La storia dei puzzle game in 10 titoli | Rolling Stone Italia
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La storia dei puzzle game in 10 titoli

Non di solo riflessi e forza bruta vive il videogiocatore. Ci vuole anche cervello, molto, moltissimo cervello

La storia dei puzzle game in 10 titoli

Pezzi che si incastrano, isole da esplorare, creature da guidare alla salvezza… c’è solo l’imbarazzo della scelta!

Avete trascorso la vostra giornata (virtuale) a massacrare mostruose creature o a dare calci a un pallone, e ora siete alla ricerca di qualcosa di diverso? Volete provare qualcosa che stimoli la vostra mente e che vi costringa a pensare fuori dagli schemi? Allora siete nel posto giusto. Di seguito troverete infatti un elenco di dieci puzzle game che, con modalità e dinamiche differenti tra loro, metteranno a mettere in funzione tutta la materia grigia di cui siete dotati. Una top 10 tutto cervello e niente muscoli.

10. Baba Is You (2019)

Per la decima posizione della nostra classifica abbiamo scelto una produzione recente, che ha tutte le carte in regola per diventare un vero e proprio classico. Ideato e sviluppato dal finlandese Arvi Teikari, Baba Is You trasporta il giocatore in un’avventura composta da circa duecento livelli, in cui l’obiettivo è tanto semplice quanto banale: raggiungere l’uscita. Quelle che non sono banali sono però le “armi” a disposizione, ovvero delle parole. Le frasi presenti su schermo possono essere scomposte e modificate, con effetti sorprendenti. Cambiando il soggetto possono infatti mutare le caratteristiche degli oggetti presenti, aprendo nuovi percorsi ed eliminando ostacoli all’apparenza insormontabili. Un’idea estremamente originale, e alla prova dei fatti vincente.

Modificando la posizione delle parole e costruendo nuove frasi si possono eseguire diverse azioni, come aprire porta e spingere pietre.

9. Lumines Remastered (2018)

Lumines appartiene a quella categoria di titoli che ingenerano nel giocatore la sindrome detta “ancora una partita e poi smetto”. La creatura di Tetsuya Mizuguchi è caratterizzata da una struttura di gioco estremamente semplice, con fiumi di pezzi che scorrono verso il fondo dello schermo a velocità variabile, accompagnati da una colonna sonora che cattura sin dal primo ascolto. L’obiettivo è quello di creare quadrati dello stesso colore, che spariranno una volta colpiti da una linea che scorre da sinistra a destra seguendo il ritmo dell’accompagnamento musicale. La versione rimasterizzata propone un discreto quantitativo di varianti, adatte sia per una toccata e fuga che per una partita potenzialmente infinita.

Maggiori sono le dimensioni del quadrato creato, maggiore sarà il punteggio ottenuto alla sua distruzione.

8. Lemmings (1991)

Quale era l’animale più famoso nel mondo dei videogiochi all’inizio degli anni ’90? La risposta potrebbe essere sorprendente. Non un cane, un gatto o un porcospino, ma un piccolo roditore artico che risponde al nome di lemming. Tutto ha origine da una credenza popolare (la tendenza a commettere un suicidio di massa durante le migrazioni), sfruttata da DMA Design per dare vita a uno spettacolare puzzle game, in cui un branco di lemming deve essere condotto verso un portale attraversando un ambiente costellato da ostacoli. Mentre il gruppo marcia senza sosta, noncurante dei pericoli che lo attende, il giocatore deve liberare la strada per evitare una strage. Perché nulla, e intendiamo proprio nulla, può fermare l’avanzata di questi simpatici animaletti…

7. Limbo (2010)

Il primo elemento che colpisce di Limbo è senza dubbio la sua componente estetica. Un mondo cupo, oscuro, fatto di (poche) luci e (tante) ombre, tutto costruito su una palette cromatica ridotta ai minimi termini. Una direzione artistica eccellente, che non è l’unico pregio del titolo sviluppato dal team danese Playdead. Oltre a essere fighissimo da vedere, Limbo è infatti anche un’esperienza di gioco di notevole livello, con una serie di enigmi ben congegnati che richiedono una buona dose di attenzione (e qualche tentativo) per essere risolti.

Malgrado sia un gioco piuttosto breve, Limbo propone un’esperienza ricca di contenuti e di qualità.

