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X Factor 2025, le pagelle della finale: ha vinto Rob e va bene, va bene così

Hanno vinto anche Giorgia (di nuovo) e il pubblico di Napoli. Non i giudici, rigidi come il regolamento che non ha lasciato spazio a colpi di scena

Foto: Carmine Conte

Si chiude una strana edizione di X Factor. Sicuramente non la migliore, ma neanche la peggiore come sembrava inizialmente. Merito, come raramente capita, di un parco concorrenti che soprattutto quando si è dimezzato si è confermato senza campionissimi, ma di un livello alto (soprattutto tra le soliste, di cui è stata premiata l’originalità). C’è sicuramente da rivedere il tavolo dei giudici, almeno nel costruire dinamiche meno rigide e compassate. C’è da rivedere un regolamento che non dà spazio a colpi di tacco – quanto erano belli i duetti con i giudici nelle fasi finali, PierC nella sua Shallow sembrava disperatamente solo – e che alla lunga non accende la competizione. Ma va detto che la seconda parte della stagione ha dato segnali di vita. O forse era solo la felicità del fatto che fra poco inizia Masterchef, chissà.

Rob

VOTO
10

Foto: Carmine Conte

Tanta roba. Anzi, tanta rob (Gabbà, facciamo pessime battute io e te, se poi ce le rubiamo pure…). Ha vinto X Factor 2025 come Michael Johnson vinceva i 200 metri piani. Quasi in surplace, dando l’idea di non avere mai un passaggio a vuoto, di riuscire con una naturalezza quasi inquietante a non rompere mai la voce come l’atleta non rompeva mai la sua corsa. Resiste pure all’improbabile armatura che le mettono addosso nella finale, che avrebbe impedito i movimenti a chiunque, è chiaro che hanno provato a darle un handicap perché era troppo forte. Con una come lei, il colpo di grazia per gli altri è stato il medley: Oxa, Evanescence, Ruggiero avrebbero schienato chiunque. Lei di fronte a migliaia di persone canta i loro pezzi più iconici con la facilità con cui mia moglie intona perfettamente le filastrocche francesi per i miei figli, mentre io stono così tanto da devastare il servizio buono.

Giorgia

VOTO
9

In una delle edizioni che ha carburato più tardi, lei è la conferma e allo stesso tempo la sorpresa: non si siede sulla benevolenza del pubblico che la adora, ma continua a migliorare. Come d’altronde ha sempre fatto da cantante. Di fronte, peraltro, a giudici che quest’anno hanno scelto un profilo basso e poco litigioso (lo scontro Gabbani-Lauro in semifinale è stato più funzionale che altro), ha tenuto le redini della trasmissione con lucidità, sorriso e autorevolezza. A volte ha pure suggerito, con garbo, di non fare errori a chi stava per dare il suo giudizio, soprattutto alle Audition. Ormai tiene il palco come poche, ricorda la miglior Mina televisiva e se ci fosse ancora il grande varietà generalista avremmo di che divertirci. E poi, in questa finale, come le stava bene la pelliccia nera che l’ha salvata dall’assideramento?

Delia

VOTO
8

Foto: Carmine Conte

Senza Rob, avrebbe avuto anche qualche chance di vincere nonostante la vera underdog fosse proprio lei, più ancora di Rob che alla fine della fiera ha saputo essere più pop che punk (senza mai corrompersi, sia chiaro). Ha saputo reggere il palco in finale pur se vestita come una figurazione femminile de Il Padrino, ha saputo tenere una coerenza artistica, narrativa, anche di presenza scenica su cui non avremmo scommesso. E non perché non abbiamo fiducia nel suo talento, ma perché in un contesto come X Factor è troppo facile diventare altro. Jake – che è un giudice decisamente migliore di quello che vuole apparire – ha saputo proteggerla e sostenerla, lei è arrivata in finale proprio perché il suo progetto era raccontare qualcosa, non vincere. E ci è riuscita, ora quella grammatica musicale esiste fuori dalla nicchia anche grazie a lei. Bisogna vedere ora quanto riuscirà a farlo sul mercato.

