Rolling Stone Italia

A Pantelleria con Tilda Swinton o a Ponza con Bill Murray?

Tutti sulle isole italiane! Sicilia e Sardegna escluse. Quelle piccole, microcosmi in cui le ‘Ferie d’agosto’ diventano scenario di amori, conflitti, sorprese. Da ‘A Bigger Splash’ di Luca Guadagnino allo ‘Steve Zissou’ di Wes Anderson, pronti a salpare?

Foto: Lucky Red

Il disprezzo (1963) di Jean-Luc Godard – Capri

Capri come nessuno l’aveva mai ripresa (e come nessuno la filmerà mai più). Brigitte Bardot molla il “cinema di papà” e diventa materia viva e incandescente nelle mani di Godard, che adatta (liberamente) il romanzo di Alberto Moravia. E fa di Villa Malaparte, con la sua leggendaria scalinata vista Faraglioni, un luogo ancora più simbolo del (cinema) Mediterraneo.

Caro diario (1963) di Nanni Moretti – Eolie

È il secondo capitolo del film, intitolato appunto Le isole, quello dedicato al detour siculo di Nanni. Prima Lipari, poi Salina, quindi Stromboli, Panarea e Alicudi: la più selvaggia, quella senza elettricità, e che dunque sembra andare bene al protagonista e all’amico Gerardo (Renato Carpientieri). O forse no. Unforgettable.

Il postino (1994) di Michael Radford – Procida

Va bene, ora è arrivata la serie Generazione 56K. E in mezzo c’è stato Il talento di Mr. Ripley. Ma Procida resterà sempre e solo l’isola del Postino. Cioè Massimo Troisi, nel suo ultimo (amatissimo) ruolo, cioè quello del portalettere del poeta Neruda (Philippe Noiret). Gli scorci paesaggistici e l’autoctona (o quasi) Maria Grazia Cucinotta fanno il resto. Un cult globale.

Ferie d’agosto (1996) di Paolo Virzì – Ventotene

Come Virzì nessuno mai, in quanto a racconto vacanziero che diventa in realtà analisi socio-antropologica lucidissima sull’Italia che scopre il berlusconismo (e, forse, si divide per sempre). Destra e sinistra di colpo non esistono più, anche se le differenze tra il clan intellettuale (capitanato da Silvio Orlando) e quello cafone (con in testa Ennio Fantastichini), vicini di casa a Ventotene, sono incolmabili. Ma ne siamo davvero sicuri?

Panarea (1997) di Castellano & Pipolo – Panarea

Sì, le Eolie le abbiamo già toccate con Nanni, e non dovremmo fare il bis. Ma per questo stracult è doveroso. Quota pop(pissima) in questa galleria, è il film con cui gli specialisti Castellano & Pipolo firmano le loro cartoline dalla villeggiatura. Da Alessia Merz a Guido Nicheli, il cast è anch’esso stracult. Imperdibile o perdibilissimo: decidete voi.

Respiro (2002) di Emanuele Crialese – Lampedusa

Non certo un film di vacanza, ma raramente un’isola è stata fotografata con questa esattezza naturalistica e umana. Lo fa Crialese, che rende Lampedusa (pre-migrazioni, o quasi) la vera protagonista di questo mélo, quasi lo specchio in cui si riflette la splendida Valeria Golino. Un instant classic.

Le avventure acquatiche di Steve Zissou (2004) di Wes Anderson – Ponza

Wes Anderson viene in Italia per i suoi tableaux mediterranei, e finisce a Ponza. Insieme a Steve Zissou/Bill Murray, alla guida del sottomarino più sgangherato della storia del cinema. Le polaroid del capitano col berrettino su sfondo di porticciolo del Tirreno non si dimenticano. Ah, ci sono anche Owen, Cate, Anjelica, Jeff, Willem: possiamo venire in vacanza con voi?

Isole (2011) di Stefano Chiantini – Tremiti

Non un film che fatto la storia, ma non è qui non solo per coprire la quota Tremiti. Chiantini ha un tocco sensibile nell’inquadrare tre destini che trovano come crocevia l’arcipelago dell’Adriatico. Una donna silenziosa, un immigrato clandestino, un prete solitario: le onde s’infrangono sugli scogli e contrappuntano la schiuma delle emozioni.

A Bigger Splash (2015) di Luca Guadagnino – Pantelleria

Per il remake (molto personale) della Piscina di Deray, Guadagnino sceglie una Pantelleria che è insieme solare e spettrale. E fa del suo quartetto di protagonisti – Tilda Swinton, Ralph Fiennes, Dakota Johnson, Matthias Schoenaerts – uno dei gruppi di famiglia in un esterno (o interno: purché sia un dammuso) più folgoranti degli ultimi anni. Erotico, ispirato, sottovalutato.

A casa tutti bene (2018) di Gabriele Muccino – Ischia

Metti Gabriele Muccino e un manipolo di attori di razza a Ischia (da cui – questa l’intuizione narrativa da giallo famigliare – non si può andare via causa maltempo) e che cosa succederà? Si metteranno a urlare tutti contro tutti, tra (ri)sentimenti incrociati e assortiti. Ne esce un piccolo capolavoro, intelligentissimo e cattivissimo. Che presto diventerà una serie-reboot, sempre diretta da Muccino: non vediamo l’ora.

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