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X Factor 2023, le pagelle del terzo Live: non fiori, ma opere di meme

Nella puntata dedicata alla “musica ribelle” Francesca Michielin regala alla nazione un altro meme. Esce Gaetano De Caro, gli Astromare hanno un santo in paradiso (o tanti parenti che votano). Morgan mette i suoi di fronte a un bivio: crescere o morire. Perché pochi vivono per sempre, come Ivan Graziani

Foto: Virginia Bettoja

“Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza”. Il terzo Live di X Factor è ben rappresentato dal più famoso dei Canti carnascialeschi ideati da Lorenzo il Magnifico, perché a questo punto del programma l’età inizia a fare la differenza e a guardare al futuro sono quelli con gli strumenti per sopravvivere o il talento per sfondare.

La serata delle cover, dedicata alla “musica ribelle”, ci ha riservato poche sorprese ma diverse certezze: Maria è l’unica ribelle, gli Astromare hanno un santo in Paradiso (o tanti parenti che votano), la timidezza su un palco o la sai gestire o ti brucia, come con Gaetano, gli Stunt Pilots sono un’ottima band, ma se non svoltano alla prossima vanno a casa, e il fantasma di Anna Castiglia continua ad aleggiare in studio.

I giudici? Hanno espresso appieno le loro caratteristiche: Morgan taumaturgico con i Genesis porta in un programma commerciale certa musica; Ambra fa comprendere ai ragazzi che la tecnica non basta nello show business; Fedez costruisce progetti discografici per il presente; Dargen prova a far sopravvivere l’indie in un concorso tv. Ah, e Francesca Michielin chiede a Colapesce e Dimartino: «Com’è stato lavorare con Ivan Graziani?».

Settembre

VOTO
5,5

Foto: Virginia Bettoja

Si parte con Girls Just Want to Have Fun di Robert Hazard, portata al successo esattamente 40 anni fa da Cyndi Lauper, solo che la poppissima versione diventata un evergreen viene mutata in una cerbero a tre teste: spiritual, dance e rap. La prima parte è un po’ spiazzante per chi conosce il brano (cioè tutti), la seconda è più credibile e scanzonata, mentre l’ultima è piuttosto debole con il testo in italiano che appare posticcio. I cori di Maria Tomba, realizzati con amore – in tutti i sensi – aggiungono un po’ di pepe, anche se nel complesso, posto che Settembre sa fare tutto e lo sa fare bene, il meglio non sembra ancora arrivato. Uscirà prima o poi a X Factor? Il tempo e il talento sono dalla sua parte, le assegnazioni per ora no.

Matteo Alieno

VOTO
7

Si confronta con un pezzo spartiacque degli anni ’90 e della stessa carriera degli Afterhours e sembra viverlo sulla propria pelle come status, umano e professionale. Non è per sempre è una canzone di reazione verso le apparenti sconfitte personali e Matteo la interpreta con classe, aggiungendo una ventata di freschezza. Canta con meno nevrosi di Manuel Agnelli e una personale disillusione e funziona.

Astromare

VOTO
7

Foto: Virginia Bettoja

Morgan, con questa assegnazione, o li voleva far crescere o ucciderli nella culla. Anyway dei Genesis per due 17-18enni che finora avevano portato soltanto rock and roll ballerino è una roulette russa con cinque proiettili su sei nel tamburo del revolver. Si immergono in questo universo sconosciuto e inquietante e, nonostante le incertezze, fuoriescono dagli abissi senza ammaccature. Sembrano più al saggio di fine anno che a un talent televisivo, ma riescono a schivare il ballottaggio. Un miracolo del loro giudice, del loro impegno e della buona musica.

Maria Tomba

VOTO
8

Come direbbe Freak Antoni «sarò breve e circonciso»: se c’è qualcuno di cui comprerei già oggi il biglietto di un prossimo concerto è il suo. Con Sono un ribelle, mamma degli Skiantos dimostra di essere l’unica ribelle e senza esserne consapevole, come sono quelli veri. Quando percuote Fedez con un cuscino non finge e rende tutto credibile. La performance vocale è di alto livello, al solito, senza sforzo. Se è vero, come sosteneva Freak, che «non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti», c’è gusto però a essere Maria Tomba.

