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Mancano sette giorni alla notte più importante del cinema. Da oggi ripassiamo le candidature nelle categorie maggiori, tra i favoriti dai bookmaker e i nostri preferiti. Che nel caso degli attori non protagonisti coincidono, perché c'è un solo nome possibile: quello di Brad Pitt. Con Cliff Booth, lo stuntman e miglior amico della star della tv in crisi Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), Quentin Tarantino gli ha scritto il ruolo della vita. E lui, nonostante sia il divo più figo di Hollywood in tutti i sensi, ha il talento e l'umiltà di fare benissimo da spalla, anche se inevitabilmente finisce per prendersi la scena. E poi Brad fa i discorsi di ringraziamento migliori della stagione dei premi. Vogliamo farci mancare il suo agli Oscar?
Veterano del cinema di Scorsese, è il supporting actor per definizione: un profilo che gli è già valso un Oscar proprio con Marty per Quei bravi ragazzi nel 1991. Il riconoscimento dell'Academy alla sua performance nei panni del boss Russell Bufalino risarcisce almeno in parte la mancanza dell'amico Bob De Niro nella cinquina dei protagonisti. Se non dev'essere Brad, che sia Joe a vincere il 9 febbraio.
Grazie alla parte del gangsta-sindacalista Jimmy Hoffa, Al Pacino ha ottenuto una nuova candidatura agli Oscar dopo 27 anni dall'ultima volta, quando era nominato sempre come supporting per Americani ma vinse come protagonista per Scent of a Woman - Profumo di donna . A questo giro è una più che degna medaglia di bronzo.
Un altro grande ritorno agli Academy Award per l'attore inglese, che mancava dalle nomination dal 1998, anno in cui fu candidato per Amistad di Spielberg. Fu certamente troppo generosa la candidatura di allora, e pure quest'anno – nonostante l'indubbia bravura nei panni di Joseph Ratzinger – ci sembra una scelta un po' troppo scontata da parte dei giurati.
Tutti amano Tom, noi per primi. Ma sarà che il personaggio del vero conduttore dello show per bambini Fred Rogers è un'icona più americana che europea, sarà che Hanks rappresenta una di quelle quote obbligate alla Meryl Streep, ma noi avremmo preferito una scelta più coraggiosa: Willem Dafoe per il super indipendente The Lighthouse o Timothée Chalamet nel classicone Piccole donne. E poi smettiamola con queste nomination da non protagonisti agli attori che, di fatto, sono in scena per tutto il film. O quasi.
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