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‘Le vele scarlatte’, in esclusiva la clip dal nuovo film di Pietro Marcello

Dopo il bellissimo 'Martin Eden' con Luca Marinelli, per il suo primo lungometraggio francese il regista si ispira (ancora una volta liberamente) al romanzo dello scrittore russo pacifista del XX secolo Aleksandr Grin

Foto: 01 Distribution

Dopo il bellissimo Martin Eden (con Luca Marinelli che vinse la Coppa Volpi a Venezia 76), Pietro Marcello si ispira (ancora una volta liberamente) a un altro romanzo: Le vele scarlatte di Aleksandr Grin, scrittore russo d’avventure nato sul finire dell’Ottocento, che aderì al socialismo rivoluzionario e fu arrestato varie volte per la sua attività politica. Nonostante il successo, il tono antimilitarista e romantico imbarazzava gli editori dell’epoca: divenne così un reietto e morì in povertà.

Le vele scarlatte (al cinema dal 12 gennaio 2023 distribuito da 01 Distribution) è un racconto popolare, musicale e storico, al confine con il realismo magico, ed è il primo film in francese del regista: da qualche parte nel nord della Francia, Juliette (Juliette Jouan), giovane orfana di madre, vive con il padre, Raphaël (Raphaël Thiéry), un soldato sopravvissuto alla prima guerra mondiale. Appassionata di musica e di canto, Juliette ha uno spirito solitario. Un giorno, lungo la riva di un fiume, incontra una maga che le predice che delle vele scarlatte arriveranno per portarla via dal suo villaggio. Juliette non smetterà mai di credere nella profezia.

«L’elemento che mi ha fatto vedere un film nel romanzo di Grin è il rapporto tra il padre e la figlia», spiega Marcello. «La madre muore, ed è il padre a prendersi cura della bambina. Questo rapporto mi interessa in sé, e ancor più nel momento in cui si spezza. Lui muore e lei diventa una donna indipendente. Ora, nel romanzo, lei passa da un uomo, il padre, ad un altro uomo, il giovane avventuriero che entra nella sua vita come un principe azzurro. Nel film le cose vanno in maniera diversa. Un uomo arriva. È un aviatore. Ma non è il principe azzurro. Jean (Louis Garrel) rappresenta per me l’uomo moderno». Il secondo elemento è «la strana famiglia allargata che accoglie Raphaël quando ritorna a casa dalla guerra. C’era il potenziale per creare una piccola comunità matriarcale, che poi è diventata nel film la “corte dei miracoli” formata da un gruppo di reietti del villaggio».

E ancora: «Martin Eden tradisce la sua famiglia per istruirsi e cambiar vita, prende le distanze dalle sue origini. Non è un tradimento di classe, ma di affetti. Ed è ben più profondo, tanto che alla fine ne è come consumato. Juliette è un anti-Eden. Bambina, ha la possibilità di andar via, di studiare in città e farsi una vita. Decide al contrario di rimanere a fianco del padre e lavorare con lui. Solo la morte di Raphaël la libera da quel patto. Che però non è stato per lei né un sacrificio né una violenza. Juliette continua a far parte di una comunità matriarcale. Quella di Martin Eden è una figura torturata. Le vele scarlatte al contrario è un film arioso».

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