Stunt Pilots

VOTO
5,5

Hanno una grande coesione con un bassista virtuoso, un batterista granitico e un frontman dal timbro riconoscibile e che suona la chitarra con disinvoltura, per cui non si capisce il senso di trappizzare Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli. A uso e consumo dello show? Può essere. L’intro con l’Auto-Tune è da buttare, il resto da conservare gelosamente. Sono ottimi musicisti, ma per ora anche Morgan glielo sbatte in faccia: «Da turnisti». Qui si cerchino headliner, infatti vanno al ballottaggio, si salvano, ma ogni puntata saranno nel mirino.

Angelica

VOTO
9

Foto: Virginia Bettoja

La guerra non l’ha vissuta, premette all’assegnazione, ma un bel conflitto interiore sì ed è evidente. Così con Generale di Francesco De Gregori non ci fa tornare ai classici scontri tra eserciti, quanto alle tragedie universali che ognuno, per qualunque motivo, può avere la sfortuna di patire. Fedez ha il “brividino”, Morgan esagera a considerarla «la migliore versione mai sentita», a me è tornato alla mente cosa mi disse Clara Moroni: «Quando ho sentito la sua versione di Generale ho pensato che De Gregori aveva descritto il generale, Vasco Rossi era il generale». Angelica non descrive l’uno né si immedesima nell’altro, ma soffre senza veli, con una voce struggente e intonatissima e sfonda la quarta parete.

Gaetano De Caro

VOTO
5

Per un insicuro come Gaetano dev’essere stata la prova più difficile della vita, almeno su un palco: liberarsi dal giudizio altrui e cominciare a sculettare. Sembra facile, ma la timidezza non si sconfigge, si impara a controllarla. Un bel passo lo ha compiuto con Born This Way di Lady Gaga dove finalmente si è lasciato (un pochino) andare. Avrebbe dovuto tirare fuori anche le emozioni, il pezzo però non era adatto e lui non appare nelle condizioni di fare anche quel salto. La voce c’è, il talento pure e lo ribadisce al ballottaggio con Pensiero stupendo. Esce con onore. È un inizio e non una fine.

SickTeens

VOTO
7

Scoprono che il loro giudice può farli crescere e ci si affidano con convinzione (era ora). Questo permette loro di mostrarci nuove skills, tutte buone per una carriera musicale futura. Il cantante ha persino fatto emergere un po’ di maledettismo, finora era stato oscurato dal fascino da teen idol (e gli amplierà il pubblico femminile). Con Rebel Rebel di David Bowie ci fanno saltare sul divano e raggiungono l’obiettivo. Non volevano conoscere nulla che fosse antecedente al 2010 pensando di risultare moderni, mentre erano soltanto immaturi. La mutazione è cominciata e più si sentiranno nani sulle spalle di giganti e più andranno lontano.

Sarafine

VOTO
10

Foto: Virginia Bettoja

Senza il salvagente della loop station e con una versione «smattata» (cit. Fedez) di Get Up Stand Up di Bob Marley & The Wailers – per niente semplice da smontare e rimontare con originalità – invece di soffrire si esalta e tira fuori un’altra prestazione encomiabile. Probabilmente la miglior versione di questo pezzo mai prodotta in Italia. Esagerato? Dimostratemi il contrario. Il terzomondismo del brano diventa globalismo di una rivoluzione che dalle piazze non potrà che passare dagli smartphone. Sarafine sembra pronta a capeggiarla e noi a seguirla.

Il Solito Dandy

VOTO
8

Più che non essere uscito vivo dagli anni ‘80 Il Solito Dandy sembra proprio voler far rivivere la stagione del Folkstudio. Il suo giudice calca la mano con Compagno di scuola di Antonello Venditti e, nonostante il rischio revival, lui riesce a uscirne ancora una volta vincente. Ha la qualità rarissima di ispirarsi al passato senza scimmiottarlo. Inoltre, in questo pezzo ritrova idealmente il Pigna, uno che lo bullizzava, che ha condiviso una sua esibizione sui social: storia nella storia che dona ancor più pathos all’esibizione. Da finale.

