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X Factor 2023, le pagelle del quarto Live: il match Michielin-Morgan finisce 8-2

La presentatrice stoica regala un nuovo meme: la faccia mentre ascolta l’insolito dandy che le chiede di Ivan Graziani. E poi due eliminazioni controverse, Annalisa canta ‘Bellissima’, un concorrente limona Ambra, Fedez cazzia Dargen, la battutaccia sulla depressione. Serata «greve»
Morgan

Foto: Virginia Bettoja

Dal quarto Live di X Factor vi aspettavate un mega scazzo tra Morgan e Annalisa e che Francesca Michielin, dopo la svista della scorsa puntata su Ivan Graziani, cantasse in duetto con Matteo Alieno sulle note de Il chitarrista, vero? Come siete prevedibili. È andata oltre ogni più “rosea”, aspettativa con accuse al sistema, limoni tra concorrenti e giudici, eliminazioni (ingiuste e controverse) che oggi intaseranno i vostri feed sui social di gente che non riesce a capacitarsene.

Sarà stato merito dell’elettricità nell’aria, con l’ansia che si tagliava con un grissino vista la doppia manche con doppia eliminazione tra i nove concorrenti in gara. La prima dopo la “giostra”, il medley che li ha visti esibirsi con i brani migliori del loro percorso, e subito il televoto. La seconda, intitolata Car Songs su pezzi che si cantano in auto (lo sponsor produce auto, non docce). Incurante di tutto questo – o consapevole di qualcosa che non vediamo – Morgan ha tuonato: «Non avete scelto voi le coreografie, ve le hanno imposte», alludendo al fatto che alcuni concorrenti godrebbero di un trattamento di favore rispetto ad altri. Fedez si autodenuncia: «Io faccio parte del sistema». Dargen lo sfida chiedendo «rispetto per i musicisti» e ottiene una scudisciata: «Ti sei venduto al music business». Ambra, intuendo il sopraggiungere dell’armageddon, prova a mettersi in mezzo – lo è anche fisicamente al tavolo – ma riuscendo a instaurare una sorta di tregua armata solo quando la bomba è già esplosa: «Sei troppo depresso per farmi da psicologo».

Ma non è un programma di musica? Sì, però senza polemiche in tv che gusto c’è? Così il triplo salto carpiato all’indietro con doppio avvitamento di Morgan diventa anche mortale per due suoi concorrenti: Selmi esce subito e alimenta la teoria del complotto e i SickTeens vengono eliminati col voto del loro giudice che somiglia tanto al dito medio di Cattelan di fronte alla Borsa di Milano. Prossimo ospite Max Pezzali, ma con Mauro Repetto?

SickTeens

VOTO
6,5

Foto: Virginia Bettoja

Passano il primo televoto con il cavallo di battaglia Youngblood, ma poi tornano a fare i capricci. Prima le resistenze sui Beatles, adesso su Careless Memories dei Duran Duran – vorrebbero «assegnazioni di vent’anni più avanti» – senza accorgersi che il pezzo parla di loro. Alla fine lo eseguono con lo spirito di quando devi consegnare la verifica all’ultima ora di scuola e sai che sta per suonare la campanella: il frontman si svacca sul banco dei giudici, limona Ambra, rimane a torso nudo e in fondo, più per disperazione che per convinzione, l’energia che hanno impresso nell’esibizione nasconde le sbavature. Vanno al ballottaggio e Morgan gli vota contro come gesto di rottura e sono fuori, ma il frontman ha baciato Ambra e non vede l’ora di raccontarlo agli amici, quindi se la ride (ti invidio!).

Maria Tomba

VOTO
5,5

Foto: Virginia Bettoja

Penalizzata dall’assegnazione sbagliata, e anche cambiata in corsa, non ha saputo riprendersi in tempo per il Live. Fedez aveva scelto Wake Me Up When September Ends dei Green Day, solo che da un pezzo che parla del trauma per la scomparsa del padre di Billie Joe Armstrong voleva tirarne fuori una serenata di Maria per Settembre. Più che ambizioso, un po’ ad minchiam. Infatti lei non ci riesce, piange, strepita, si contorce finché Fedez non torna sui suoi passi e le affida September degli Earth, Wind & Fire che interpreta con poca convinzione e probabilmente poche prove. Serata storta, come storta è stata un po’ tutta la trasmissione.

