A Riccione abbiamo visto il futuro del cinema italiano (spoiler: non sembra così male) | Rolling Stone Italia
Un trailer dopo l’altro

A Riccione abbiamo visto il futuro del cinema italiano (spoiler: non sembra così male)

Gonzo-cronache da Ciné 2025, la fiera di settore che anticipa la prossima stagione nelle sale. Tra Paolo Sorrentino, Checco Zalone, gamberetti fritti e tanta speranza

A Riccione abbiamo visto il futuro del cinema italiano (spoiler: non sembra così male)

Toni Servillo in ‘La grazia’ di Paolo Sorrentino

Foto: Andrea Pirrello

«Buongiorno, cari esercenti. Vi ricordate di me? Se non vi ricordate, giratevi verso le vostre case e le vostre automobili». È sempre lui, Checco Zalone, che a Riccione, all’edizione 2025 di Ciné non si è paventato, ma ha mandato un videomessaggio per annunciare la data d’uscita del suo nuovo film, Buen camino. Per la cronaca, sarà il 25 dicembre. Perché è lui il Babbo Natale del cinema italiano.

È opportuno spiegare che cos’è Ciné, dato che si tratta di un evento per addetti ai lavori del mercato cinematografico. È una presentazione, uno showcase come direbbero quelli bravi, del prodotto che verrà portato in sala dalle distribuzioni. Già, perché i film non vanno al cinema per grazia ricevuta, c’è tutta una filiera dietro e un processo non banale, con tante persone che lavorano, sperando che i loro sforzi vengano premiati con ricchi incassi al box office, con buona pace di chi pensa che il cinema in Italia si faccia solo per rubare soldi ai contribuenti. Non è così, anche se le dimissioni del responsabile della Direzione Cinema del Ministero della Cultura, Nicola Borrelli, hanno provocato uno squilibrio nella Forza.

A Riccione a luglio, e a Sorrento in dicembre, i distributori, ovvero i vari Warner, Disney, 01 Distribution, Lucky Red, I Wonder Pictures, Vision e molti altri, presentano i loro listini per i sei mesi successivi. A chi, direte voi? Alla stampa, poca a dire il vero, e agli esercenti, ovvero i proprietari dei cinema, dai dirigenti delle grandi catene (The Space, UCI), fino a quelli dei monosala di provincia che servono dieci paesi limitrofi, avamposti culturali per cui beccare il film giusto da mettere in programmazione è fondamentale.

Naturalmente non vengono presentate le opere nella loro interezza, ma delle anticipazioni. Insomma, i trailer, oggetto promozionale fondamentale, realizzati da professionisti specializzati solo in questo. Non a caso esiste anche un premio per loro, il Trailers FilmFest, che da 23 anni assegna riconoscimenti a queste figure che lavorano dietro le quinte (quest’anno si terrà dal 19 al 21 novembre a Roma).

Nell’ombra sono anche i professionisti della comunicazione che lavorano all’uscita di un film, e l’esperienza di quelle che vengono comunemente chiamate Giornate Professionali dagli addetti al settore è illuminante. Dovrebbero essere aperte al pubblico per tutti quei fenomeni da tastiera che sparlano nei confronti dell’industria cinematografica nostrana, e per i quali sarebbe tempo perso provare a spiegare cosa voglia dire individuazione dei target e del segmento di pubblico, affiliazione con i brand per campagne third party marketing, pianificazione della campagna stampa a partire da sei mesi precedenti l’uscita, posizionamento commerciale sul territorio, che in parole povere vuol dire riuscire a ramazzare quante più sale possibili togliendole alla concorrenza nei fine settimana chiave del mercato. E questa è solo una descrizione sommaria, e con tanti buchi, di quello che fanno questi professionisti. Moltiplicatela per il numero di film che esce e otterrete buona parte del fatturato annuo del Gaviscon.

Ma prima di parlare di quella che sarà l’offerta cinematografica da qui a Natale, soffermiamoci su un quesito davvero importante: come deve essere per voi la poltrona? Ergonomica, reclinabile elettronica, doppia stile divanetto? Volete anche il vassoietto estraibile per potervi posizionare comodamente il vostro snack, o vi basta il vano bibita king size con annesso catetere, visto quanto durano i film al giorno d’oggi? Perché al Ciné c’è anche questo, così gli esercenti possono testare le loro terga in anteprima anche sull’arredamento, fermo restando che le poltrone di un cinema una volta avvitate al pavimento vedranno Via col vento e il quinto Avatar in quella sala.

E dato che abbiamo tirato fuori le avventure di Pandora, parliamo pure di cinema. Come funzionano le presentazioni dei listini? Ogni distribuzione ha uno spazio, a seconda della ricchezza dell’offerta e anche delle dimensioni dell’azienda (major, art-house, piccola art-house). A raccontare i singoli film sono gli Head of Theatrical Distribution, insomma quelli che si prendono la responsabilità di lanciare i film, decidendo in che giorno farli uscire, con quante copie, e con che budget per la campagna di lancio. I film vengono snocciolati a uno a uno, raccontando la trama, svelando il cast, spesso anche descrivendo il target di riferimento e accennando all’importanza dell’investimento proporzionale. Perché è molto importante sottolineare un punto: il vero pubblico di questo carnevale non sono i giornalisti e non siete voi spettatori. Sono gli esercenti. È a loro che bisogna vendere ogni singolo film, spacciandoli tutti per opere necessarie che li faranno ricchi. Non è così, naturalmente, ma l’oste deve dire che il vino è buono.