Selmi

VOTO
6,5

Foto: Virginia Bettoja

Più credibile con Giorgio Gaber che con i Radiohead, il che è già stupefacente. Sarà la magia del Signor G. e di Sandro Luporini, autori de La libertà? Sarà che, pur non conoscendo il brano, dice essere rimasto conquistato dai concetti che esprime? Fedez non sente la stessa consapevolezza dell’originale, e vorrei anche vedere. Eppure Selmi lo ha interiorizzato, a modo suo naturalmente: con lo spirito di un 22enne nel 2023. Non è poco. Rispetto alle precedenti esibizioni appare persino compiaciuto. Non la migliore prestazione vocale, di certo quella in cui è più in sintonia con un brano. Oggi la libertà non è star sopra un albero e ci piacerebbe sapere dov’è. Forse Selmi potrebbe farcelo sapere con una sua canzone.

Colapesce Dimartino

VOTO
6-

Foto: Virginia Bettoja

Sbarcano a X Factor con i loro cavalli di battaglia, da Splash a Musica leggerissima e poi aggiungono Sesso e architettura tratto dal loro ultimo album Lux Eterna Beach. Tutto bello, solo che parla di problemi di coppia. Perché nella puntata della “musica ribelle” non proporre Ragazzo di destra? Troppe polemiche? Se descrivi un personaggio che deve “posare il manganello” e che usa il “tirapugni d’oro” che cosa ti aspetti? Ondivaghi.

Fedez

VOTO
6,5

Con gli Skiantos ha fatto una grande assegnazione, ancor di più a Maria Tomba che l’ha valorizzata al meglio perché è una matta lucidissima. Con Sarafine ha in squadra due che arriveranno in fondo, quindi può concentrarsi a minare le certezze degli altri. Come quando paragona i SickTeens ai Finley e dà «una coltellata» a Morgan. Ormai una vecchia lenza.

Ambra

VOTO
7

Foto: Virginia Bettoja

Quando abbandona i tecnicismi e lavora con i concorrenti sugli aspetti legati allo spettacolo e alla consapevolezza di cosa vuol dire stare su un palco o di fronte a una telecamera è la maestra che tutti vorrebbero avere. Perde Gaetano ma ha fatto il possibile. Amorevole.

Dargen D’Amico

VOTO
5

Si destreggia come un ninja tra le personalità per niente semplici degli altri tre giudici grazie all’ironia e con i suoi concorrenti cerca di percorrere nuove strade, anche se a fatica. Ha un probabile finalista in squadra e altri due che d’ora in poi rischieranno ogni puntata. L’unica è ricordarsi (o farsi spiegare) come si vince a Risiko quando ti rimane solo la Kamchatka.

Morgan

VOTO
8

Foto: Virginia Bettoja

Definisce «carina e interessante» Non è per sempre degli Afterhours e sembra una frecciatina a Manuel Agnelli, dopo che Fedez l’ha etichettata come un capolavoro. Poi si concentra sui concorrenti e compie l’impossibile: affida i Genesis ai due più improbabili per farlo e questi non vanno neanche al ballottaggio. Non è finita, perché assegna Gaber e Bowie e alla fine si esalta: «In un programma commerciale possiamo sentire musica intelligente». Fa crescere i suoi ragazzi e il livello della trasmissione, visto che gli altri giudici accettano la sfida. Gli ascolti sono pure in crescita. Taumaturgico.

Francesca Michielin

VOTO
3

Di nero vestita sembra più carica del solito e infatti rischia uno scivolone clamoroso: «Com’è stato lavorare con Ivan Graziani?» chiede a Colapesce e Dimartino che hanno inserito un suo pezzo nel nuovo disco, per ricordare in seguito che è scomparso nel ’97. Per il resto conduce con sicurezza, ma un po’ di attenzione su come esprimere certi concetti non guasterebbe. Scheggia impazzita.

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