6. Monument Valley (2014)

Di Monument Valley abbiamo già avuto modo di parlare in un articolo dedicato ai videogiochi ispirati all’opera di Maurits Cornelis Escher. Si tratta di un titolo per dispositivi mobile basato sulle illusioni ottiche, in cui il movimento dell’inquadratura permette di modificare la conformazione dell’ambiente circostante, dando vita a percorsi all’apparenza inesistenti. Un gioco in cui nulla è come sembra, e in cui è necessario guardare le cose sotto una prospettiva diversa, senza farsi influenzare troppo da quanto siamo abituati a vedere nella realtà.

Cambiando il punto di vista di ogni ambientazioni si possono creare passaggi che sfidano ogni legge della logica.

5. Braid (2008)

A uno sguardo distratto e superficiale, Braid potrebbe sembrare un semplice platform game. La realtà è però ben diversa. La creatura di Jonathan Blow (di cui sentiremo parlare ancora in questa classifica) è infatti un titolo molto più complesso, che inserisce all’interno di ogni mondo alcune variabili relative allo scorrere del tempo che modificano in maniera sostanziale la realtà circostante. Riuscire a comprenderle e a sfruttarle a proprio vantaggio è l’unico modo per poter raccogliere tutti i pezzi di puzzle necessari per portare a termine l’avventura.

Braid miscela al suo interno diverse meccaniche tipiche dei platform game e dei puzzle game.

4. The Talos Principle (2014)

The Talos Principle è un titolo che colpisce sin dai primi istanti, con un comparto visivo caratterizzato da un contrasto tra tecnologia e natura, tra futuro e passato. Mondi all’apparenza distanti tra loro, che si incrociano e si fondano in ambientazioni che fungono da teatro per tutta una serie di enigmi studiati alla perfezione. Un gioco in cui la mente è costantemente stimolata non solo dalla necessità di scoprire come superare ogni singolo ostacolo, ma anche da tutta una serie di tematiche filosofiche e metafisiche che accompagnano l’incedere della trama.

Enigmi di qualità inseriti in un contesto che costringe ad attivare la mente. Cosa chiedere di più da un puzzle game?

3. Portal 2 (2011)

Trovarsi rinchiusi all’interno di un laboratorio può essere pericoloso, soprattutto se I macchinari presenti sono controllati da un’intelligenza artificiale tutt’altro che amichevole. È da queste premesse che ha inizio l’avventura di Chell in Portal 2. Un viaggio ricco di insidie, in cui il raggiungimento della libertà sarà possibile solamente utilizzando un dispositivo in grado di creare dei portali comunicanti e… le leggi della fisica! Un mix tra tecnologia fantascientifica e realtà che funziona alla perfezione, e che costringe spesso a pensare fuori dagli schemi. Spettacolare anche la modalità per due giocatori cooperativa, e fantastica la canzone che accompagna i titoli di coda.

Portal 2 è un titolo fantastico, in cui fisica reale e fantascienza procedono di pari passo.

2. The Witness (2016)

Seconda creazione di Jonathan Blow in classifica, The Witness è un titolo geniale sotto ogni punto di vista. Ambientato su un’isola deserta propone diverse tipologie di enigmi che, pur partendo dalle stesse basi, si sviluppano in maniera sostanzialmente diversa. La necessità di osservare (o di ascoltare) l’ambiente circostante per intuire di volta in volta quali siano le “regole del gioco” costringe a mantenere sempre desta l’attenzione, e a studiare un differente approccio per ogni nuovo set di enigmi. Impegnativo per la mente, e un vero piacere per gli occhi, grazie al suo look minimalista ammantato da tinte vivaci.

Comprendere la chiave di lettura di ogni set di enigmi è un elemento cardine per portare a termine The Witness.

1. Tetris (1985)

Aleksej Leonidovič Pažitnov. Un nome impresso a fuoco nella mente di tutti gli appassionati di puzzle game. È il “papà” di Tetris, l’uomo che ha ideato uno dei titoli che ha maggiormente influenzato l’industria dei videogiochi e che, fatto altrettanto rilevante, ha conquistato, divertito e fatto impazzire milioni di persone. Dal PC alla PS4, dal 1985 al 2020, la dimostrazione di come un’idea semplice accompagnata da una realizzazione tecnica altrettanto semplice possa entrare nella leggenda.

Velocità di pensiero, pianificazione e buoni riflessi. Queste sono le doti necessarie per un giocatore di Tetris che si rispetti.