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I 20 migliori film originali Netflix

Da titoli che puntano all’Oscar (o lo hanno già vinto) a commedie più intelligenti di quanto si creda. Ecco il listone definitivo (per ora)

Foto: Netflix

Quante volte avete detto (o sentito dire) “tutti i film prodotti da Netflix fanno schifo”? In realtà, negli ultimi anni, sono cresciute le produzioni originali di alta qualità (e qui parliamo solo di fiction, non di documentari). Da titoli che puntano all’Oscar a commedie più intelligenti di quanto si creda. Ecco il listone definitivo (per ora) dei 20 film da non perdere.

20Finché forse non vi separi (2019) di Nahnatchka Khan

Una commedia romantica adulta, intelligente, divertente. Il palleggio di schermaglie e battute tra Ali Wong e Randall Park è da manuale. Ma il vero colpo di genio è il cammeo ‘cazzone’ di Keanu Reeves. Nel ruolo di se stesso.

19His House (2020) di Remi Weekes

Un’opera prima (ebbene sì) che “sfrutta” il tema dei migranti per confezionare un classico horror domestico. Detto così, sembra una furbata. Invece l’inglese Remi Weekes ha una mano e una delicatezza rare, in grado di rendere il film un oggetto che non assomiglia a nessun altro. Scene di tensione magistrali, e due protagonisti magnifici: Wunmi Mosaku e Sope Dirisu, segnatevi i nomi.

18Ma Rainey’s Black Bottom (2020) di George C. Wolfe

L’ultimo film da protagonista di Chadwick Boseman (per cui potrebbe vincere un Oscar postumo) è il fedele adattamento di una pièce teatrale: e si vede, nel bene e nel male. Ma l’idea di usare il blues per dibattere sull’eterna questione #BlackLivesMatter, le interpretazioni eccelse (vedi anche Viola Davis, nel ruolo del titolo) e lo stile volutamente “improvvisato” lo rendono un assolo unico, da queste parti.

17Okja (2017) di Bong Joon-ho

Dopo il capolavoro Parasite, il cane-maialone ecologista fischiato a Cannes 2017 fa quasi tenerezza. Ma non è un passo falso. Bong resta un grande autore con un grande sguardo sul mondo. E la scena della fuga della bestia tra strade e centri commerciali è un pezzo di cinema memorabile.

16Malcolm & Marie (2021) di Sam Levinson

Passo a due Covid-proof tra Zendaya e John David Washington (perfetta lei, meno efficace lui) by mister Euphoria Sam Levinson. Un mélo che si consuma in tempo reale tra artista e musa, ma soprattutto un film sull’industry che spunta anche un po’ antipaticamente tutte le caselle “giuste”. Ma che, in un bianco e nero sontuoso, prova a immaginare un futuro possibile per il cinema.

15Tutte le volte che ho scritto ti amo (2018) di Susan Johnson

Le produzioni originali ‘per adolescenti’ sono tra i titoli più riusciti. E questa rom-com in particolare è forse una delle migliori degli ultimi anni, per teen e non. Ha lanciato il fidanzato che tutte le mamme vorrebbero per le proprie figlie: Noah Centineo. Consigliata la maratona perché su Netflix c’è anche il sequel, P.S. Ti amo ancora, ed è in arrivo in settimana il terzo e ultimo capitolo.

14Private Life (2018) di Tamara Jenkins

Finalmente una grande parte da protagonista per Kathyrn Hahn. L’altra metà della coppia che accoglie in casa la nipote di lui (Paul Giamatti, parimenti grandissimo). E prova a realizzare il sogno (mancato) di diventare genitori. Indie-issimo, newyorkesissimo, imperdibilissimo.

13High Flying Bird (2019) di Steven Soderbergh

Dei due film firmati da Steven Soderbergh per Netflix (l’altro è Panama Papers), questo è il più sperimentale. Quasi un freestyle sugli scioperi nel mondo del basket USA. Chi se ne importa? E invece stai incollato a guardare.

12L’incredibile storia dell’Isola delle Rose (2020) di Sydney Sibilia

Prendi una storia pazzescamente anarchica, poco conosciuta, localissima ma dalla vocazione internazionale. Affidala a Elio Germano supportato da Matilda De Angelis in mood Sixties. Risultato: la commedia all’italiana plasmata sulla contemporaneità e a immagine del suo autore. Tra leggerezza e malinconia, rapporto tra libertà individuale e potere costituito. Bravi tutti.

11Sto pensando di finirla qui (2020) di Charlie Kaufman

Charlie Kaufman, lo sceneggiatore über-criptico diventato patrimonio popolare (Essere John Malkovich, Se mi lasci ti cancello), scrive e dirige il suo film forse più oscuro ed enigmatico. Che però è anche un saggio di scrittura e messinscena insieme respingente e seducente. Non per tutti, ma titoli come questo ormai non si trovano manco nelle sale (quando sono aperte, s’intende): meno male che Netflix c’è.

