Mi eravate mancati. I buoni vecchi insulti in dm (ma pure fuori) in cui concorrenti eliminati subito e pubblico esigente mi danno dell’incompetente sono sempre stati i miei preferiti. I migliori sono quelli che si lamentano della lunghezza delle pagelle – tranquilli, il venerdì non interrogo – o al contrario gli enciclopedici, che elencano quelli a cui non ho dato il voto. Non capendo che queste pagelle non costituiscono la recensione omnia della puntata, ma solo ed esclusivamente ciò che mi ha colpito in positivo e in negativo. Spiegato con un sorriso, se possibile.
Utile dirlo perché in questa puntata ce n’erano di bravini che meritavano di salire uno step ma che non hanno lasciato emozioni. E i casi umani non ci hanno fatto neanche ridere. Per avvertire che queste pagelle saranno convintamente incomplete.
Il montatore di X Factor
10
Il rapper che ha il look di Piotta canta “sticazzi” alternato ai giudici che gli dicono no: tanta roba. Soprattutto su un testo che sembra di un Fabri Fibra depresso all’amatriciana. Il montatore di X Factor è un essere mitologico, a più teste e più mani, che decide vita, morte e miracoli di concorrenti e giudici. Decide anche questi voti: è il vero manipolatore di questo talent show, l’eminenza grigia, l’uomo che non devi far incazzare. Può portarti a Sanremo oppure costringerti alla sagra della susina mannara per il resto della tua vita. Ce li immaginiamo di notte, con gli autori, in pieno di delirio di onnipotenza decidere di vite e carriere urlando «Il mondo è mio!» come il Dottor Zero in Fantaman.
Nina Duschek
9
Quel sorriso, non lo diremmo mai, non è la sua dote migliore. Ci dice che suona da quando aveva 16 anni per strada e ci credi a stento (ai 7 euro della prima volta avuti dai turisti tedeschi già di più). Poi dentro Latin Lover di Gianna Nannini tira fuori tre registri, tre canzoni, senza base e con chitarra e voce su quel palco sembrano in tre. E ha tre timbri vocali che non pensavo neanche potessero (co)esistere dentro lo stesso corpo. Fenomeno vero che può fare tutto. Già mi vedo che vince X Factor e poi la contestano come Sinner. Quando ha detto con orgoglio che in Alto Adige bestemmiano in italiano, sono corso al supermercato h24 per comprare l’anello. Non prende 10 perché ha anche tre stilisti ciechi che le mettono addosso di tutto. Tranne che dei vestiti decenti.
Orazio Damata e Sofia Maceri
8,5
In mezzo a tanti ottimi esecutori senza molta anima, loro affrontano Mina e Skinny Love con cuore e pancia, non sembrano cloni preconfezionati. Lui sembra il fratello maggiore di Campagnoli, lei dovrebbe passare alla competizione senza passare dal via. Per due così, ci hanno dato una decina d’altri a cui non puoi dire nulla. Letteralmente, non ti spingono a sbilanciarti neanche con la pistola alla tempia.
Giorgio Campagnoli
8
Telly non piangere, che bel nome d’arte, non è che sia un cantante originalissimo, all’inizio sembra uno dei tanti. Ma ha due pregi: canta con tutto il cuore che ha, ma anche con maturità vocale ed emotiva (la stessa che ci racconta una vita difficile con sobrietà e che gli permette di avere un’ironia in controtempo che già ci fa innamorare) e a differenza di molti suoi colleghi presuntuosi e autolesionisti sceglie la cover migliore per sé, Sui muri degli Psicologi. Lo ameremo molto, ci strazierà il cuore, perderà a un passo dal traguardo perché i ragazzi sensibili in tv non devono starci troppo.
Giorgia
7
Che brava nel fare il vigile urbano dietro le quinte. Ha una parola buona per tutti, si diverte con chi si annoia, non si tira mai indietro, anche se deve fare la coreografia più infame della storia con uno strappato a un TSO. Ancora più sciolta del solito, mette lì due o tre battute non male. Sembra l’unica dei cinque davvero tornata dalle vacanze.
