Genere Musicale Grunge, Alternative metal, Rock alternativo, Hard rock, Heavy metal
Gli Alice in Chains sono uno dei gruppi più importanti del movimento Grunge, la scena musicale alternativa che ha preso piede a Seattle tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta. La musica degli Alice in Chains è sempre stata più ispirata all’heavy metal e all’hard rock, e non dal punk e dalla psichedelia come per altre band come Nirvana, Pearl Jam e Streaming Trees.
Carriera
Gli Alice in Chains si formato a Seattle nel 1987, grazie all’incontro tra il cantate Layne Staley e il chitarrista Jerry Cantrell. I due sono già attivi nella scena alternativa di Seattle e vogliono unire le rispettive esperienze in una band nuova. Quando Staley e Cantrell si trovano senza gruppi, formano gli Alice in Chains con Mike Starr al basso e Sean Kinney alla batteria. Nel 1989 firmano un contratto con la Columbia Records. Nel luglio del 1990 gli Alice in Chains pubblicano il loro ep di debutto We Die Young. Il pezzo che dà il titolo all’EP diventa popolare nelle radio americane che trasmettevano heavy metal.
Nel 1990 esce il primo disco degli Alice in Chains, Facelift, il cui video del singolo Man in the Box viene trasmesso molto spesso da Mtv. A promozione del disco, gli Alice in Chains suoneranno in giro per gli Stati Uniti di supporto a Van Halen, Iggy Pop, Slayer, Anthrax e Megadeth. Nel 1992 gli Alice in Chains conquistano grande popolarità grazie alla partecipazione alla colonna sonora del film Singles – L’amore è un gioco del regista Cameron Crowe, con il singolo Would. Il film racconta le varie storie dei giovani di Seattle e sarà un vero e proprio trampolino di lancio per tante band tra cui proprio gli Alice in Chains.
Nel settembre del 1992 gli Alice in Chains pubblicano il secondo atteso disco, Dirt. Questo lavoro rappresenta un’evoluzione del loro sound. Più maturo e rallentato, anche se sempre pesante e distorto. Dirt è stato un successo sia di critica che di pubblico. In quel periodo, date anche le tematiche dei testi del disco, cominciano a farsi largo le voci della dipendenza dall’eroina del cantate Layne Staley. Il cantante però non è l’unico: anche il bassista Mike Starr ha sviluppato una dipendenza e lascerà gli Alice in Chains in favore di Mike Inez.
Nel 1994 esce il nuovo disco degli Alice in Chains, Jar of Flies. Un ep dal suono prevalentemente acustico ma con un’atmosfera sì meno claustrofobica ma molto cupa. Considerato un vero e proprio disco dai fan della band, Jar of Flies esordisce al numero 1 delle classifiche americane. Nonostante il successo di pubblico e critica (che acclama Jar of Flies come un capolavoro), gli Alice in Chains non vanno in tournée per motivi di tossicodipendenza di Layne Staley, il quale però riesce qualche volta a esibirsi coi Mad Season (supergruppo grunge che includeva il chitarrista dei Pearl Jam Mike McCready, ed il batterista degli Screaming Trees Barrett Martin).
Nel novembre del 1995 gli Alice in Chains pubblicano un album omonimo, Alice in Chains, che i fan però ribattezzano Tripod, per via della foto in copertina che ritrae il cane a tre zampe di Cantrell. Tripod prosegue il percorso di evoluzione nel sound degli Alice in Chains bilanciando melodia e sperimentazione. Anche Tripod è un successo esordisce al numero 1 delle classifiche americane. Si tratta dell’ultimo disco degli Alice in Chains, che anche questa volta non andranno in tournée ma si limiteranno a qualche concerto di spalla dei popolari “shock-rocker” Kiss.
Nel 1996 gli Alice in Chains fanno una delle loro ultime apparizioni pubbliche nel popolare show MTV Unplugged. Durante questa esibizione Layne Staley è in pessime condizioni di salute. Alla tossicodipendenza, si aggiunge la depressione di cui si ammala Layne Staley dopo la morte della sua fidanzata, sempre nel 1996, a seguito di un’infezione batterica provocata dall’uso di droga. Segue un periodo di progressivo isolato in cui gli altri membri degli Alice in Chains non riescono nemmeno a mettersi in contatto con lui. Pur non essendosi mai ufficialmente sciolti, gli Alice in Chains non pubblicano più nuova musica e nel 2002 Layne Staley viene trovato morto a causa di un’overdose di cocaina ed eroina.
Nel 2005 i tre Alice in Chains rimasti, Jerry Cantrell, Mike Inez e Sean Kenney organizzano un concerto per raccogliere fondi per le vittime dello tsunami che ha colpito il sud est asiatico nel 2004. Alla voce si alternano il cantate dei Puddle of Mudd Wes Scantlin, il cantante dei Tool Maynard James Keenan e il cantante dei Damageplan Patrick Lachman. L’anno successivo, per una tournée insieme alla rock band degli anni Ottanta delle Heart, gli Alice in Chains presentano il nuovo cantante: William DuVall.
Nel 2009 i rinnovati Alice in Chains pubblicano il loro nuovo disco, Black Gives Way to Blue. Il disco riceve ottime critiche ed entra in classifica al numero 5. Il sound degli Alice in Chains è ormai un marchio di fabbrica e Black Gives Way to Blue continua il percorso interrotto più di dieci anni prima dalla morte di Layne Staley.
Nel 2013 gli Alice in Chains pubblicano un nuovo disco di materiale inedito: The Devil Put Dinosaurs Here. Nel 2016 partecipano al tributo per i quarant’anni di 2112 della band progressive rock dei Rush, con una versione “alla” Alice in Chains di Tears. Sempre nel 2016, in occasione del Record Store Day, gli Alice in Chains pubblicano una versione in vinile in edizione limitata numerata (3500 copie) del concerto registrato al Moore Theatre di Seattle il 22 dicembre 1990.
Nel 2018 gli Alice in Chains pubblicano il loro ad oggi ultimo disco, Rainer Fog.
Con più di 35 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, di cui 14 solo negli Stati Uniti, e ben 21 brani da Top 40, gli Alice in Chains sono una delle band di maggior successo della scena grunge degli anni novanta.
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