E scopriamolo questo nettare. In un panorama cinematografico italiano che sembra essersi trasformato in Dieci piccoli indiani, in cui vige ancora grande confusione sulle future normative per l’assegnazione dei fondi e le richieste del tax credit (nel modulo pare verrà inserita la seguente domanda: ci sono dei serial killer nella produzione? Sì/No/Non Risponde), l’unica speranza a cui ci si possa aggrappare per la salute futura dell’industria audiovisiva italiana è che la gente vada al cinema. E sulla base di quello che abbiamo visto a Riccione, forse non tutto è perduto. Fermo restando che a Natale ci saranno Avatar e Checco Zalone, quindi gli esercenti possono fare un pensierino anche allo yacht, da agosto a dicembre ci sono altri film che potranno fare soldi, anche in maniera sorprendente.

Personalmente, sono pronto a scommettere, come diceva il medico di Nanni Moretti in Caro diario, una palla – due no, ma una sì – su Io sono Rosa Ricci, il prequel di Mare fuori, sempre con Maria Esposito nei panni della giovane detenuta di cui scopriamo il passato prima del carcere. Dirige Lyda Patitucci (Come pecore in mezzo ai lupi), uscita 30 ottobre. Farà un sacco di soldi, a 01 Distribution li stanno già contando, insieme a quelli di Je so’ pazzo, il biopic su Pino Daniele con un altro “evaso” da Mare fuori: Massimiliano Caiazzo.

La buona notizia è che è proprio il prodotto italiano quello più promettente, dato che i grandi blockbuster americani hanno deciso di far passare il ciclone Avatar. Altro titolo da tenere d’occhio: La valle dei sorrisi, horror purissimo diretto da Paolo Strippoli e con protagonisti Michele Riondino e Romana Maggiora Vergano. Sarà probabilmente a Venezia, c’è chi parla addirittura di concorso. Edoardo Leo, sempre gettonatissimo, co-produce e interpreta Per te, tratto da una storia vera, ovvero quella di un bambino che deve gestire la diagnosi di Alzheimer precoce del padre. È una commedia, ci ha tenuto a ribadirlo più volte, scritta e diretta da Alessandro Aronadio, quello di Era ora, uno dei film italiani più visti di sempre su Netflix. Stavolta va al cinema, e va tenuto d’occhio, distribuisce Piper Film, la stessa che ha portato in sala Parthenope e che porterà La grazia, il nuovo film di Paolo Sorrentino, a Venezia come film d’apertura in concorso.

Riccardo Milani, regista che è praticamente un assegno in bianco, arriverà nei cinema il 24 ottobre con La vita va così, storia di un pastore sardo che per vent’anni si oppone a un grande gruppo immobiliare perché non vuole vendere la sua terra per mantenere inalterata la bellezza di un luogo magico. Ho pianto come il vitello del pastore durante il trailer del film, e pure riso tanto. Diego Abatantuono, Aldo Baglio, Geppi Cucciari e Virginia Raffaele. Com’era quella pubblicità? Ti piace vincere facile?

Un paio d’anni fa la Lucky Red ha dominato il mercato con Wenders, Miyazaki e Kaurismäki. Quest’anno ci riprova con Linklater, Jarmusch, Park Chan-wook e Joachim Trier (Sentimental Value, visto all’ultimo Cannes, sarà uno dei film più importanti dell’anno, co-distribuito con Teodora Film), anche se la cosa migliore della convention condotta da Andrea Occhipinti è stato il surreale racconto della produzione del nuovo film di Franco Maresco. Avevano litigato ferocemente, «ma gioca con il mio senso di colpa, quando ci vediamo mi dice “abbiamo la stessa età e sembro tuo padre”, e allora gli produco i film». Peccato non c’eravate, speriamo almeno che Franco finisca il film, perché quel poco che abbiamo visto è poesia pura.

Ci sarà spazio nell’autunno cinematografico per Paolo Virzì e il suo Cinque secondi, con protagonista Valerio Mastandrea (più Valeria Bruni Tedeschi e Galatéa Bellugi), ma anche per molti altri autori nostrani. Gabriele Salvatores porta sullo schermo La variante di Lüneburg, romanzo di Paolo Maurensig che negli anni Novanta fu un vero caso letterario. Tenete d’occhio Ammazzare stanca di Daniele Vicari, grande storia su un killer della ’ndrangheta che non ne può più. E poi c’è L’isola di Andrea, nuovo film di Antonio Capuano, da non perdere per definizione.

FINE PRIMO TEMPO. Facciamo passare il bibitaro, vi consiglio vivamente il nuovo trend. Niente banali patatine o popcorn. Cosa può esserci di meglio da sgranocchiare se non dei gamberetti schiacciati e fritti? Bene, spegniamo le luci e torniamo a far parlare il grande schermo.

Ci saranno molti horror, che incassano sempre bene, quindi sono un toccasana. Attenzione a Together (I Wonder Pictures), i due Warner Bros. che aprono la stagione tra fine agosto e inizio settembre, cioè Weapons e l’ultimo capitolo di The Conjuring, e il nuovo film del prolifico Oz Perkins, Keepers (Plaion). Quest’ultimo sembra fare proprio paura.

Grandi autori ne abbiamo? Uno in particolare. Stiamo sbavando per Una battaglia dopo l’altra di Paul Thomas Anderson. Quello che abbiamo visto è semplicemente meraviglioso. Il film che aspetto di più? Springsteen: Deliver Me from Nowhere. Bruce. Jeremy Allen White. Nebraska. 23 ottobre. Ce ne sarebbero altri cento di cui parlare, ma il succo del discorso è: il cinema questo autunno volerà. Alto. Come un albatross.