Thumbnails
Andrea Boccalini ha cominciato a fotografare il mondo del wrestling italiano casualmente, seguendo un amico che stava progettando un format televisivo sull’argomento. Si è trovato così a una festa della birra nella periferia romana, dove tra uno stand e un palco su cui si stava esibendo il sosia di Renato Zero, c’era un ring di combattenti.
Il mondo del wrestling italiano è situato in una sfera vagamente borderline, ma che al suo interno contiene una certa poesia. Andrea ha cominciato a scattare circa 4 anni fa e si è mosso in molte città italiane come Forlì, Bologna, Frosinone e Roma.
Il titolo del progetto “Spaghetti Wrestlers” si rifà al concetto di “Spaghetti Western”, come a indicare quel tentativo di emulazione del cinema nostrano nei confronti delle grandi star del cinema hollywoodiano.
Il risultato è il racconto di un mondo dalle sfumature pasoliniane, dove gli atleti si cambiano d’abito nei furgoni dietro al ring o si esibiscono nei palazzetti dello sport in provincia. In Italia il business intorno al mondo del wrestling è ancora molto limitato e questo sport viene praticato il più delle volte in maniera amatoriale.
Tra i wrestlers non c’è la stessa competizione che si può trovare durante una partita di calcetto o di tennis, dove l’importante è vincere. Il wrestling è prima di tutto spettacolo, coreografia e stupore. Gli atleti si accordano prima del match su chi sarà il vincitore e chi il perdente; la vera emozione sta nel coinvolgimento del pubblico e nella capacità di recitazione.
Il vero momento di gloria arriva quando si riesce a stupire il pubblico con mosse atletiche spettacolari, quasi da stunt-man. Ogni tanto capita qualche infortunio: un osso rotto, un dente saltato o, nella migliore delle ipotesi, qualche livido.
Fare il wrestler non è una passeggiata: è necessario un allenamento costante, non solo dal punto di vista fisico e muscolare ma anche sotto l’aspetto della coordinazione. È fondamentale sapere come eseguire, schivare o attutire un colpo per evitare di farsi male.
Dietro a ogni wrestler c’è un personaggio studiato a tavolino: c’è l’eroe bello e buono, il piccoletto stronzo e scorretto, quello amato dal pubblico e quello odiato da tutti.
Ogni atleta ha il suo ruolo preciso, come anche il suo nome di battaglia: Dave Blasco, Red Scorpion, Lyon, Flavio Augusto Imperatore, Il Cinghiale della Ciociaria, Chris Steel…
Mastodont di mestiere fa la guardia giurata, ma anche sul ring scende in divisa. Il suo ruolo è quello del tutore della legge e il suo sogno è quello di un mondo dove nessuno parcheggi più la macchina in doppia fila.
Alcuni dei wrestlers italiani sono diventati abbastanza famosi anche all’estero. In alcuni paesi come Malta, Irlanda e UK questo sport è molto più seguito dal pubblico e può godere di un certo ritorno economico.