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Tutti i film di Spider-Man, dal peggiore al migliore

Abbiamo stilato una lista di tutti i film dal 2002 a oggi. Cosa che, proprio come insegna l’Uomo Ragno, ci dà l’impressione di avere un grande potere. Ma anche una grande responsabilità

Foto: Marvel Studios

Non importa che tu sia già un affermato professionista, uno studente fresco di maturità, una ragazza che sta imparando a guidare la macchina, una di quelle che chiamano Milf mentre spinge il passeggino. Un millennial, un boomer, uno della Gen Z, Y, o quello che è. Quando si parla di Spider-Man, non c’è età o posizione sociale che tenga. Sia che la nostra affezione al personaggio sia nata sfogliando le pagine del fumetto di Stan Lee e Steve Ditko, sia che la scintilla sia scoccata durante le prime acrobazie di Tobey Maguire sul grande schermo, il risultato non cambia: tutti amiamo l’amichevole Spider-Man di quartiere. E dall’ultimo Spider-Man: No Way Home del 2021 siamo ancora in balìa dell’emozione, continuando chiederci cosa aspettarci per il futuro del nostro Peter Parker. Per ingannare il tempo e farci trovare preparati per il prossimo capitolo (o la prossima trilogia?), abbiamo stilato una lista di tutti i film dal 2002 a oggi, dal peggiore al migliore. Cosa che, proprio come Spider-Man, ci dà l’impressione di avere un grande potere. Ma anche una grande responsabilità.

9The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro (2014) di Marc Webb

Con buona pace dei fan di Jamie Foxx (che anche noi adoriamo, s’intende), Il potere di Electro non può che essere all’ultimo posto. Nel secondo e ultimo capitolo degli Amazing di Andrew Garfield, c’è tutto e non c’è niente: un’overdose di trame e sottotrame, ben tre cattivoni da combattere (Electro, poi il Goblin, poi Rhino) e, massì, mettiamoci pure che Gwen (Emma Stone) muore, così non ci facciamo mancare niente. Arrivati alla fine delle (quasi) due ore e mezza di film, si tira un sospiro di sollievo e al tempo stesso ci si chiede: «Dove voleva andare a parare Marc Webb?». Una sola risposta: «Boh». Bastano gli ottimi effetti speciali, il delizioso feeling tra Andrew Garfield ed Emma Stone, e forse la migliore Spider-suit cinematografica, a renderlo un film memorabile? Purtroppo no, non è abbastanza.

8Spider-Man 3 (2007) di Sam Raimi

Poteva essere la degna chiusura dei film di Sam Raimi con protagonista Tobey Maguire, invece Spider-Man 3 è finito per diventare il fratello brutto della trilogia. Come nel secondo capitolo degli Amazing, anche qui il problema è che ci sono troppi villain: anche a metterli insieme, risultano comunque meno forti (e interessanti) di un solo Doctor Octopus. Uno su tutti, proprio quel Venom (aka l’alter ego malvagio di Spider-Man, aka Topher Grace) che si presenta quasi come una macchietta, così spaventosa da dar vita a una serie di meme ridicoli su Tobey Maguire e il suo ciuffo emo. Eppure, la critica si divide tra chi parla di capolavoro assoluto e chi di un’accozzaglia di personaggi e storyline. A chiudere la questione arriva Raimi stesso, che nel 2014 definisce Spider-Man 3 con un solo aggettivo: «Terribile».

7The Amazing Spider-Man (2012) di Marc Webb

Piace, sì, ma non appassiona. Questo potrebbe essere, in estrema sintesi, il tiepido risultato di The Amazing Spider-Man, che apre il dittico con Andrew Garfield ed Emma Stone quali Peter Parker e Gwen Stacey. Plauso all’interpretazione, che rende Spider-Man ancora emarginato ma sagace (e degno di un’iscrizione anticipata alla Normale di Pisa) e Gwen la fidanzata che non fa rimpiangere MJ, però niente può contro la mancanza del magic touch di Sam Raimi, che aveva combinato in modo perfetto (tranne in Spider-Man 3, vedi sopra) la storia e l’azione, l’uomo e il supereroe. Marc Webb ci prova senza strafare, lasciando lungo la strada Lizard (Rhys Ifans) e la lotta al crimine di Spider-Man, e portandosi a casa solo una perfetta caratterizzazione dei protagonisti e una buona dose di emotività. Che, tuttavia, non emoziona. Schiacciato com’è tra la volontà di differenziarsi a tutti i costi dalla precedente trilogia e quella di cavalcare l’onda nascente della Marvel, il risultato non è né carne né pesce. O, per meglio dire, branzino (cit.).

6Spider-Man: Far from Home (2019) di Jon Watts

Marvel che più Marvel non si può, in Far from Home siamo nel secondo capitolo della trilogia di Tom Holland, e in piena parabola di crescita di Peter Parker. Spider-Man si trova a dover combattere contro l’astuto Mysterio di Jake Gyllenhaal, ma ancora una volta ci si chiede fino a che punto lo Spidey di Holland sia in grado di combattere (e vincere) senza che ci siano i suoi amici ad aiutarlo o la tuta di Tony Stark a renderlo più forte. Convince? Convince. Intrattiene? Intrattiene. Insegna qualcosa? Sì: a diffidare di tutti, anche di quelli col sorriso assassino alla Jake, appunto. Ma che amarezza: dopo Endgame avevamo bisogno di tutto, fuorché di altri colpi bassi.

