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I 10 migliori film usciti in streaming dall’inizio della quarantena

Che cosa resterà di questo lockdown? Per quanto riguarda il cinema (in streaming) rispondiamo noi. O almeno, ci proviamo

Anya Tayloy-Joy in 'Emma.'

10L’altra metà di Alice Wu (Netflix)

Ormai l’abbiamo capito: le serie e i film teen sono tra le cose che riescono meglio a Netflix, per quanto riguarda le produzioni originali. Anzi, sono diventati un genere così maturo che ormai riesce addirittura a “ripensare” se stesso. Prendete questo film, apparentemente il solito teen romance, che invece – sviluppo dopo sviluppo: ma non spoileriamo – diventa qualcos’altro: soprattutto, una storia di amicizia e di coming of age (e pure coming out). Con un trio di bravi interpreti e tante citazioni al cinema di ieri, da Casablanca a Il cielo sopra Berlino. Che non fanno mai male: soprattutto agli adolescenti digitali di oggi.

9Buio di Emanuela Rossi (MyMovies)

Una cosa ci ha insegnato la quarantena: in Italia ci sono tantissimi esordi promettenti che nelle sale rischiano di essere disertati, mentre in streaming possono trovare una maggiore visibilità. È il caso, tra gli altri, del debutto – già presentato con successo all’ultima Festa del Cinema di Roma – di una regista che, per caso o per fortuna, diventa a suo modo profetica: il racconto delle tre sorelle costrette in casa dal padre perché fuori c’è una presunta Apocalisse sembra una fotografia del nostro isolamento. In più, la neo-autrice ci mette sensibilità femminile/femminista e un’ottima direzione delle sue giovani attrici, su tutte la futura stella Denise Tantucci, dalle fiction Rai al prossimo (attesissimo) Nanni Moretti.

8Circus of Books di Rachel Mason (Netflix)

Vedi alla voce: incredibile ma vero. I coniugi Karen e Barry Mason, ebrei a LA (e lei pure in odore di ortodossia), rilevano negli anni ’70 una vecchia libreria malmessa: ne faranno un tempio della cultura (porno) gay. E diventeranno pure produttori di film hard. La figlia-regista racconta oggi questa storia sepolta (pure in famiglia): il lavoro era lavoro, non si mischiava con i sentimenti privati. Ne esce un album di ricordi folle e tenero, di quelli che si possono scovare solo in America. Con un messaggio tra le righe: a volte la Storia (la libreria Circus of Books è diventata fortino dei diritti LGBTQ) la fa chi nemmeno se ne accorge.

7Selah and the Spades di Tayarisha Poe (Amazon Prime Video)

Sì, un altro cosiddetto “teen movie”, e non solo perché ormai ne vengono prodotti più delle mascherine, ma perché questo ha la famosa scintilla. Merito di Tayarisha Poe che, alla suadebutto dietro la macchina da presa, già spicca per l’unicità e la freschezza della sua voce e per il modo in cui usa genere e ambientazione per raccontare le dinamiche di potere in miniatura. Quando il college incombe, ogni capo cheerleader (e boss indiscussa della scuola) che si rispetti vuole trovare la propria degna erede. Soprattutto se non si tratta solo di dominare il liceo, ma pure di gestire traffici tutt’altro che leciti. Il resto lo fanno i giovanissimi (e centratissimi) interpreti: dall’ape regina, praticamente una Corleone in erba (l’esordiente Lovie Simone), alla sua protégée Paloma (Celeste O’Connor). A quando l’opera seconda?

6Magari di Ginevra Elkann (RaiPlay)

Vestivamo non più alla marinara, ma con la giacca di jeans e i Moon Boot (anche in spiaggia!). Dopo la prozia scrittrice, una Agnelli regista: apriti cielo! E invece (per fortuna) no: tutti d’accordo sul fatto che l’opera prima di Ginevra Elkann, già presentata con successo ai festival di Locarno e Torino, sia uno degli esordi italiani più freschi e interessanti degli ultimi tempi. Ritratto di famiglia (allargata) in un interno: una villa di Sabaudia dove tre ragazzini ormai residenti a Parigi con mammà ritrovano il padre sceneggiatore “stile Manuel Fantoni” (Riccardo Scamarcio), con nuova compagna al seguito (Alba Rohrwacher). Ne esce un ritratto delicato e sorprendentemente ironico, sospeso tra il cinema di Valeria Bruni Tedeschi e lampi di classicità da Grande Cinema Italiano di ieri (vedi la nonna Florinda Bolkan). Pensato, scritto e girato con assoluta libertà. Brava Ginevra.

