Ubisoft attacca Steam: “Un modello di business irrealistico” | Rolling Stone Italia
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Ubisoft attacca Steam: “Un modello di business irrealistico”

La percentuale dei ricavi che gli editori devono cedere per pubblicare i loro giochi sulla piattaforma di Valve sarebbe anacronistica secondo l'azienda francese

Ubisoft attacca Steam: “Un modello di business irrealistico”

Ubisoft ha già portato alcuni dei suoi titoli su Epic Store scavalcando Steam tra cui Tom Clancy’s The Division 2 e Metro: Exodus.

A Ubisoft non va molto a genio Steam, e non è l’unica azienda produttrice di videogiochi ad aver mostrato negli ultimi tempi qualche insofferenza nei confronti dello store digitale gestito da Valve.

Da qualche tempo le condizioni dalla piattaforma sono diventate oggetto di discussione per le percentuali non proprio vantaggiose offerte a editori e sviluppatori. Steam trattiene infatti ben il 30 percento del valore delle vendite dei giochi, seguendo un vecchio modello di ripartizione dei ricavi che risale ai tempi della distribuzione dei prodotti fisici nei negozi.
Solo due anni fa, inoltre, lo store ha aperto le proprie porte virtuali praticamente a chiunque, rinunciando a ogni tipo di controllo qualità o di criterio di selezione. Si è così assistito a una vera e propria invasione di titoli di ogni genere, rendendo ancora più difficile per i piccoli sviluppatori emergere tra la moltitudine di titoli grandi e piccoli che ogni giorno ne affollano l’homepage.

L’ultima critica al modello di business di Steam è arrivata dal capo della divisione digitale di Ubisoft Chris Early, che in un’intervista al New York times ha dichiarato: “Il modello di business portato avanti da Steam è irrealistico. Non riflette lo stato attuale delle cose quando si parla di distribuzione di videogiochi”.
C’è da dire però che il modello che si dice di Steam è in realtà un vero e proprio standard, ed è adottato nelle stesse proporzioni da altre piattaforme digitali come quelle di Xbox, PlayStation, App Store e Google Play.  Al contrario, invece, il neonato Epic Store trattiene solo il 12% dei ricavi derivati dalle vendite dei giochi, e garantisce anche un numero limitato di uscite per mese sul negozio.
Tuttavia, le politiche sulla privacy non proprio trasparenti dell’azienda, gli accordi di esclusiva e la mancanza di alcune funzionalità come il carrello degli acquisti e i salvataggi in cloud, hanno reso Epic Store tanto impopolare tra gli utenti quanto invece è apprezzato dagli sviluppatori. La guerra per il mercato della distribuzione digitale su PC, insomma, è ancora tutta da combattere.

Quando un gioco sorpassa i 10 milioni di dollari di vendite, Valve trattiene il 20% di tutti i ricavi addizionali.

 

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