Daria e Mayu Lucisano
6
Da rivedere. Talento enorme per entrambe, per quanto sia possibile capirlo in pochi minuti. La prima, cantautrice sensibile (e l’handicap all’orecchio non si percepisce neanche un po’), la seconda giovanissima e in gran controllo. Però sembrano entrambe troppo “legate”. Non necessariamente un errore, questa è una fase della competizione in cui non conta eccellere, ma passare al turno successivo. Facendo capire che hai stoffa. Un po’ come Sakina, che però è troppo emulativo, al limite dell’imitazione pedissequa.
I giudici
5
Hanno almeno tre problemi. Il primo è ormai cronico. Le Audition li annoiano, chiunque essi siano, e si vede. Il corpo centrale dei bravi(ni) «risentiamoli, che bella storia che hai, sei troppo simpatico, per ora è no» ti stupisce per qualche secondo e poi lo dimentichi. Ma intanto inzepperanno le prossime puntate registrate. Sono troppe tre puntate di audizioni, è troppo per noi e per loro vedere tante, troppe copie di mille riassunti, scappati di casa, diversivi comici. In più Gabbani è il secchione bullizzato dai tre che stanno insieme dall’asilo nido e ora sono in terza media. Quando litigano ti aspetti che qualcuno porti via il pallone e lo buchi. E attenzione: Iezzi e Gabbani stanno diventando Sandra e Raimondo, con Jake che fa la governante.
Diego Colombo
4
Riceve quattro sì entusiasti e tu pensi di essere ubriaco. Il che può essere: lunedì sono stato travolto da un camion, ne sono uscito illeso (e capobranco), ma i dolori li curo con ghiaccio sulla gamba offesa e Porto in grandi quantità. Però il suo Jannacci – intendiamoci, per me doveva prendere il Nobel, Enzo, sia per la medicina che per la letteratura – è una furbata fatta anche malino. E quando Gabbani gli dice che è Jannacci che incontra Rino Gaetano che poi si trasforma nei Clash ho sentito qualcosa morirmi dentro. Devo ancora capire se era il buon senso o la voglia di punirlo con violenza inusitata. O il Porto.
Riccardo Pigheddu
3
Simpatico eh, con quel sorriso che sembra quello del lupo che sbrana la nonna ma sotto acidi e di quelli buoni. Figlio dei fiori un po’ dark, ha un ottimo parrucchiere. Ha anche una voce interessante (come le streghe bellissime e totalmente folli del gruppo Erisu, abiteranno i miei sogni erotico-fantasy ma la loro Witches of Chaos servirà al massimo a rievocare spiriti annoiati), ma non sa cosa voglia dire fare il cantante. E Ivan Graziani non meritava di veder maltrattata così la sua Monna Lisa. Però voglio il suo poster per ricordarmi come potevo diventare se al liceo non avessi smesso con le sostanze psicotrope.
Il pubblico
2
Ogni anno peggiora. Anche le battute ai giudici – «ho le lasagne!» rimarrà nella storia – non sono più quelle di una volta. Per non farti applaudire da concorrente devi ruttare al microfono. E c’è il sospetto che lo scambierebbero comunque per un assolo. La grande domanda è: come li selezionano gli spettatori dell’Allianz Cloud? Tra gli ex spettatori di Sarabanda? Sono quelli scartati come concorrenti di Temptation Island? Sono registrati come le risate delle sit com? Altro che Senato, questi non sono neanche all’altezza di una chat di genitori.
Luca Parisi
1
Ok, qualcuno faccia subito una playlist su Spotify e la chiami Sesso e volentieri. Pippetta e a nanna e ora Sesso animale. Raramente si è visto e sentito qualcosa di così inconsapevolmente brutto. E non parliamo dei baffi blu, che sono comunque la cosa migliore della performance. È stata dura decidere la votazione del nostro eroe, alla fine abbiamo deciso per la media matematica tra l’1 che meritava il testo della canzone, l’1 per la coreografia e l’1 per l’esecuzione. Sceglierlo per le audition è voice shaming.
Felix Zwayer
0
L’arbitro di Manchester City-Napoli. Pessima performance: sempre fuori posizione, stonato, rovina la serata a tutti. Così imparo a vedere la replica di X Factor per godermi la partita. Alla fine del match ero tentato di apostrofare i tedeschi come fa Rocco Papaleo, che lì interpretava un telecronista, in Confusi e felici.












