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Compie gli anni oggi uno dei più fighi di Hollywood, Mr. Bradley Cooper. La sua travagliata vita amorosa ultimamente ci ha tenuti pure troppo impegnati, quindi desideriamo tornare al nocciolo della questione: la sua figaggine. Quanto si è evoluta (o involuta) negli anni? Bradley Cooper è sempre stato figo? Domande annose insomma, a cui solo il nostro misuratore può dare risposta.
Foto: Frazer Harrison/Getty Images
Primo ruolo da protagonista nella serie tv basata sul best seller dello chef Anthony Bourdain: è carino, parecchio sorridente, col capello corto ma eccessivamente ‘pulito’. Insomma, di tipi come lui se ne possono trovare benissimo altri cento. La serie fu un flop, tanto che la Fox mandò in onda solo quattro episodi, lasciando inediti i restanti nove.
Misuratore di figaggine: 5/10
È l’amico avvocato di Jim Carrey, Peter, che non ha un filo di barba ma in compenso sfoggia uno strano crestino provocato da un taglio un po’ troppo lungo sul davanti. Il sorriso non tradisce, è vero, e rispetto a Kitchen Confidential c’è un miglioramento, ma di strada ne devi fare ancora tanta, Bradley.
Misuratore di figaggine: 6/10
Hollywood inizia ad accorgersi di lui, ma lui s’ostina a sbagliare barba e capelli. Qui è il marito fedifrago di Jennifer Connelly, che tradisce con la maestra di yoga Scarlett Johansson: i bicipiti ci sono, l’attitudine furbetta pure, peccato per il volto glabro e per quelle mèches bionde tendente all’arancione che rovinano tutto e consegnano la vittoria a Ben Affleck.
Misuratore di figaggine: 5/10
Ok, ci siamo. Un plauso a chiunque gli abbia consigliato di farsi crescere i capelli e di aggiungere un filo di barba, perché la figaggine inizia a prendere quota. È nel primo capitolo della trilogia firmata da Todd Phillips che s’intravvede poi quella che diventerà una costante di Bradley Cooper: più è zozzo e stropicciato, e più è bòno.
Misuratore di figaggine: 8/10
Il film è un giocattolone abbastanza evitabile, il classico che gente come De Niro fa per pagarsi le bollette, ma vedere il buon Bradley Cooper sotto l’effetto dell’ NZT-48 ripaga il costo del biglietto. Al suo posto avrebbe dovuto esserci Shia LaBeouf, che però rinunciò al progetto dopo essere rimasto vittima di un incidente stradale: brutto ma doveroso dirlo, il risultato non sarebbe stato lo stesso.
Misuratore di figaggine: 8/10
Sarà Bangkok, sarà la scimmietta sulla spalla, sarà la camicia bianca, sarà tutto quel sudore… ma (spoiler!) nel secondo capitolo della trilogia Bradley Cooper tocca uno dei suoi personali apici assoluti di figaggine.
Misuratore di figaggine: 9/10
Primo tassello di una collaborazione con David O. Russell che si protrarrà per altri tre film e che gli vale una nomination agli Oscar. Non vince – la statuetta va a Jennifer Lawrence – ma l’interpretazione del weirdo Pat Solatano rimarrà negli annali. Praticamente è sempre in tuta e il bipolare a cui dà il volto non poteva essere troppo figo, ma la scena finale… ah, la scena finale!
Misuratore di figaggine: 7/10
È strano come, dopo una manciata d’anni passata ad azzeccarle quasi tutte, il povero Bradley qui le prenda – in senso figurato, ma molto malamente – da Ryan Gosling. Il poliziotto Avery Cross, ahinoi, ha lo stesso sex appeal di Jessica Fletcher, a dimostrazione del fatto che la barba è la più fidata alleata di Mr. Cooper.
Misuratore di figaggine: 4/10
Non c’è due senza tre: Bradley per esser bòno è sempre bòno, ma la serafino non gli dona poi così tanto, e Mr. Chow che canta I Believe I Can Fly gli ruba totalmente la scena.