Matteo Alieno

VOTO
4,5

Sente la pressione e non sembrava potesse sentirla uno che pareva avere la testa sulle nuvole, e Ambra stavolta non è riuscita a sostenerlo. Anzi, ne ha acuito l’ansia sbattendogli in faccia che per lui la competizione è con Il Solito Dandy, «l’altro cantautore in gara». Non solo, perché gli affida Il chitarrista di Ivan Graziani e Matteo cerca di svignarsela: «Io non sono un chitarrista…». Ma nel Live non è stata la chitarra a mancare, quanto la voce. Troppo caratteristico il timbro di Graziani, sempre in bilico con il falsetto, e in grado di giocare tra i saliscendi come un equilibrista. Tutte caratteristiche che Alieno non ha: alcune le potrà acquisire col tempo, altre o le hai o accendi un cero. Stavolta si è schiantato.

Settembre

VOTO
5

«Ogni parola è un’immagine» lo avvisa Dargen e anche lui, come Alieno, va nel panico e giustamente, perché ha di fronte una montagna da scalare. Si tratta di Spaccacuore di Samuele Bersani, un pezzo nato durante una fase creativa speciale con Lucio Dalla, non il primo autore di hit che passa. E su un brano così raffinato e complesso, ma soprattutto intenso, emergono i suoi limiti. Le immagini contenute nel testo ed evocate dalla musica non emergono, si destreggia con un timbro sempre interessante e una fisicità che riempie il palco, solo che risulta un coito interrotto. Infatti va al ballottaggio e si salva, ma per harakiri altrui.

Astromare

VOTO
3

Foto: Virginia Bettoja

Con Johnny B. Goode e Tutti Frutti svangano la prima manche e con Good Vibrations dei Beach Boys il loro giudice, dopo i Genesis, gli assegna il pezzo con cui Brian Wilson ha rivoluzionato il pop. «Si può arrivare a tutto, anche a Beethoven», sentenzia Morgan. Peccato che poi i due – giovanissimi e volenterosissimi – sfornino una delle esibizioni più deboli della storia di X Factor. Loro godono ad imparare e il loro giudice a insegnargli cose meravigliose, il che sarebbe interessante se fossimo in una scuola di musica. Ma siamo in un talent tv e risulta tutto molto fiacco. Eppure gli Astromare passano anche attraverso la tempesta scatenata dal giudice e rimangono gli unici suoi concorrenti e somigliano alla favola di Steven Bradbury alle Olimpiadi invernali di Salt Lake City: trotterellano verso il traguardo mentre gli altri scivolano intorno a loro, peccato che manchi la Gialappa’s a commentarli.

Angelica

VOTO
9

Foto: Virginia Bettoja

Quanto vi è piaciuta la «versione coatta» di I’ve Been Loving You Too Long di Otis Redding? A me parecchio. Un pezzo che in auto canti quando sei disperato per un amore finito (male), quindi due-tre volte nella vita? Se avete superato questa quota fatevi delle domande. «All’inizio falla coatta» le consiglia Ambra e infatti l’attacco è un po’ debole, ma Angelica ha il soul che le scorre sulle corde vocali e appena può tirare fuori la voce tira fuori anche l’anima del brano. Non ha simulato un orgasmo come nella versione di Tina Turner, nonostante ciò il pubblico si alza ad applaudire (e sarà l’unica a cui tributerà questo omaggio) e ha ragione. Poi scopriamo anche che aveva un problema alla voce. Clamorosa.

