed è disposto a offrire in cambio molto denaro. Gli afghani, i curdi, i turchi, tutti sono scettici. Originariamente previsto per la 53esima Mostra di Venezia, il film fu mandato a Cannes l’anno successivo per un veto del governo iraniano, che persistette fino al 1999; nel mentre, la pellicola vinse la Palma d’oro (ex-aequo con L’anguilla di Shōhei Imamura) e fu la prima volta per l’Iran. Scrive, produce, monta e dirige Abbas Kiarostami, che si affida a lunghi piani sequenza, nessuna colonna sonora e dialoghi in cui non si vede il controcampo. Su MUBI.

I segreti di Brokeback Mountain
Ang Lee2005

I cowboy Ennis Del Mar (Heath Ledger) e Jack Twist (Jake Gyllenhaal) si incontrano nel Wyoming del 1963 per sorvegliare un gregge di pecore per tutta l’estate. Una sera bevono troppo e finiscono nella stessa tenda. La relazione (sessuale) diventa sentimentale, e si interrompe quando ognuno torna a casa: Ennis sposa Michelle Williams, Jack Anne Hathaway. Si rivedranno, ciclicamente, fino al 1983. Fedelissimo adattamento del racconto Gente del Wyoming di Annie Proulx, che valse il primo di due Leoni d’oro ad Ang Lee. Il regista taiwanese avrebbe vinto anche l’Oscar, ma non quello per il miglior film: la sua sconfitta contro Crash – Contatto fisico di Paul Haggis e la successiva censura sono ancora oggi oggetto di polemiche. Su Paramount+.

Blue Valentine
Derek Cianfrance2010

Primo “vero” film di Derek Cianfrance, scritto e proposto a Michelle Williams (ancora lei) già nel 2002, quando aveva 21 anni e si preparava a lasciare Dawson’s Creek. Non c’erano soldi per girarlo, e Ryan Gosling subentrò (quattro anni dopo) come produttore. Le riprese iniziarono solo nel 2009, poco dopo la morte di Heath Ledger, e i soldi ancora non c’erano, tant’è che Cianfrance pagò di tasca propria. Williams e Gosling si conobbero sul set, improvvisarono alcune sequenze e lui poi compose le canzoni del film. Interpretano una coppia dal primo all’ultimo giorno della loro relazione, con in mezzo una figlia e un cane (e sempre pochi soldi). Nomination all’Oscar per la migliore attrice protagonista. Su Prime Video.

Manchester by the Sea
Kenneth Lonergan2016

Depressione, senso di colpa, famiglie disfunzionali e disturbo da stress post-traumatico sono i temi al centro del terzo film da regista di Kenneth Lonergan, il primo che gli è valso l’Oscar come sceneggiatore e già considerato uno dei migliori titoli del XXI secolo. Casey Affleck (Oscar come miglior attore protagonista) interpreta un bidello asociale che si sposta dal Massachusetts a Manchester-by-the-Sea, quando improvvisamente muore il fratello. Scoprirà che il corpo non si può seppellire per via della terra ghiacciata, e che ha ereditato la tutela legale del nipote (un incredibile Lucas Hedges, all’epoca neanche ventenne). Il senso di paternità, però, non gli appartiene… Nel cast anche Michelle Williams (aridaje), produce Matt Damon. Su Prime Video e NOW.

Storia di un matrimonio
Noah Baumbach2019

Adam Driver (alla sua quarta collaborazione con il regista e sceneggiatore Noah Baumbach) e Scarlett Johansson sono una coppia separata che affronta un divorzio a distanza, da costa a costa, con in mezzo un bambino. Dopo aver parlato della separazione dei propri genitori nel Calamaro e la balena, l’autore newyorkese parla della propria (da Jennifer Jason Leigh) citando Kramer contro Kramer già nella locandina, e confezionando il suo film più riuscito e più celebrato (dall’American Film Institute, dal National Board of Review e dalla rivista Time). Laura Dern, che interpreta un’avvocata divorzista, ha vinto Oscar, BAFTA, Golden Globe, SAG Awards e Critics’ Choice Award come migliore attrice non protagonista. Su Netflix.

Pieces of a Woman
Kornél Mundruczó2020

Parzialmente basato sull’opera teatrale omonima di Kornél Mundruczó e della sua compagna Kata Wéber, che hanno affrontato un aborto spontaneo durante la gravidanza di lei, il film si apre con la lunga sequenza del travaglio a casa dei protagonisti, Martha e Sean. La loro ostetrica, impossibilitata a raggiungerli, manda una collega; la nausea, il dolore durante le contrazioni, il battito cardiaco della neonata costringono però la coppia a chiamare un’ambulanza… Passata in concorso dalla 77esima Mostra di Venezia, la pellicola ha vinto la Coppa Volpi per l’interpretazione di Vanessa Kirby (che sarebbe poi stata candidata all’Oscar). Accanto a lei, Shia LaBeouf e la veterana Ellen Burstyn. Su Netflix.

Se succede qualcosa, vi voglio bene
Will McCormack, Michael Govier2020

Cortometraggio animato premiato con l’Oscar nel 2021 che racconta il dolore e la separazione e l’incomunicabilità di due genitori dopo la perdita dell’unica figlia, rimasta uccisa a dodici anni in una sparatoria a scuola. È ispirato a sua volta a un altro corto, vincitore dell’Oscar pure quello, cioè l’olandese Padre e figlia del 2000, diretto dal pioniere Michaël Dudok de Wit. Non a caso è approdato su Netflix il 20 novembre, Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Pochi giorni dopo quella data, l’hashtag #IfAnythingHappensILoveYou è diventato virale su TikTok grazie ai creator e agli utenti che si filmavano prima e soprattutto dopo aver visto i 12 minuti del piccolo film. Su Netflix.

Aftersun
Charlotte Wells2022

Uno dei migliori film del 2022 (secondo il National Board of Review e la rivista Sight and Sound; ma anche per Rolling Stone Italia), è l’esordio della scozzese Charlotte Welles, che ha definito questa storia «emotivamente autobiografica». L’undicenne Sophie, originaria di Edimburgo, trascorre l’estate in Turchia con il padre trentenne, trasferitosi a Londra dopo la separazione dalla compagna. Nel resort, lui affronta una depressione ingigantita da difficoltà economiche e lavorative, lei scopre il sesso e il romanticismo grazie ad alcuni adolescenti inglesi in villeggiatura. Per il ruolo della protagonista, Frankie Corio è stata scelta fra oltre 800 candidate; lei e Paul Mescal (meritatamente candidato all’Oscar) hanno vissuto insieme prima delle riprese per rendere il loro rapporto più autentico. Su MUBI.

Vortex
Gaspar Noé2022

Nel suo primo ruolo da attore protagonista – per il quale parla fluentemente francese – Dario Argento interpreta un illustre autore sposato a una psichiatra in pensione, Françoise Lebrun. A causa dei problemi di salute di entrambi, marito e moglie si allontanano gradualmente l’uno dall’altra e perdono poi il contatto con la realtà. Dopo le altalenanti accoglienze dei suoi film precedenti, Gaspar Noé si sposta dal cinema estremo ed estremista a una variante lenta, sempre sperimentale, dell’uso di personaggi drammatici realistici, in parte ispirati alla demenza senile di sua madre, in parte all’emorragia cerebrale che lo ha quasi ucciso nel 2020. I dialoghi, comunque, sono completamente improvvisati. Su MUBI.

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