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Philip Seymour Hoffman in 13 ruoli essenziali

Da 'Boogie Nights’ a ‘The Master,’ le performance più belle dell'attore premio Oscar scomparso il 2 febbraio del 2014

Foto: Mark Mainz/Getty Images for AFI

Conoscevo Philip Seymour Hoffman da quasi 15 anni. Ci siamo incontrati per la prima volta nel 2000, quando interpretava il critico rock Lester Bangs di Rolling Stone in Quasi famosi di Cameron Crowe. Brillantemente, ovvio. Brillante era la modalità predefinita di Hoffman. L’ho intervistato innumerevoli volte da allora. Per la nostra più recente chiacchierata in tv, è arrivato in bicicletta, indossava una felpa ed era senza uffici stampa o accompagnatori. Era semplicemente Phil. “Devo perdere questo maledetto peso in qualche modo”, si strinse nelle spalle. Mi piacerebbe vederlo con i suoi figli (ne ha tre), mentre cammina vicino a casa sua nel Greenwich Village. Era un chiacchierone, scherzava sull’aver recitato in Hunger Games e sul fatto che sua madre sostenesse Hillary Clinton. Diventava silenzioso solo se gli dicevi quant’era bravo, tipo quando interpretava Willy Loman a teatro in Morte di un commesso viaggiatore. Si zittiva immediatamente. E iniziava a lodare il talento di qualcun altro: “Hai mai visto Estelle Parsons sul palco ne I segreti di Osage County ? Gesù, amico, è straordinaria”.

Hoffman, 46 anni, era davvero straordinario. La notizia della sua morte per droga la domenica del Super Bowl, il 2 febbraio del 2014, mi ha colpito come un pugno. Non vederlo più è impensabile. Cavolo, l’avevo appena salutato al Sundance. Il mio cuore resta sempre con la sua famiglia. Mi ha raccontato di come aveva lottato con la dipendenza dopo la scuola: era rimasto sobrio per decenni. Nel 2013 la notizia che era entrato in riabilitazione per dipendenza da eroina è stato uno shock. Ma ricordiamoci che quello che ha reso Hoffman unico è il suo talento, non i suoi errori. Scene dei suoi film continuano a vorticarmi in testa. Sono sicuro che ne avete di preferiti anche voi. Ecco i miei.

Boogie Nights (1997)

Hoffman impersona uno scozzese represso, un nerd appassionato di porno soft che cerca di adescare la star dell’hardcore Dirk Digler (interpretato da Mark Wahlberg), baciandolo e implorando per un’attenzione che non riceverà mai: “Sono un fottuto idiota”, piange, facendo sentire a ogni spettatore il suo dolore.

Il Grande Lebowski (1998)

Hoffman è deliziosamente divertente nei panni del fedele e poco brillante assistente in questa commedia dei fratelli Coen, mentre mostra al Drugo (Jeff Bridges) l’ufficio del Grande Lebowski.

Magnolia (1999)

Come Boogie Nights, Magnolia vede Hoffman riunito al regista Paul Thomas Anderson. Questa volta interpreta l’infermiere del magnate malato di cancro (Jason Robards). Guardare la faccia di Hoffman mentre il vecchio fa la sua confessione sul letto di morte è una lezione di recitazione.

Il talento di Mr. Ripley (1999)

Nei panni di Freddie Miles, un viscido espatriato che dà del bugiardo all’impostore di Matt Damon, Hoffman ruba la scena grazie alla pura sgradevolezza di Freddie.

Hollywood, Vermont (2000)

Nel ruolo di un giovane sceneggiatore nella satira di Hollywood creata da David Mamet, Hoffman arriva più vicino alla commedia romantica che mai, litigando con Rebecca Pidgeone e mostrando le ferite di uno scrittore che pensa che la verità conti ancora qualcosa.

…e alla fine arriva Polly (2004)

Per chi pensa a Hoffman solo come un attore serio che non avrebbe mai potuto lasciarsi andare alla farsa, guardatelo in questo film con Ben Stiller in cui interpreta un ex bambino prodigio che se l’è fatta addosso scoreggiando. Non chiedete. Lasciate che sia Hoffman a dirvelo.

Truman Capote – A sangue freddo (2005)

Hoffman ha vinto il suo primo e unico premio Oscar per l’interpretazione dell’autore disilluso diventato Truman Capote, lo scrittore del crime A Sangue Freddo. Per il ruolo ha completamente cambiato voce, corpo e tono. La scena in cui Capote legge un capitolo di A Sangue Freddo per la folla della New York letteraria è pura alchimia recitativa.

Onora il padre e la madre (2007)

Nell’ultimo film diretto dal grande Sidney Lumet, Hoffman – che apre il film in un groviglio di corpi con Marisa Tomei – interpreta un bastardo che deruberà e addirittura ucciderà i suoi genitori per mantenere una vita segreta. Ogni suo momento sullo schermo è agghiacciante, ma la scena nel covo di eroinomani è un po’ troppo da digerire, dopo quello che gli è successo.

La famiglia Savage (2007)

Come professore universitario di drammaturgia che si ritrova a fare i conti col passato quando l’improvvisa malattia del padre lo riavvicina alla sorella (Laura Linney), Hoffman delinea uno dei suoi personaggi più complessi. Con il collare addosso o in lacrime mentre lei gli prepara le uova, vi lascerà stupefatti.

La guerra di Charlie Wilson (2007)

Hoffman ha ricevuto una nomination all’Oscar per aver interpretato la canaglia della CIA Gust Avrakotos e, quando interrompe la vendita di armi sovietiche attraverso Israele e il Pakistan islamico, è il vero fuoco d’artificio del film.

Il Dubbio (2008)

Nei panni di un prete che potrebbe (oppure no) aver molestato un bambino che gli era stato affidato, Hoffman dà al film provocatorio di John Patrick Shanley un’aura di tormentata convinzione, soprattutto quando una suora, interpretata da Meryl Streep, cerca di metterlo alle corde.

The Master (2012)

Con la quarta nomination all’Oscar per l’interpretazione del leader di un culto con l’abilità di mentire anche a se stesso, Hoffman ha raggiunto un altro picco della sua carriera. La scena in cui interroga il futuro seguace Joaquin Phoenix è una master class di cinema.

Quasi Famosi (2000)

Ho lasciato questo film per l’ultimo perché la performance di Hoffman mi stende ogni volta. Nel ruolo del critico rock Lester Bangs dà una lezione al giovanissimo giornalista William Miller (Patrick Fugit) sul significato di cool: “L’unica moneta valida in questo mondo in bancarotta è ciò che scambi con un altro quando sei uno sfigato”. Questo è Hoffman. Non è mai stato cool, ma ha fatto dell’onestà una vera e propria arte.

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