5Spider-Man: Homecoming (2017) di Jon Watts

Oh! Finalmente un film dove i ragazzini sembrano davvero dei ragazzini che, guarda caso, si comportano da ragazzini; anche se uno di loro ha dei superpoteri e nel tempo libero si chiama Spider-Man. In Homecoming, la parola d’ordine è freschezza: come quella delle dinamiche tra amici, della giovinezza, del primo amore. Poi c’è il cattivo (e che cattivo, quel Michael Keaton), che questa volta ha lasciato da parte piani diabolici dalle motivazioni dubbie per dedicarsi a un tipo di criminalità più terra terra, nella conferma finale che siamo di fronte a un film dove i protagonisti potremmo essere noi, nel bene e nel male. Tutto molto bello, in Homecoming, ma c’è un unico difetto: la presenza continua di Tony Stark/Iron Man. Una mossa della Marvel per lanciare il nuovo personaggio di Spider-Man, s’intende: ma su, anche meno.

4Spider-Man 2 (2004) di Sam Raimi

E a proposito di super villain, ecco che in Spider-Man 2 ce ne troviamo di fronte uno da manuale: il Doctor Octopus (Alfred Molina). L’ex professore, ora cattivo dalle braccia robotiche, che dimostra che è possibile far quadrare la natura fumettistica di un personaggio con il dramma shakespeariano dell’uomo che è artefice del proprio male. E mentre il Doc si auto-danna quasi fosse un moderno Frankenstein, Peter Parker incarna sempre più la figura dell’eroe che rimane in tutto e per tutto umano, tanto da perdere i propri poteri in un momento di crisi esistenziale. Insomma, tra i virtuosismi registici di Sam Raimi, siamo di fronte a un film che è letteratura. Peccato che nei dialoghi tra Peter e MJ (Kirsten Dunst) talvolta si scada nell’Harmony.

3Spider-Man – Un nuovo universo (2018) di Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman

C’è chi dice che Un nuovo universo è un film d’animazione e, come tale, non c’entra niente in questa classifica, e chi è un vero fan di Spidey e sa che questo titolo è comunque imprescindibile. Non solo: merita pure il podio. Perché Into the Spider-Verse è uno straordinario omaggio al personaggio del fumetto (in primis) ma anche del cinema, delle serie tv e persino dei videogame. Costellato di rimandi e citazioni, questo film di animazione introduce però anche elementi di novità, come l’affacciarsi di più identità di Spider-Man (Spider-Gwen, Spider-Pork e Spider-Man Noir) e il rapporto tra Miles Morales e Peter Parker. Chapeau agli effetti visivi, alla tavolozza di colori e alla grafica, che danno l’impressione di essere entrati in un fumetto. Cosa che, combinata all’ottima sceneggiatura (di Phil Lord) e allo splendido lavoro di rimandi al passato e novità presenti, gli vale l’Oscar come miglior film di animazione nel 2019.

2Spider-Man: No Way Home (2021) di Jon Watts

Diciamocelo: questo capitolo meriterebbe un discorso a parte. Non fosse altro che per il fatto che No Way Home è riuscito nell’impresa (eroica davvero) di richiamare sul set gli attori di vent’anni fa, nel più grande tributo a ciò che fu, a ciò che è stato e a ciò che è, oggi, lo Spider-Man del grande schermo. Che stupore veder comparire di nuovo Doctor Octopus, Goblin, Sandman, Lizard, Electro. E che emozione vedere il Peter Parker/Spider-Man di Tobey Maguire iniziare ad accusare i segni del tempo che passa; quello di Andrew Garfield riuscire a salvare MJ (Zendaya) come non riuscì con Gwen; quello di Tom Holland scoprire davvero, per la prima volta, cosa significhi soffrire, prendere decisioni importanti (e dolorose), crescere. No Way Home è la dimostrazione che Spider-Man può fare ciò che a tanti supereroi, per quanto amati, non è ancora riuscito: emozionare generazioni di fan che, da vent’anni a questa parte, sono cresciute e stanno crescendo con Peter Parker. E questo, già di per sé, è qualcosa di davvero straordinario.

1Spider-Man (2002) di Sam Raimi

La medaglia d’oro non può che essere assegnata al primo capitolo che dà avvio al franchise, e fa all-in in un film di supereroi: Spider-Man. E non solo perché è un film pazzesco, con addetti ai lavori di tutto rispetto ed effetti speciali in grado di rendere credibili le scene più extra-ordinarie. Ma anche (e soprattutto) perché ha il grande merito di essere il primo, vero cinecomic fiero di esserlo: con il Goblin (Willem Dafoe) vestito di verde che cavalca con posa fumettistica il suo aliante, e Spider-Man che indossa la tuta che si è cucito malamente nella sua cameretta. Sappiamo cosa state pensando, ed è vero: c’erano già stati altri film di supereroi. Ma si trattava pur sempre di Batman e Superman, ossia di un miliardario e di un alieno, ossia due personaggi che rimanevano lì, in un punto inaccessibile. Con Spider-Man, invece, si ha finalmente l’impressione di essere di fronte a un tizio con poteri sovraumani, sì, ma che, al di là delle gesta eroiche, è pur sempre quel semplice ragazzo (persino bullizzato) che si chiama Peter Parker. E che, come tutti noi, vive la propria vita dondolando tra l’affetto e l’amore, i dubbi e le crisi, solo che lui lo fa anche tra un palazzo e l’altro. D’altronde, al di là di tutto, stiamo pur sempre parlando di Spider-Man.

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