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Classe 2022

Il divo non divo, una rockstar della recitazione con quella faccia lì, il prim’attore e il supporting di lusso, il preferito dagli autori di ieri e di oggi, che però vive lontano da Hollywood. E ora il Direttore artistico di Biennale Teatro: «Nel teatro evochi, nel cinema catturi». Dalla New York del Wooster Group a una fattoria fuori Roma con gli alpaca «che è davvero casa»
Abbiamo chiesto a Damiano e Fabio D’Innocenzo di intervistare Salmo e fargli raccontare il mondo di ‘Ranch’, la necessità di isolarsi per riconnettersi con se stesso, il rapporto col cinema, la sua favolaccia d’artista che ha scelto di dire la verità anche se fa male
Libera dalle aspettative e dai giudizi altrui. Libera di sbagliare e crescere. Libera di essere se stessa. Fumettibrutti intervista Elodie: i sogni di una ragazza troppo timida per cantare, il periodo in cui ha fatto la cubista, il nuovo album ‘Mi ami mi odi’, i due stadi, la vita sospesa nei club, il bello di sentirsi parte d’una comunità, la potenza del corpo. «Io sono questa, prendere o lasciare»
Cronaca di un inseguimento tra interviste mancate, ritardi micidiali, attese interminabili. Alla fine il grande rapper americano ci ha fatto ascoltare in anteprima ‘Tha Carter VI’ e ha parlato per ore della famiglia, delle collaborazioni da Bono a Bocelli, del mancato invito al Super Bowl, della foto con Trump. Aspettatevi risposte schiette, un senso di libertà assoluta, canne a volontà
I centri sociali occupati e i Sangue Misto («un culto costruito sul nulla»), i primi dischi solisti e il successo di ‘Aspettando il sole’. Poi l’accusa di tradimento che gli è costata «15 anni di cancro alla felicità», la carriera nella musica cantata, la pace necessaria per riportare tutto a casa. Con ‘Canerandagio parte 1’ è tornato al rap, anche se preferisce definirsi cantante e non rapper. «Non faccio i dischi per gli altri. Questa musica è talmente potente che sono disposto a subirne le eventuali ripercussioni»
La trilogia dell'identità si chiude ma, quando tiri le somme, l'unica sintesi possibile è che forse Marracash andrebbe coniugato al plurale. Per questa copertina siamo andati a Londra da un mostro sacro della fotografia, Rankin, e ci siamo anche divertiti. Un bilancio di vita artistica e non solo, a metà strada tra l’uscita di ‘È finita la pace’ e l'inizio del tour negli stadi: Sanremo e la sfida di non andarci («è più importante preservare la musica»), la salute mentale e il microcosmo dell'industria musicale che è «un tritacarne», i social («un bel rullo compressore di appiattimento») e l’aria che tira in Italia: «Vuoi fare la zuppa di fascismo? Metti dentro ignoranza e paura»
Non è il film della sua vita, perché «tutti i film sono film della vita». Ma è da più di trent’anni che il nostro autore più libero, anticonformista, internazionale, cool voleva adattare il libro di Burroughs. Il capolavoro che ne esce, nelle sale dal 17 aprile, è il pretesto per una lunga conversazione su tutto. Il cinema, il linguaggio, le radici, le ossessioni, il sesso, il cibo, l’industria italiana, l’immaginario che ha creato (feat. Timothée Chalamet & Co.), sé stesso. Come forse non si era svelato mai
Quando Franco sta male, scrive. E quando scrive, ha sempre qualcosa d’interessante da dire. Il nuovo album ‘Futuri possibili’ prende il via da un amore finito e abbina testi malinconici, pieni di indizi emotivi e reliquie sentimentali, a musiche luminose che lo tengono alla larga dal melodramma. Racconta tutto in questa intervista: le parole scelte con cura, gli amici e i feat, il suo essere «strofaro», la “sottanza” a volte necessaria per tirare fuori le canzoni. «Odiavo la mia fragilità, poi ho scoperto che è il modo migliore per esprimermi»
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