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Da enfant prodige per Fincher a idolo teen con il romance vampiresco al fianco dell’allora fidanzato Robert Pattinson, dal cinema d’autore di Assays ai blockbuster MeToo, con tanto di coming out fluido. Kristen Stewart ha vissuto parecchie vite in appena 30 anni. Per festeggiarla abbiamo messo in fila i suoi ruoli migliori.
Kristen ci prova, a rinverdire i fasti della serie (con Farrah e socie) prima e del film (con Cameron, Drew e Lucy) poi. Il risultato è un giocattolone versione MeToo che ha floppato ovunque (da noi no, solo perché il coronavirus ha chiuso le sale). Ma, dalla prima scazzottata, Kristen è assai credibile, nei panni della ragazza che non vuole farsi mettere i piedi in testa da nessuno (soprattutto dai maschi). Guardaroba sporty-action e ciuffo platino fanno il resto.
Dopo Sils Maria, Olivier Assayas la vuole protagonista assoluta. In una "fashion paranormal activity" che ha diviso i critici: vincono quelli che, da Cannes in poi, hanno fischiato il film. Che l'opera del maestro e della sua novella musa sia riuscita oppure no, Kristen veste (letteralmente) il personaggio con stile. Magnifica presenza, tra abiti Chanel e spettri dispettosi.
Accanto a una Julianne Moore da Oscar, Stewart è la figlia wannabe attrice che recita Čechov (e se la vede con la malattia della madre). Un piccolo ruolo, ma rivestito con grazia. E quasi speculare a Sils Maria (vedi più avanti): la giovane attrice si mette al servizio di una diva, rubandole i segreti per una performance da spalla perfetta.
Il film dello scandalo: per il bacio con il regista Rupert Sanders, che fece naufragare la storia con Robert Pattinson. Ma anche, consapevolmente o no, un ruolo da principessa guerriera che sembra retroattivamente aprire il filone a tutti i live-action di oggi. Accanto a una memorabile Charlize regina cattiva, solo Kristen avrebbe potuto dare la giusta dose di ribellione a una Snow White che non è certo quella del "c'era una volta”.
Tra i primissimi ruoli da enfant prodige, c'è quello accanto a un'ex enfant prodige: Jodie Foster. Alla regia siede David Fincher, quindi si può considerare questo il vero battesimo di Stewart nel Cinema con la maiuscola. Lei non sfigura, anzi: nei panni della teenager assediata dentro casa con mammà, vibra di psycho-tensione. E il look post-grunge definisce già il suo stile.
Praticamente un'apparizione: in tutti i sensi. Chi se la dimentica, mentre canta la sua Tracy's Song (dal nome del suo delizioso personaggio) accompagnandosi con la chitarra? Fun fact: il pezzo l'ha scritto lei stessa per davvero, insieme a David Baerwald. Anche questa è la dimostrazione del fatto che, già nel cult ecologista di Sean Penn col selvaggio Emile Hirsch, Kristen era qui per restare.
Nonostante la sua fisicità ultra-contemporanea, Woody Allen vede in Kristen una perfetta starlette (e poi star) anni '30. Gli occhi malinconici dell'attrice danno una nota struggente alla sua Vonnie, sogno d'amore dello "sfigato" Jesse Einsenberg che scopre i lustrini (e il marcio) della Golden Age di Hollywood. Per la nostra, è inedito anche il look: diamanti e pellicce. E male non sta.
La star di oggi fa la star di ieri. Cioè Jean Seberg, oggi dai più dimenticata. Che, oltre ad essere cult per film (Fino all'ultimo respiro di Godard, che inaugurò la Nouvelle Vague) e taglio di capelli, era pure un'attivista ante-litteram. Cinema divulgativo, e anche uno dei ruoli in cui Kristen sembra mettere di più se stessa, tra glam e spirito engagé. Da noi non è uscito in sala, ma lo trovate su Sky.
Nel romance fantasy dove i vampiri brillano (!), Kristen è Bella Swan, malinconica figlia dello sceriffo, che, appena trasferita nella cittadina piovosissima del padre, incontra il vampiro vegetariano Edward e tutto il suo clan. Già sulla carta l’amore è impossibile, poi addirittura ci si mettono di mezzo altri succhiasangue predatori e i lupi mannari. Fenomeno teen dai romanzi di Stephenie Meyer, che daranno vita a ben cinque (!) film, e inizio della stardom di Kristen, che fa coppia con Robert Pattinson sullo schermo e nella vita.
Tra le prove più apprezzate dell'attrice c'è quella nei panni dell'assistente della diva (nella vita e sullo schermo) Juliette Binoche. Perché è il modo in cui Stewart, star a sua volta, decide di "scomparire" nel cinema d'autore dopo il boom di Twilight & Co. Bella intuizione di Assayas, che le regala uno dei film più preziosi della sua carriera. E la vera svolta: da divetta pop a interprete intellò.
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