Le migliori performance del 2025 tra cinema e Tv | Rolling Stone Italia
The smashing machines

Le migliori performance del 2025 tra cinema e Tv

Luca Marinelli, Benedetta Porcaroli e Benicio del Toro, ma anche un certo piano sequenza e la zia terrificante di un film horror. I volti (e le interpretazioni) di questa annata

migliori performance 2025

Artwork: Stefania Magli

Benedetta Porcaroli, Il rapimento di Arabella

Benedetta Porcaroli con Lucrezia Guglielmino in ‘Il rapimento di Arabella’. Foto: PiperFilm

Basterebbe il (commoventissimo) monologo fisso in macchina finale, che definisce la sua Holly e tutta una generazione di ragazze che faticano a diventare donne. Ma c’è molto di più. L’ironia, la grazia sghemba, la tenerezza, la cazzimma fragile. Dopo Amanda, Carolina Cavalli dà a Benedetta Porcaroli il suo secondo ruolo migliore, e il migliore in assoluto (e infatti si è meritato il premio per la miglior interpretazione femminile della sezione Orizzonti a Venezia 82). “Bennipi” è un’attrice che si merita tanti altri personaggi come questo: cinema italiano, ci senti?

Chase Infiniti, Una battaglia dopo l’altra

Chase Infiniti

Chase Infiniti (Willa) in ‘Una battaglia dopo l’altra’. Foto: Warner Bros.

Non sapremo mai davvero se Paul Thomas Anderson aveva immaginato per il suo Una battaglia dopo l’altra una protagonista imprevista. Sta di fatto che lei, be’, si è comunque presa tutta la scena (dopo un altro personaggio, ma tra poco ci arriviamo…). Chase Infiniti non avrebbe potuto fare un’entrata migliore sulla scena del nostro orizzonte cinematografico. Stregandoci con una delicatezza che non risulta mai fragile, e due occhi magnetici. A quando il prossimo film?

Megan Stalter, Too Much

too much

Foto: Netflix

Too Much ci ha fatto parlare e battibeccare, ma soprattutto ci ha dato una ragione per “bingiare” una puntata dopo l’altra. Ovvero, la sua protagonista: un (non) alter ego della creatrice della serie, Lena Dunham, interpretata da una bomba a orologeria, Megan Stalter. Che nella finzione sputa e nella realtà… ecco, non si riesce bene a capire dove finisca la realtà e cominci la finzione. Ma tanto, alla fine, è tutto più naturale di così. Non è bellissimo? Non vorremmo avere tutti noi la sua confidenza disarmante e stupenda, essere senza orpelli per sempre?

Sergio Romano e Pierpaolo Capovilla, Le città di pianura

Pierpaolo Capovilla, Filippo Scotti e Sergio Romano in ‘Le città di pianura’ di Francesco Sossai. Foto: Vivo film/Maze Pictures

Il film rivelazione dell’anno, la coppia rivelazione dell’anno. Un gatto-e-la-volpe sempre pronti a circuire lo sprovveduto Pinocchio di Filippo Scotti in una nuova avventura. Protagonisti assoluti insieme all’ultimo bicchiere, alla birra analcolica, a uno strano gelato spiaccicato sulla strada e alla Tomba Brion. Trasparenti e inafferrabili, perfettamente provinciali. Ognuno di noi li ha incontrati nei bar di paese, i più coraggiosi li hanno avvicinati per un brindisi. Siano lodati.

Il piano sequenza di Adolescence

Adolescence

Foto: Netflix

Il 2025 è stato anche l’anno in cui ci siamo ricordati dell’esistenza, nell’armamentario del cinema, del piano sequenza. Merito della serie di e con Stephen Graham, che dopo Boiling Point lo ha di nuovo sfoderato (insieme al regista virtuoso Philip Barantini) per una delle (terrificanti) hit dell’anno: Adolescence. Perché in tempo reale l’orrore scorre più lentamente, e si attacca ancora di più alle viscere. Prima che diventi vizio di forma, celebriamo questo ritorno. E godiamoci questo oner, come lo abbiamo conosciuto, sempre quest’anno, nella serie di Seth Rogen The Studio.

Sydney Sweeney as Sydney Sweeney

Sydney Sweeney Rolling Stones

Foto: Rolling Stones

A Sydney Sweeney non interessa di voi. Da un paio d’anni a questa parte, ogni mossa dell’attrice che abbiamo conosciuto in Euphoria sembra essere stata studiata per dire al pubblico che lei, in francese, se ne fotte. Delle nostre opinioni, dei giudizi, del politicamente corretto, di quello che sarebbe giusto o perlomeno assennato fare. Si è messa con Scooter Braun, l’uomo più odiato della musica. È stata il volto della controversa campagna di American Eagle, quella dei “great jeans/genes“.  Si è presentata in abiti sempre più sexy e ipnotizzanti a eventi e red carpet. La verità è che forse, nei confronti di Sydney, stiamo solo rosicando. Meglio riconoscerlo, va’.

La trama Benicia

Benicio Del Toro (Zsa-zsa) e Mia Threapleton (Liesl). Foto: TPS Productions/Focus Features/Universal Pictures

È “bastata” una doppietta incredibile a far risalire Benicio del Toro sul trono dei nostri cuori. Il 2025 è stato il suo anno: trionfatore nel ruolo del protagonista della Trama fenicia di Wes Anderson, portatore di charme e kimè in Una battaglia dopo l’altra nel ruolo dell’istruttore di karate di Chase Infiniti, ops, Charlene. Non è un mistero che alcuni attori migliorino con la maturità. Non che Benicio del Toro, già Oscar nel 2001 per Traffic, ne avesse bisogno, intendiamoci. Però ora che lo vediamo sistemato come un ottimo Comté, la bocca saliva ancora di più. 

