Rolling Stone Italia

Fa caldo, guardiamo un horror italiano di Serie B

Quando il nostro Paese sfornava una serie di film bruttissimi, oggi bellissimi. Una guida per non schiattare. Lasciamo che lo facciano loro

«Quei giorni insieme a te, io non li rivivrei», canta Ornella Vanon  sulle note del maestro Riz Ortolani, mentre sullo schermo vediamo la maciara Florinda Bolkan trucidata da tre uomini in una polverosa Accettura, Basilicata. È una scena sublime dal film Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci, del 1972.

Perché c’è stato un tempo, negli anni ’80, in cui registi italiani come Lucio Fulci, Pupi Avati, Mario Bava (strepitoso il suo Dèmoni!) e il più celebre Dario Argento venivano idolatrati – più in America che in patria – soprattutto per i loro film horror in un continuo scambio di citazioni, rivisitazioni e omaggi al limite della piaggeria. Fino ai più recenti anni duemila. Basti pensare a Sam Raimi, autore della Casa, che in un fotogramma di Spider-Man decide di proiettare sulla faccia di Tobey Maguire la tarantola che uccide Michele Mirabella nel film … e tu vivrai nel terrore! – L’aldilà, sempre di Fulci.

E se stupisce la sovrapposizione Mirabella-Maguire, non dimentichiamo che anche Maurizio Costanzo ci mise lo zampino, sceneggiando il film cult La casa dalle finestre che ridono con l’amico Pupi, ma anche film minori – che spesso regalano più una risata che uno spavento – come Zeder e Tutti defunti… tranne i morti, con effetti speciali maldestri e dialoghi al limite del ridicolo.

È proprio questo ultimo genere di film, i cosiddetti B-Movie al confine tra weirdo e trash, che vogliamo consigliarvi per una maratona del brivido perfetta per combattere un altro tipo di mostro, che poi è il nemico comune di tutte le estati: il caldo. Ecco la nostra selezione di pellicole italiane da gelare il sangue, all’epoca bruttissime, oggi bellissime. Preparate pop-corn e cedrata ma fate attenzione: guardarne quattro o cinque in una notte è ok, ma se superate le dosi consigliate Quentin Tarantino torna a Venezia a farci una retrospettiva s-i-c-u-r-o.

Antropophagus (1980) di Joe D’Amato

Joe D’Amato è il regista italiano più prolifico di sempre, conosciuto soprattutto per il suo filone erotico/pornografico. La storia è molto semplice: un gruppo di turisti approda su un’isola della Grecia dove vive un cannibale che divora qualsiasi cosa gli capiti a tiro, anche un… feto. Direttamente dalla pancia di Serena Grandi. Film marcissimo, girato quasi tutto in diurna, con finale degno di nota. Imperdibile.

Le notti del terrore (1981) di Andrea Bianchi

In una necropoli, uno scienziato viene sbudellato da una serie di zombie etruschi. Ma il personaggio principale è un altro: il piccolo Michael. Gelosissimo della madre, morboso, completamente alieno rispetto alla storia (ma a un certo punto ha un twist inaspettato!), è forse l’elemento più incisivo, in tutti i sensi. Gli zombie sono proprio fatti male, truccati uno diverso dall’altro, ma hanno comunque una dote: risultano più realistici dei dialoghi, i quali sembrano inventati sul momento. Una delizia trash.

La croce dalle sette pietre (1987) di Antonio Andolfi

Tra spacciatori e scippi, il film ha un inizio tipico del genere poliziottesco. Poi cambia improvvisamente: facce che si sciolgono, licantropi improbabili, camorristi imbranati, ma soprattutto l’assurdità di questi tre elementi fusi insieme. La regia è totalmente schizofrenica, condita da scene stile barzelletta napoletana, e a un certo punto appare perfino… Gesù! Non c’è che dire: un capolavoro da guardare e riguardare, anche solo per capirne la trama.

Paganini Horror (1989) di Luigi Cozzi

Daria Nicolodi ci porta in una storia al di là dell’incredibile. Dopo un inizio veneziano con toni spenti, veniamo catapultati in una specie di X Factor anni ’80. Per fare successo, una band decide di comprare un brano inedito di Paganini racchiuso in una valigetta il cui codice per aprirla è 666. Strano, eh? Il brano di Paganini si rivela un’ode al demonio per violino, ma lo reinterpretano in versione rock e girano il videoclip con un regista horror (!) in una delle ville del compositore. Il resto è tutto da scoprire.

Troll 2 (1990) di Claudio Fragasso

Prodotto da Joe D’Amato, è uno dei film peggio recitati di sempre. Esiste addirittura un documentario del 2009, Best Worst Movie, dedicato a questa perla nera. La storia è incasinatissima: una famiglia americana è in vacanza in un piccolo villaggio di contadini, ma poi arrivano goblin vegani, streghe assassine e soprattutto c’è una scena di sesso con popcorn che piovono da ogni dove. Negli Stati Uniti lo proiettano tutt’ora nei cineclub alla stregua di The Rocky Horror Picture Show. C’è dell’entusiasmo.

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