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I migliori film di John Landis

Dal mitico non-musical con John Belushi e Dan Aykroyd ai campioni d’incassi starring Eddie Murphy: il “blues brother” del cinema americano oggi compie gli anni (auguri!)

John Belushi in 'Animal House'

«Le nuove tecnologie sono solo degli strumenti, come le vecchie. Il linguaggio cinematografico è da sempre lo stesso. Guardate le foto di scena di settant’anni fa e quelle di oggi: vi sono macchine da presa, gente davanti e persone dietro in entrambi i casi. E alla fine sono la regia e il montaggio a fare il film». Così sosteneva John Landis, il “blues brother” del cinema americano che oggi compie gli anni (auguri!). Il fatto è che lui la teoria l’ha messa in pratica. Il suo è cinema di “ritmo” come quello di nessun altro, dal mitico non-musical con John Belushi e Dan Aykroyd ai campioni d’incassi starring Eddie Murphy. Fino a un certo Thriller, che in quanto a montaggio… Ecco la top 10 di uno degli autori più pop e visionari di tutti i tempi.

10Slok (1973)

L’esordio è già nel segno del “weirdo” più totale. Landis chiama amici e parenti, chiede loro (ignari?) i soldi per finanziare il suo film e si autodirige nei panni (no: nei peli) dello scimmione del titolo, che mangia banane e miete vittime. Finché non si innamora di una deliziosa fanciulla. Un capolavoro? Certo che no. Ma uno degli homemade movies più folli di tutti i tempi, decisamente in anticipo rispetto ai tempi. E già capace di inquadrare l’immaginario sfrenato del suo autore.

9Ridere per ridere (1977)

Secondo film, stessa farsa nonsense. Che però insieme codifica e definisce non solo il genere, ma anche lo stile del suo autore. Ovvero: le situazioni più assurde – qui l’idea alla base è l’immaginaria giornata in un network televisivo, dal telegiornale ai talk show – inanellate in un flusso che non si ferma mai. Per una volta lo stupido titolo italiano (l’originale è The Kentucky Fried Movie) c’ha ragione: si ride per il gusto di farlo, ma guidati dall’intelligenza di un regista-sceneggiatore ormai certificato. Al di là della “semplice” comedy.

8I tre amigos! (1986)

Ancora una farsa sul dietro le quinte del piccolo schermo. Che stavolta mette in scena tre pezzi da novanta della vera tv dell’epoca, ovvero i comici più “caldi” del Saturday Night Live: Steve Martin, Chevy Chase, Martin Short. Protagonisti – per finta – di una sit-com che diventerà realtà, quando vengono chiamati in Messico a sgominare i bandidos locali. Landis si mette al servizio della comicità degli attori (soprattutto di Steve Martin, che scrive e produce). Ma il risultato è, ancora una volta, irresistibile.

7Spie come noi (1985)

Dopo grandi successi come The Blues Brothers e Una poltrona per due (per entrambi, vedi più avanti), Landis si toglie lo sfizio di firmare un divertissement puro e semplice, sulla scia delle comiche di un tempo. E assolda Chevy Chase (che tornerà un anno dopo nei Tre amigos!) e l’ormai feticcio Dan Aykroyd, spie per caso al soldo della CIA. Niente di più, niente di meno: ma trovatele oggi delle commedie così. Cammei di colleghi di lusso: Terry Gilliam, Costa-Gavras e due giovanissimi Joel ed Ethan Coen.

6Tutto in una notte (1985)

Nel genere “unità di spazio e tempo”, Landis si era già dimostrato assai inventivo (vedi Ridere per ridere). Ma è con questo film che conferma il suo talento nel concentrare gag e personaggi con apparente casualità, ma seguendo in realtà un ritmo sorvegliatissimo. La notte pazza in questione (che però sono due) vede protagonista una supercoppia: Jeff Goldblum e Michelle Pfeiffer, lui impiegato insonne, lei ragazza in pericolo. Il resto sono fuochi d’artificio. Accompagnati dalla colonna sonora del “master” B.B. King. Che volete di più?

5Il principe cerca moglie (1988)

Dopo Una poltrona per due (vedi una posizione più su), Eddie Murphy torna a lavorare con Landis per un one-man-show da attore comico totale, che probabilmente è uno dei titoli più programmati in tv. Nel ruolo del principe Akeem, signore della fittizia nazione africana di Zamunda che arriva nel Queens per trovare una moglie. Ma anche in quelli del cantante soul Randy Watson, del barbiere Clarence e del suo cliente ebreo Saul. Landis è l’unico davvero in grado di valorizzare le multiperformance di Murphy. Altro che Il professore matto e Norbit.