Misuratore di figaggine: 6/10
Nella seconda prova diretta da David O. Russell, Bradley Cooper è l’esatto opposto della figaggine, e su questo siamo tutti d’accordo. Quei bizzarri ricciolini fitti fitti lo fanno pure sembrare un po’ scemo, alla faccia di chi sostiene che quando uno è figo sta bene anche con uno scolapasta in testa. Ottiene una nomination all’Oscar insieme a Bale, Adams e Lawrence, ma nessuno di loro si aggiudica la statuetta.
Misuratore di figaggine: 2/10
Grossissimo, gonfissimo, palestratissimo: per il film di Clint Eastwood basato sull’omonima autobiografia di Chris Kyle – che gli vale una terza candidatura all’Oscar (toh, non vince manco stavolta) – Bradley Cooper mette su parecchio peso e muscoli, forse per difendersi dalle stroncature di una critica quanto mai divisa. Il pubblico invece lo premia: American Sniper è infatti diventato il film di guerra con il maggiore incasso di sempre, nonché il più grande successo nella carriera di Eastwood.
Misuratore di figaggine: 5/10
Questo film di Cameron Crowe, uscito in Italia su Netflix, non se l’è cagato praticamente nessuno, eppure io lo trovai delizioso. C’è Emma Stone, c’è Rachel McAdams, c’è John Krasinski e c’è (ovviamente) Bradley Cooper, che in divisa sta gran bene nonostante l’aspetto un po’ troppo lavato e pulito per i miei gusti. A onor del vero, va detto che gran parte della figaggine gli viene trasmessa da Emma Stone, qui in versione bionda più carina che mai.
Misuratore di figaggine: 7/10
Ispirato alla vita di Joy Mangano, interpretata da Jennifer Lawrence, inventrice del Miracle Mop – il mocio per pulire i pavimenti, per intenderci – è la terza pellicola in cui Bradley Cooper (nel ruolo dell’imprenditore Neil Walker), è diretto da David O. Russell. Il film è mediocre, ma il nostro eroe, barba incolta e capello spettinato, pare tornato ai vecchi splendori.
Misuratore di figaggine: 8/10
Dopo Kitchen Confidential, Bradley torna in cucina, ma questa volta nei panni dello chef stellato rockstar, Adam Jones. Bello e maledetto, con quel tanto di barba che basta. E poi cucina da dio.
Misuratore di figaggine: 8/10
Ispirato a fatti realmente accaduti e basato su un articolo scritto da Guy Lawson per Rolling Stone («Arms and the Dudes»), il film pre-Joker di Todd Phillips regala a Bradley Cooper solo un cameo, che però lascia il segno. Bradley è Henry Girard, un trafficante d’armi sulla lista nera del governo americano con capello leccato all’indietro, completi all-black, attitudine da cattivissimo e un paio d’occhiali che fanno impazzire l’internet.
Misuratore di figaggine: 9/10
Bradley Cooper sarà mai di nuovo figo quanto lo è stato nel remake di È nata una stella? Noi ce l’auguriamo di cuore, ma sarà difficile: sul film non m’esprimo, avendo pianto praticamente dall’inizio alla fine. Tell me something, boy, ain't it hard keepin' it so hardcore?
Misuratore di figaggine: 10/10
Solo per i cultori dei film in lingua originale: Bradley Cooper ha prestato la voce (e le fattezze) a Rocket Raccoon in Guardiani della Galassia (2014); Guardiani della Galassia Vol.2 (2017); Avengers: Infinity War (2018); Avengers: Endgame (2019). Inutile specificare che il procione ispirato dalla canzone dei Beatles Rocky Raccoon è uno dei personaggi più fighi della saga – che tornerà in un terzo film sui Guardiani, nel 2022, sempre doppiato da Cooper.
Misuratore di figaggine: 10/10
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