Il cardigan di Julia Roberts

 

 
 
 
 
 
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After the Hunt – Dopo la caccia di Luca Guadagnino fuori concorso all’ultima Mostra di Venezia ha significato soprattutto una cosa: il red carpet è stato graced per la prima volta in assoluto anche da Julia Roberts. La quale, al suo arrivo al Lido, ha sfoggiato lo statement migliore di tutti: un cardigan interamente stampato con il volto del regista. Avevamo mai dubitato che la più cool fosse sempre stata lei? Noi no. E voi?

Dwayne Johnson, The Smashing Machine

the smashing machine

Foto: A24

Prima di sbilanciarci, dovremo ancora aspettare la fine della Awards Season vera e propria, ma The Rock aka Dwayne Johnson (o viceversa) è qui per dirci qualcosa di preciso. E cioè, che è di prenderlo (più) sul serio. E che ha un suo posto non solo nei blockbuster e nei film d’azione, ma anche all’interno del cinema indipendente. Benny Safdie ci ha visto lungo a volerlo come sua Smashing Machine. Anche qui, can’t wait per il capitolo due (vale a dire: un’altra performance come questa). 

Luca Marinelli, M – Il figlio del secolo

M_Il Figlio Del Secolo

Foto: Sky

Ohibò, qualcuno si è accorto che Luca Marinelli è un ottimo attore. E con “qualcuno” intendiamo il pubblico internazionale, e la stampa USA soprattutto. Che quest’anno, giustamente, non si sono risparmiati le lodi per il protagonista di M – Il figlio del secolo. Sarà l’urgenza della tematica storica; sarà l’alluce del film in costume; sarà semplicemente una grande serie, ma qui siamo rimasti tutti a occhi aperti. E trattandosi della storia di un ipnotizzatore di masse, le metafora è quasi preoccupante.

Jesse Plemons, Bugonia

Bugonia

Jesse Plemons (Teddy) in ‘Bugonia. Foto: Focus Features

Altri odori di santità. Jesse Plemons si è forse regalato (e ci ha regalato) la prova attoriale della sua carriera, almeno finora. Nei panni del complottista Teddy in Bugonia, il film che dovreste far vedere a quel parente, o quell’amico, che passa troppo tempo su Facebook e che a un certo punto se ne sbuca con: “Ma non hai mica visto su Facebook…?”. La buona notizia, per voi come per lui, è che, come insegna Teddy, non bisogna disperare. Detto ironicamente: ma niente spoiler.

Rhea Seehorn, Pluribus

Rhea Seehorn

Rhea Seehorn in ‘Pluribus’. Foto: Apple TV+

Aveva ragione Vince Gilligan: solo Rhea Seehorn avrebbe potuto interpretare Carol Sturka. Il già creatore di Breaking Bad l’ha fortissimamente (ri)voluta in Pluribus, e l’ha trasformata in una scrittrice di fantasy frustrata alle prese con un mondo in cui la sua craft non è magicamente più utile. A Carol non rimane che guardare dentro sé stessa: non esattamente la sua attività preferita. E infatti, dentro e fuori di lei, saranno solo casini. E nell’interpretazione Seehorn, ognuno ritrova parte di sé.

Ariana Grande, Wicked – Parte 2

Ariana grande wicked

Ariana Grande nel trailer di ‘Wicked: For Good’

Un altro “anno”: quello delle popstar che hanno dichiarato che, forse, la musica non fa più per loro. Ma mica per le capacità vocali: per i tour, lo stress, la vicinanza emotiva coatta con i fan, e poi i commenti online, e chi più ne ha, più ne metta. Ariana Grande è tra le star che da tempo flirtano con altre arti. E lei sembra davvero volersi dare al cinema, anche perché i numeri ce li ha in abbondanza. Lo dimostra il secondo capitolo di Wicked, dove il suo potere, così come quello di Glinda, appare unleashed. Go girl… fino all’Oscar?

Ike Barinholtz, The Studio

Ike Barinholtz

Ike Barinholtz in ‘The Studio’. Foto: IMDB

Ogni re ha bisogno di un braccio destro. A ogni protagonista serve un sidekick. E se Seth Rogen è il Batman di The Studio, Ike Barinholtz è il suo Robin. Dinamico, rimbalzante, a tratti fata madrina (mai ascoltata) di una scheggia impazzita. Che lusso, se fosse sempre così. La performance di Barinholtz ci ha riportato al grande cinema classico, pure se su piccolo schermo. Un ringraziamento particolare a Sal Saperstein: chi sa, sa.

Amy Madigan, Weapons

weapons

Foto: Warner Bros.

Due parole: zia Gladys. Il personaggio cinematografico dell’anno (e dell’ultimo Halloween), assurto per sublimazione all’olimpo delle icone assolute del cinema horror. Che stile! E che guardaroba! Di Gladys non abbiamo capito molto (e infatti sta per arrivare un prequel/spin-off per spiegarcela meglio), ma Amy Madigan la conosciamo. Ed è colei che ha dato il volto a questa incarnazione del Male. Ci vuole fegato. Chapeau.