L’ultimo gioco di Sensible Software che nessuno conosce | Rolling Stone Italia
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L’ultimo gioco di Sensible Software che nessuno conosce

Un titolo sconosciuto ai più, realizzato dalla leggendaria Sensible Software per salutare l'era dei videogame Amiga

L’ultimo gioco di Sensible Software che nessuno conosce

Guardare treni che passano. Segnarne il numero su un taccuino o su una scheda appositamente preparata. Questo è train spotting.

Oggi è una giornata mite. È ancora inverno, ma il sole emana un piacevole tepore. Il cielo è terso, senza una nuvola. Per questo, dopo qualche giorno trascorso chiuso in casa, ho deciso di uscire e di dedicare qualche ora al mio passatempo preferito. Ho preparato tutto con cura, e quando sono arrivato in stazione sono stato colto da un piacevole fremito. Malgrado i lavori in corso la stiano in parte trasformando, la conosco bene. E ne conosco ogni centimetro quadrato. Con passo spedito ho raggiunto il mio obiettivo. È sempre lì, dal 1995. È la mia panchina. Mi sono seduto, ho estratto dalla tasca carta e penna, e ho cominciato a osservare i binari. Eccolo, il primo treno. Un fremito. L’ho riconosciuto, e ne ho segnato il modello. Il gioco ha avuto inizio.

Il treno è sempre il treno

A ben vedere, è una cosa strana. Molto strana. Se penso al nome Sensible Software, l’ultima cosa che mi viene in mente è stare fermo. Anzi, il mio pensiero vola nella direzione opposta. Perché insieme a loro ho trascorso ore e ore a dare calci a un pallone virtuale. Quando pioveva e il campetto sotto casa era una fantozziana pozza di fango. Oppure quando, teoricamente, dovevo passare il pomeriggio a studiare. Joystick in mano, si correva, si crossava, si tirava a rete, si scivolava. E poi con Cannon Fodder, al grido “war has never been so much fun”, ho attraversato campi di battaglia pianificando strategie e pensando a come far giungere sani e salvi alla meta i miei otto soldati. Li ho incontrati anche su un prato verde, dove ho colpito una pallina da golf cercando di spedirla in buca. Non benissimo, c’è da dire. Tra tanti alti e qualche basso, mi hanno fatto divertire tantissimo. Però mai avrei creduto che, grazie a loro, mi sarei trasformato in un trainspotter. E no, non ho utilizzato una parola inglese “perché fa figo”. Semplicemente non credo esista una traduzione. Evidentemente nessuno si deve essere mai preoccupato di trovare un singolo temine italiano con cui descrivere chi si reca in una stazione e si annota i codici identificativi dei treni. Una pratica strana? Sicuramente. Rilassante? Forse. Ma solo all’inizio, almeno stando a quanto succede in Sensible Train Spotter.

Sono seduto su una panchina, e sto pensando agli affari miei, tra un treno e l’altro c’è un silenzio, che descriverti non saprei.

Runaway train

C’è un via vai continuo nella stazione di Sensible Train Spotter. Non so se i treni siano puntuali, o se siano in ritardo. Non ho idea di cosa trasportino. Posso solo immaginare le centinaia di diverse storie dei singoli passeggeri. Ma ho una certezza. Quando un treno passa, devo cancellarlo dal mio elenco. Ho una tabellina da completare. È un gioco, una vera e propria sfida. E, come in tutte le sfide che si rispettino, ho un avversario da affrontare. In questo caso si tratta del più inesorabile e inarrestabile nemico che si possa immaginare. Il tempo. Un conto alla rovescia che, secondo dopo secondo, si avvicina allo zero. Un tic toc continuo che mi costringe a guardare in ogni direzione, prestando la massima attenzione. Non posso neanche barare, perché da qualche parte, non lo vedo ma c’è, un giudice severo e incorruttibile è pronto a comminarmi una penalità nel caso in cui segnassi un treno che non è transitato. B26, D12, A10. Tre sono andati. Un chilometrico trasporto merci procede lentamente. È il T24. Non è sulla mia lista. Lo guardo allontanarsi verso l’entroterra, mentre con la coda dell’occhio continuo a controllare la mia scheda. Manca solo lui, il C61. Quando, dopo meno di un minuto, lo vedo arrivare, ho un tuffo al cuore. L’ultima croce, la X finale. Ho vinto. Mi merito qualche secondo di riposo, poi posso passare al livello successivo. Posso iniziare una nuova prova. Sempre più difficile. Con più treni. Con codici più lunghi. Con più binari da tenere d’occhio. Agli occhi di un passante potrei sembrare solo una persona seduta con un foglio in mano. Potrei provare a spiegare la sensazione di tensione che provo. Le scariche di adrenalina che mi colpiscono quando avvisto in lontananza una locomotiva. Ma dubito che capirebbero.

È in arrivo sul primo binario…

Sensible Train Spotter può essere considerato un divertissement. Un titolo che, con tutta probabilità, ha richiesto pochissimo tempo per essere sviluppato. Distribuito nel Regno Unito in omaggio all’interno di una rivista (Amiga Power numero 53, Settembre 1995), sarebbe potuto finire facilmente nel dimenticatoio. Se non fosse stato per una particolarità, che lo ha portato di diritto nella storia dei videogiochi. È l’ultima produzione originale di Sensible Software. Per tutta una serie di situazioni, di sviluppi imprevisti, di accordi e di produzioni mancate, il team britannico ha infatti trascorso gli ultimi anni della sua vita tra conversioni/riedizioni (Sensible Soccer e Cannon Fodder) e un progetto tanto ambizioso quanto fallimentare (Sex ‘n’ Drugs ‘n’ Rock ‘n’ Roll). E così, come ultimo saluto, ci ha lasciato un uomo sulla panchina che osserva dei treni e che, per quanto ne sappiamo, una volta tornato a casa potrebbe anche fermarsi di fronte a un cantiere, pronto a vivere una nuova ed emozionante avventura…

Sensible Train-Spotting (Amiga, 1995)