Il pubblico di Napoli

VOTO
7

Se uno pensa all’improbabile pubblico dell’X Factor Arena, quello di Piazza del Plebiscito emerge come titanico. Tiene il ritmo di una finale che ha un impianto (regolamentare e come show, tre manche sono troppe, soprattutto strutturate senza guizzi come queste) “pesante”, se la gode, applaude persino Laura Pausini che per l’occasione si regala una coreografia fatta di ballerini vestiti da Freddie Mercury (per una canzone scritta da Biagio Antonacci, il mondo non smette mai di stupirci), dopo che ormai cinque anni fa qui le era stata giurata per una frase infelice su Diego Armando Maradona. Anche sui cartelli, non c’è partita: il migliore? “Lauro, comprami, io sono in vendita”.

EroCaddeo

VOTO
6

Foto: Carmine Conte

Alla finale, in particolare nel momento del Best Of, capisco che sono stato troppo severo con Caddeo. Non tanto perché non voglia ribadire le critiche precedenti, ma perché sentendo in fila i classici più o meno moderni di quel medley che è costretto a cantare ti rendi conto che parte della sua sconfitta si deve alle assegnazioni di Lauro. Quest’ultimo ossessionato dai giovani vecchi – Jake avrebbe dovuto lasciargli Tomasi – lo ha incastrato dietro performance che non erano adatte a lui, che lui non riesce a raggiungere per carisma, intensità, potenza. Come dimostra il suo inedito (a memoria, quello più ascoltato finora dei concorrenti) lui è più adatto a un pop leggero, a momenti evanescente, con picchi da potrei ma non voglio, lasciando intendere margini di miglioramento che non è necessario siano reali. Un it pop mascherato da belcanto, con pure un testo interessante. Punto è ben lontano da ciò che ha cantato in questi live. E poi avremmo voluto vederlo più in canotta, meno costretto in quei completi a metà tra il gangster d’altri tempi e il boss delle cerimonie. Bella e sincera la reazione alla sconfitta, bravo.

PierC

VOTO
5

Foto: Carmine Conte

Se la gioca bene, come gli altri soprattutto nel medley. Prova a mostrare la “mercanzia”, ovvero tutti i suoi talenti. Ma ha due problemi: è ancora troppo acerbo e in un live vero, all’aperto, sente il peso di una capacità ancora scarsa di “occupare” il palco. E a differenza degli altri, non dà il meglio in finale, forse per emozione. Ma seppur discontinuo ha fatto un X Factor interessante. C’è da giurare che lui ed EroCaddeo si reincontreranno a Sanremo 2027.

I giudici

VOTO
4

Foto: Virginia Bettoja

Che dire. Praticamente nulli nelle prime puntate, quasi anestetizzati, ossessionati dal pompare l’edizione “migliore di sempre”, quasi che l’essere rimasti orfani del giudice più carismatico li costringesse a un corso accelerato di training autogeno. Per settimane ci siamo consolati solo con le freddure di Gabbani, gli outfiit di Jake La Furia (deve aver perso una scommessa bella grossa con il reparto costumi, hanno davvero essagerato, però ieri il gangsta chic era clamoroso), Paola Iezzi cosplayer (come è sopravvissuta al gelo di ieri con quella mise striminzita?) e Achille Lauro… boh, c’era? Vabbè, quando uno è così figo, poi può pure regalarsi alla tv versione cartonato, su. Si sono ripresi nelle puntate finali, quando si sono “liberati” di alcune (non poche) scelte sbagliate nella composizione delle squadre e hanno funzionato di più. Però, di sicuro, in quel tavolo qualcosa va rivisito. Di sicuro nelle dinamiche – non litigare non vuol dire essere soporiferi e Lauro ecumenico e pontificale è letale – e forse pure nella composizione. Detto questo, bravissima invece Paola Iezzi nella gestione di Rob. Molto della vittoria dipende da assegnazioni chirurgiche e la lungimiranza con cui l’ha capita e poi scelta.

Jason Derulo

VOTO
3

Personaggio improbabile. Però ottiene il picco di ricerche su Google durante la sue esibizione. Scommetteremmo che la domanda al motore di ricerca fosse: ma chi diavolo è Jason Derulo? Ora i tanti fan di Jason mi insulteranno pesantemente e amaramente, perché Jason è il Frank Sinatra degli anni 2020 e spicci di sicuro. Ma a naso scommetto che neanche loro saprebbero cantare una delle sue canzoni. Un po’ come Pio & Amedeo: ricordate anche solo una loro battuta? Eppure sono campioni di incassi al cinema. A dirla tutta: ricordate chi è Pio e chi Amedeo? Esattamente come il bel Jason, che sembra uguale almeno ad altri quattro solisti già passati da queste parti.

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