4Una poltrona per due (1983)

Altro giro, altro Murphy in grande spolvero, a fianco del Blues Brother (ci arriveremo) Dan Aykroyd. Qui però Eddie è un poveraccio che scambia la propria vita con quella ricco broker di Aykroyd. E il risultato è semplicemente esilarante. Il twist cazzone ed Eighties di John Landis sul romanzo di Mark Twain Il principe e il povero è da storia della commedia americana, grazie anche alle clamorose interpretazioni dei due attori, supportati da un gran bel cast di contorno: su tutti la prostituta di buon cuore interpretata da Jamie Lee Curtis. Per molti l’unico vero film di Natale, certificato dal passaggio in tv a ogni singola vigilia della nostra vita.

3Un lupo mannaro americano a Londra (1981)

Il capostipite della commedia horror, senza se e senza ma, che lega le due passioni più sfrenate del nostro John ed è entrato negli annali anche come primo film ad aver vinto l’Oscar per il miglior trucco (di Rick Baker). Meritatissimo: basti la sequenza di trasformazione, che rimane sbalorditiva e terrificante quasi 40 anni dopo. David Naughton e Griffin Dunne sono due studenti universitari americani che vengono attaccati da un lupo mannaro durante una vacanza a Londra. Dunne viene ucciso e riappare come un fantasma in decomposizione per avvertire l’amico di ciò che accadrà quando ci sarà la luna piena. E l’altro, ovviamente, non ascolta. Indimenticabile per la perfezione della resa, ma anche e soprattutto per quel mix insuperabile di terrore e divertimento. Classic Landis.

2The Blue Brothers (1980)

Chissà come se la passano i critici americani che avevano definito The Blues Brothers “un disastro da 30 milioni di dollari”, “una saga presuntuosa”, “un’imbecille stramberia” oggi che il film è diventato la quintessenza del cult movie. E non poteva essere altrimenti visto lo spunto: Jake “Joliet” ed Elwood Blues, i personaggi che John Belushi e Dan Aykroyd avevano creato per il Saturday Night Live. Qui però i due sono “in missione per conto di Dio”: devono organizzare un grande concerto e salvare l’orfanotrofio in cui sono cresciuti. Il resto lo fa l’amore per la musica di Landis e il modo in cui la usa nel film, mescolando canzoni e coreografie alla narrazione. E arruolando artisti come Aretha Franklin, John Lee Hooker, Ray Charles, Cab Calloway e tanti altri. Landis poi interrompe i numeri con uno dei migliori inseguimenti automobilistici nella storia del cinema, ed entra nel Guinness dei Primati per il maggior numero di incidenti in un solo film. Aykroyd proverà a portare avanti il mito, ma dopo la morte di Belushi non sarà più la stessa cosa.

1Animal House (1978)

Animal House, aka il film che ha reso John Landis un nome a Hollywood. E quello che ha lanciato definitivamente John Belushi, già star del Saturday Night Live. Ma anche l’apice del potenziale cazzeggione del nostro, che ha reinterpretato l’etica dell’establishment (e della goliardia) prevalente tra i giovani americani segnando il racconto cinematografico della vita universitaria. Per raccontare le avventure grottesche della sgangherata confraternita Delta Tau Chi nell’immaginario college Faber, Landis voleva anche Chevy Chase, Bill Murray e Dan Aykroyd, che però hanno rifiutato. Peggio per loro, perché John Belushi ruba la scena nei panni del perennemente ubriaco e animalesco Bluto, che non conosce limiti, quanto e più dei suoi scatenatissimi soci. Animal House è puro divertimento anarchico, il gold standard per le commedie sulle confraternite. All’insegna di una bella dose di cattivo gusto certo, ma anche di un gran cuore. «Toga! Toga!».

Bonus: Thriller (1983)

Michael Jackson vide Un lupo mannaro americano a Londra e si convinse che Landis poteva trasformarlo, insieme al mago del trucco e degli effetti speciali Rick Baker, in un mostro da film dell’orrore. E così è stato: il regista (qui la sua intervista per la presentazione del making of a Venezia 74) ha esteso la traccia – il settimo e ultimo singolo dall’album Thriller – girando un vero e proprio corto (con tanto di zombie-dancing) di quasi 14 minuti, che è ancora considerato il più grande video musicale mai realizzato. Una combo micidiale di due menti eclettiche e geniali, quelle di Landis e Jackson, che continua a essere celebrata, copiata, citata, dopo aver dato il via, negli anni ’80, all’era di MTV e della tv musicale in generale. Un fenomeno di culto da oltre 670 milioni di visualizzazioni su YouTube, che ha fatto la storia della cultura pop.

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