Stunt Pilots

VOTO
7,5

Più lì do per finiti e più questi migliorano, sarà un caso? Con Ironic di Alanis Morissette, una canzone simbolo degli anni ’90, tirano fuori dal cilindro il classico coniglio. Poco prima che salissero sul palco mi chiedevo: ma che ne sa la Gen Z dei viaggi in auto a cantare questo pezzo a squarciagola, senza cellulari e social a ipnotizzarci su uno schermo, con pochi soldi in tasca ma con un valore di acquisto pazzesco e ancora un po’ di speranza verso il futuro («studia che troverai un lavoro» era il leitmotiv di tutti i genitori)? Con il ritornello si avvicinano al tiro pazzesco che esprime l’originale, nel resto un po’ meno, però bisogna ribadirlo: sono una grande band, anche se il loro progetto musicale stento ancora a scorgerlo. Speranza nel loro futuro? Io qualcosa ho studiato, come mi avevano consigliato, e sono qui a scrivere le pagelle. Isn’t it ironic? Don’t you think?

Sarafine

VOTO
8

Ormai per lei è una passerella, infatti riascoltare la versione di L’amour est un oiseau rebelle (Habanera) di Bizet è un piacere che fa dimenticare la gara e le polemiche. Con Tutto il resto è noia di Franco Califano riesce nuovamente a spiazzare. Se è riuscita a rinunciare alla loop station, ora rinuncia a gran parte della produzione e trasforma un brano enorme, ma spesso catapultato in ambiti trash, in un inno algido e cibernetico contro ogni ipocrisia. Rispettosa dell’originale e in grado di rivoluzionarlo, più di un’ottima sarta è una grande stilista. Nell’introduzione del libro di Califano Il cuore nel sesso si legge: «Sapete perché ho scritto un libro sul sesso? Perché me l’hanno chiesto. E hanno fatto bene». Stessa cosa per Sarafine.

Il Solito Dandy

VOTO
6,5

Sembra facile essere Il Solito Dandy e invece non lo è, come per tutte le persone più che per i personaggi. Se l’altra volta il pezzo l’ha legato a episodi di bullismo subiti da piccolo, con Ci vuole un fisico bestiale di Luca Carboni scopriamo che ha avuto anche problemi di peso, con conseguente difficoltà ad accettarsi. Qui la difficoltà era non perdere l’equilibrio fra il tono scanzonato e quel filo di causticità sempre presente nei pezzi del cantautore bolognese. L’obiettivo è stato centrato, benché non sia stata la migliore performance. Non si scompone neppure quando Morgan lo bombarda di allusioni: «Lui arriverà fino alla fine perché deve farlo» e quando passa va a salutarlo con cortesia. Gran signore e anche questo ripaga.

Selmi

VOTO
6

Entra, canta una versione flash de La nostra relazione di Vasco, e viene eliminato. Clamorosamente, aggiungerei. Sarà colpa del “gomblotto” degli autori di X Factor? Ci avranno messo lo zampino i poteri forti? Salvini ha dichiarato su TikTok che Selmi è il suo preferito e queste sono le conseguenze? Chissà. Propongo l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta per capire com’è possibile che le persone non l’abbiano votato.

Annalisa

VOTO
10

Con quale pezzo ha aperto l’esibizione proprio di fronte a Morgan? Bellissima, naturalmente. E in versione piano e voce, come quando scoppiò la polemica sulla riproposizione di Alieno. È la sua risposta in musica a tanta caciara che ne è seguita. Anche perché con l’ultimo album viene da 31 dischi di platino e 13 d’oro e anche se i numeri non sono tutto, qualcosa contano. Con il medley Bellissima / Mon amour / Ragazza sola dimostra di essersi assicurata una pensione più che dignitosa, ma anche di aver trovato il suo posto nell’olimpo del pop italiano. Euforia è un altro pezzo electro di alto livello, fa ballare su un testo ambiguo, ma non ha il killer instinct di altri suoi successi. L’ha definito «un caleidoscopio di emozioni», la stessa cosa che dice chi fa recensioni quando non ha capito cosa sta recensendo. Nonostante questo otterrà comunque numeri pazzeschi, con buona pace di chi la critica: perché lei è fortissima (ma l’acuto iniziale?) e lo spirito del tempo adesso passa dalla sua voce.