5Wildlife di Paul Dano (Sky)

Per il ciclo “gli invisibili”, un film acclamatissimo fin dalla première al Sundance Film Festival del 2018 e finora mai arrivato da noi. Misteri della distribuzione. Il debutto alla regia dell’attore Paul Dano, che resta volutamente fuori scena, è un perfetto pezzo di “Americana”: padre in fuga (Jake Gyllenhaal), madre casalinga disperata (Carey Mulligan), e il figlio adolescente (Ed Oxenbould, bravissimo) costretto a crescere in fretta. Alla base c’è il romanzo neo-western Incendi di Richard Ford, ma lo sguardo di Dano è insieme classico e personale, e capace di raccontare in modo nuovo una storia già sentita mille volte. Attendiamo l’opera seconda.

4Beastie Boys Story di Spike Jonze (Apple TV+)

Il miglior documentario musicale dell’anno? Decisamente. Forse, pure uno dei migliori documentari e basta. Spike Jonze, fermo dal 2013 (l’ultimo film è Lei – Her), traduce sullo schermo lo spettacolo-memoir che aveva confezionato per i teatri di mezza America insieme alla band newyorkese di culto. O almeno quel che ne resta. Perché, più che il biopic discografico degli inventori dell’hip hop bianco, questa è la storia di un’amicizia. E di una perdita: quella di Adam Yauch, aka MCA, che ha cambiato il corso della loro vita (e della loro musica). Magnifica operazione-nostalgia per i fan, ma il film non è solo per loro: ed è questo il bello.

3The Lighthouse di Robert Eggers (Chili, Apple TV)

Duello di lusso all’ombra di un faro sperduto tra il sempre grande Willem Dafoe e – sorpresa – Robert Pattinson, che qui si scrolla definitivamente di dosso il vampiro di Twilight (e soprattutto l’etichetta di teen idol) per fare davvero sul serio. Ci voleva Robert Eggers, nome contemporaneo del gothic horror da The VVitch in poi, che gira questa discesa nella follia quasi soprannaturale con un bianco e nero da cinema muto tra tempeste, rum, sirene e masturbazioni. Il film lascia il segno più per le atmosfere e per le performance che per la storia in sé, ispirata a scritti di Melville e ai diari dei marinai di fine ‘800. Ma l’intensità, la ferocia e il senso di claustrofobia di questo cesellatissimo period piece rimangono incollati addosso senza via di scampo. Glorificato dalla critica americana, è arrivato in streaming praticamente a sorpresa a risollevare le sorti del cinema in quarantena.

2Favolacce dei Fratelli D’Innocenzo (Sky Primafila Premiere, TimVision, Chili, Google Play, Infinity, CG Digital e Rakuten Tv)

La scoperta da parte del grande pubblico e il plauso a dir poco unanime della critica (diventato quasi fandom), siglato da ben nove nomination ai Nastri d’argento e un testa a testa con il loro maestro Matteo Garrone. I Fratelli D’Innocenzo non sono registi, ma un modo di vedere il cinema e di farlo come da tempo non si vedeva, men che meno a 31 anni. E questo Favolacce è più di una fiaba dark di periferia, è uno sguardo inesorabile su un mondo abbruttito e una quotidianità senza speranza, dove tutti perdono, sempre. E in cui gli unici a mantenere la lucidità sono i bambini, allo stesso tempo vittime degli adulti e carnefici di se stessi. Perché quella è l’unica possibilità di redenzione. Un’opera seconda spietata e consapevole, diventata immediatamente di culto. E che fa sperare benissimo per il futuro del cinema, nonostante tutto. Noi ve l’avevamo detto.

1Emma. di Autumn de Wilde (Apple TV, Chili, Rakuten TV, Google Play, YouTube)

Non ce ne voglia il grande cinema italiano d’autore ma, da Ragione e sentimento in poi, siamo particolarmente sensibili agli adattamenti di Jane Austen (e al décor). Il punto dopo il titolo suggerisce che questa splendida versione del quarto romanzo dell’autrice sia quello definitivo, vedere per credere. 25 anni dopo Gwyneth Paltrow, l’educazione sentimentale della rampolla viziata è tornata sullo schermo per introdurre Austen alle nuove generazioni con una protagonista deliziosa, Anya-Taylor Joy (già vista in Split, Glass e, prossimamente, Black Widow). La storia è familiare sì, ma il film è girato meravigliosamente e le scene chiave sono state ripensate con humor e grazia da Autumn de Wilde che, alla sua opera prima, centra l’eleganza caustica della scrittrice, dando alle convinzioni sull’indipendenza femminile della protagonista una rilevanza contemporanea. E c’è pure una sorprendente Mia Goth, che qua e là ruba la scena.

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