Questo 2020 è un momento delicato per l’arte, e per la fotografia nello specifico. L’obbligo di restare a casa complica la realizzazione di reportage e produzioni al di fuori della propria regione. Allo stesso tempo, mai come in questo periodo la fotografia diviene elemento fondamentale per esprimere la propria visione personale sul lockdown e la conseguente quarantena. Adesso l’obiettivo della macchina fotografica si rivolge all’interno, interpretato nelle sue molteplici sfaccettature: un luogo interiore, ma anche un luogo fisico come la propria casa.
Homebound with my parents © Enda Burke
La serie Homebound with my parents, realizzata dal fotografo irlandese Enda Burke, parte dal tema del lockdown e indaga i temi dell’inconografia familiare e cattolica dell’Irlanda contemporanea, generando un personale universo visivo. Questo progetto è nato quando è stato dichiarato il lockdown in Irlanda. Di solito l’artista si occupa di street photography, ma dal momento che le strade si sono svuotate, ha deciso di adattarsi e di girare l’obiettivo sulle persone che vedeva praticamente tutti i giorni, i suoi genitori.
Homebound with my parents © Enda Burke
Nonostante la gravità della situazione, Enda Burke ha deciso di interpretare questo momento storico con umorismo e ironia, affrontando lo stress dell’isolamento con tantissimo colore. L’artista racconta: «Ho notato che, mentre l’isolamento forzato continuava, mi sentivo nostalgico e rievocavo i ricordi di ciò che era stato. Ho letto un articolo che diceva che era un fenomeno comune per le persone sognare ad occhi aperti i pensieri nostalgici come una forma di fuga dalla pandemia».
Homebound with my parents © Enda Burke
Questo lavoro rappresenta il punto d’incontro tra realtà e fantasia. Ogni singolo scatto è realizzato con precisione e cura, quasi maniacale, al dettaglio. Immagini che celano sempre nuove possibilità di lettura. A tal proposito l’artista aggiunge: «Crescendo in Irlanda negli anni Novanta vedevo sempre immagini di iconografia religiosa cattolica nelle case della gente. Queste immagini mi affascinavano, mi stupivano e mi sconcertavano. Volevo incorporare queste immagini nella serie. Sono anche attratto dalla monotonia associata alla vita della classe operaia e da come piccoli dettagli di colore e gioco possono diventare meraviglie in ambienti monotoni».