Fedez

VOTO
5

Si autodenuncia «parte del sistema», risponde per le rime a Morgan: «Sono d’accordo con lui: mi sono piaciute tutte le esibizioni, tranne quelle dei suoi concorrenti». Prova a tendere la mano per calmare gli animi: «Dovete affidarvi a lui perché sa quello che fa» e prova persino a sgridare Dargen che si è perso l’ascolto di Maria Tomba, forse per deviare la tempesta che sentiva incombere minacciosa. Il segnale era nella parola «greve» che ha attribuito a ogni giudizio, finché non gli è ripiombata contro con la battutaccia di Morgan sullo psicologo. Con le concorrenti una la sbaglia e una l’azzecca (ma con Sarafine è facile). Serata greve.

Ambra

VOTO
6,5

Intuisce che sarà una puntata complicata, infatti sottolinea «il clima di amicizia» con cui si è aperta la trasmissione. Rispetto a Dargen ribatte a Morgan ma, per esperienza, è in grado di fermarsi prima del punto di rottura. Che è arrivato, ma non a causa sua che invece aveva riportato la calma (apparente). Con Matteo Alieno scopre le carte troppo presto nella rivalità con Il Solito Dandy e lo manda in affanno, mentre con Angelica pattina in discesa. Al bacio che le ha dato Alex dei SickTeens più di una generazione ha rosicato. Statuaria.

Dargen D’Amico

VOTO
4

Cerca prima di fare il paciere tra Morgan e Fedez, ma siccome non funziona sfida quello che è riconosciuto unanimemente come tripla cintura nera di polemiche ricordandogli «di avere rispetto per i musicisti» e non è stata un’idea geniale perché ne riceve in cambio un laconico: «Ti sei venduto al sistema». Da lì in poi va in confusione, si perde l’ascolto di Maria Tomba (e viene cazziato da Fedez), cerca di toppare ogni svista con una battuta ma non sempre gli riescono e alla fine l’unica nota positiva è che i suoi concorrenti non escono. Disorientato.

Morgan

VOTO
2

Per qualche ragione che conosce solo lui ha deciso che era il momento di indossare i panni del guastatore e ha creato il panico. «Non avete scelto voi le canzoni, ve le hanno imposte» tuona alla prima manche verso gli altri colleghi. Attacca il «sistema» facendo intendere dei favoritismi, tra chi ha coreografie che coinvolgono il pubblico in sala e chi no. Dargen prova maldestramente a sfidarlo e lui lo martella accusandolo di essersi venduto. Non contento, chiede a Fedez di fargli da psicologo e al suo rifiuto gela giudici, platea e telespettatori: «Sei troppo depresso per farlo». L’espressione della Michielin è già diventata un meme, suo malgrado. Che abbia compreso di aver esagerato con le assegnazioni e voglia catalizzare l’attenzione su di sé e non sui concorrenti? No, perché quando i SickTeens vanno al ballottaggio, come Saturno mangia i propri figli, gli vota contro ed escono. Rimane solo con gli Astromare e un mare di polemiche. Dissacratore, ma scivola su una buccia di banana.

Francesca Michielin

VOTO
8

Si presenta con una lunga chioma e si sa che le donne, per affrontare un momento no, passano dal parrucchiere. Ci aggiunge un vestito pieno di lustrini per catalizzare l’attenzione, chiama l’applauso del pubblico facendogli i complimenti e sembra evidente che cerchi di ritrovare sicurezze dopo la svista su Ivan Graziani. Infatti lo dice: «La domanda l’ho formulata proprio di merda». I social sono tremendi, compresi quelli che scrivono le pagelle, ma ammettere di aver sbagliato e ripresentarsi come ieri sera con grande sicurezza non è da tutti. Ancor di più resistere alla tentazione di mandare a quel paese Morgan. Stoica.

Gianluca Gazzoli

VOTO
s.v.

La scorsa volta ho dimenticato di dargli un voto e nessuno, né in redazione né tra i lettori, se n’è accorto. Se l’attesa è essa stessa il piacere, l’impalpabilità dell’Antefactor è essa stessa il voto. Ma al BSMT spacca, quindi meriterebbe più spazio.

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