10Pieces of a Woman (2021) di Kornél Mundruczó

Un (finto) pianosequenza di 24 minuti che ti devasta, una Vanessa Kirby da lacrime e applausi, Shia LaBeouf come ottima spalla e la leggendaria Ellen Burstyn. L’ungherese Mundruczó si affida agli attori per raccontare questa storia di una donna a pezzi dopo la morte della figlia durante il parto. E Kirby brilla. È nata una stella.

9La ballata di Buster Scruggs (2018) di Ethan e Joel Coen

Sarebbe dovuta essere una serie, è diventato un film a episodi. Bellissimo. I Coen si lanciano a briglia sciolta nel West: dai toni scanzonati del primo capitolo (con un grandissimo Tim Blake Nelson) all’elegia funebre e solenne dell’ultimo. Un piccolo grande saggio di cinema.

8Sulla mia pelle (2018) di Alessio Cremonini

Portare sullo schermo la fine straziante di Stefano Cucchi è una scommessa vinta. Grazie al lavoro di regia, scrittura e recitazione: Alessandro Borghi ne fa una parabola quasi cristologica. Se oggi giustizia è (finalmente) fatta, è anche grazie a questo film.

7Il processo ai Chicago 7 (2020) di Aaron Sorkin

“Il più grande sceneggiatore vivente” (vedi l’Oscar per The Social Network) oggi è anche un signor regista. Dopo il passo (quasi) falso dell’esordio Molly’s Game, Aaron Sorkin firma un’opera seconda che è più di un semplice legal drama. Nel perfetto gioco delle parti tra liberal sessantottini e ordine (pre)costituito, c’è il dibattito politico sull’America (pre Biden) di oggi. Cast stratosferico: Mr. West Wing si conferma anche uno dei migliori direttori d’attori su piazza.

6The Meyerowitz Stories (2017) di Noah Baumbach

Anche questo a Cannes 2017, tra le contestazioni degli esercenti ‘tradizionali’, è stato ampiamente sottovalutato. In realtà è un affresco famigliare comico, commovente, umanissimo. Con un cast incredibile: Sandler, Hoffman, Stiller e mille altri. Uno più bravo dell’altro.

5Mank (2020) di David Fincher

Un film girato come i classici 40s (la storia, del resto, è quella della genesi di Quarto potere), ma con la mano contemporanea (no: anticipatrice) di Fincher. Libero, grazie a Netflix, di girare il film “impossibile” che tutti gli Studios gli avevano negato. I cinefili gongolano (e si dividono) tra décor e citazioni, il pubblico può incappare in uno dei prodotti più alti che ci siano sulla piattaforma: ed è solo un bene.

4Da 5 Bloods – Come fratelli (2020) di Spike Lee

Con il primo film USA ad alto budget a raccontare il Vietnam attraverso gli occhi dei soldati neri, Spike Lee fa un’altra lezione magistrale di storia black e tu non te ne accorgi. Mai. Perché è sempre grande cinema. Impossibile dimenticare la performance potentissima di Delroy Lindo e quella quasi profetica di Chadwick Boseman. Come si dice? Capolavoro.

3Storia di un matrimonio (2019) di Noah Baumbach

Ancora Baumbach, nel divorce movie definitivo: ovvero, non il racconto di una separazione, ma la storia d’amore perfetta per questi tempi. Adam Driver e Scarlett Johansson brillano, ma pure i comprimari (Laura Dern, Ray Liotta, Alan Alda) non scherzano. Uno dei film degli ultimi anni.

2The Irishman (2019) di Martin Scorsese

A chi si confessa Robert De Niro per tutto il film? Chi lo sa. Forse al Dio del cinema stesso. Scorsese prende lui, Al Pacino e Joe Pesci, li ringiovanisce e li usa per raccontare sì il mafioso Hoffa, ma soprattutto un cinema che non c’è più. E che, non solo grazie agli effetti speciali, torna giovanissimo. Altissimo, seminale, finale.

1Roma (2018) di Alfonso Cuarón

Il supercapolavoro di Netflix resta la “ricerca del tempo perduto” di Cuarón. Una storia privata che diventa affresco pubblico, politico, femminista senza retorica. Un sontuoso bianco e nero avvolge le sequenze più sbalorditive del cinema degli ultimi anni. Mancato Oscar al miglior film: Hollywood non era ancora pronta a premiare una produzione Netflix, come invece avrebbe dovuto fare.

Bonus: The Other Side of the Wind (2018) di Orson Welles

Due ore per cinefili duri e puri. Ma portare alla luce il film incompiuto di Orson Welles serve a Netflix per posizionarsi intellettualmente. Un’operazione, da questo punto di vista, inappuntabile. Chi altri può vantare un simile autore nel catalogo?

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