GeForce Now: il colpo di grazia a Google Stadia? | Rolling Stone Italia
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GeForce Now: il colpo di grazia a Google Stadia?

Scopriamo insieme la nuova piattaforma per giocare in streaming targata Nvidia e che potrebbe arrivare, in breve tempo, là dove nessun concorrente è mai arivato

GeForce Now: il colpo di grazia a Google Stadia?

GeForce Now è il sistema di streaming di Nvidia disponibile per PC, MAC, Android e Android TV.

Se il mercato dello streaming fosse simile a un picchiaduro, a partire dal 4 febbraio ci troveremmo di fronte a una gigantesca scritta: “here comes a new challenger”. È arrivato un nuovo sfidante. Il suo nome è GeForce Now e, dopo un periodo di rodaggio, è pronto a fare il suo ingresso in scena. Trionfale o meno, sarà il mercato a dirlo. Certo è che la proposta di Nvidia ha tutte le carte in regola per interessare chi vuole giocare al top, senza disporre di un hardware al top.

GeForce Now riproduce in streaming un catalogo di oltre trecento titoli, acquistabili su Steam, Uplay e battle.net.

Cosa è GeForce Now?

“Open platform, your stores, your games, free-to-play”. Questa in estrema sintesi è la filosofia alla base di GeForce Now. Un sistema di streaming che propone un modello di business diverso rispetto alla concorrenza, dato che non offre uno store digitale da cui acquistare i giochi, ma si appoggia a quelli già esistenti. Questo cosa vuol dire? Ecco un esempio. Avete acquistato Sekiro: Shadows Die Twice su Steam, ma vi siete accorti che il vostro vetusto laptop non è in grado di farlo girare in maniera decente. Dovete sottostare a compromessi grafici di ogni genere, e quella che dovrebbe essere un’esperienza piacevole si trasforma in un calvario di texture sbiadite e cali di framerate. Però, dalla vostra, disponete di una buona connessione. A questo punto potete, dopo aver scaricato l’apposito client, accedere a GeForce Now. In questo modo il gioco, presente nella vostra libreria (di Steam, ma potrebbe essere anche Uplay o battle.net) viene eseguito in remoto da un PC dotato di un’elevata potenza di calcolo. E così, il vostro portatile del 2010 diventa istantaneamente un semplice tramite, che non deve fare nulla se non mostrare su schermo il lavoro svolto da un’altra macchina. Sembra tropo bello per essere vero? In realtà no, anche se c’è un particolare non certo irrilevante da tenere in seria considerazione. La parola cardine nel nuovo ecosistema gaming di Nvidia è infatti connessione. Se i requisiti hardware minimi sono infatti piuttosto generosi e alla portata di molti, per riuscire a godere di uno streaming di buon livello è necessario disporre almeno di una velocità di 15 Mbps per una visualizzazione 720p a 60 fps, e di 25 Mbps (anche se 50 sarebbero meglio) per una visualizzazione 1080p a 60 fps. Questo non solo su PC, dato che GeForce Now è disponibile anche su altre piattaforme, più precisamente MAC, televisori dotati di Android TV e cellulari Android. Uno spettro di scelte piuttosto ampio, che si amplierà nel corso del 2020 ai Chromebook  e che potrebbe allargarsi ulteriormente in futuro. Nel corso di una conference call indetta per annunciare l’uscita dalla fase di beta, Phil Eisler (VP/GM di GeForce Now) ha sottolineato come Nvidia sia disponibile a incrementare il proprio parco di sistemi supportati con partnership che potrebbero riguardare sia l’ambito mobile (qualcuno ha detto Apple?) che console.

La versione gratuita di GeForce Now permette di prendere parte a sessioni di gioco della durata massima di un’ora.

Pregi e difetti

GeForce Now è disponibile in due varianti. La prima è completamente gratuita. Si può accedere senza investire un centesimo, con una sola limitazione relativa alla durata delle sessioni di gioco, che può essere al massimo di un’ora. Una volta trascorsi sessanta minuti, sarà necessario effettuare un nuovo collegamento. La seconda, denominata Founders, è invece a pagamento. Al costo di 5,49 euro mensili (prezzo valido per un anno) si ottengono sessioni di gioco della durata massima di sei ore, la possibilità di abilitare l’RTX e un accesso prioritario nel caso in cui si verifichino “code” per entrare nei server. Tutto sommato si tratta di un prezzo abbastanza contenuto, per un sistema di streaming che presenta alcune caratteristiche di sicuro interesse. Per gli utenti, il fatto che si tratti di un’applicazione che funziona con giochi acquistati su altre piattaforme rappresenta un’assicurazione di continuità d’uso anche nel caso in cui Nvidia decidesse di “chiudere i rubinetti”. Se domani, tra sei mesi, un anno o un decennio GeForce Now dovesse cessare di esistere, non si perderebbe la possibilità di continuare a giocare a un titolo che si è pagato. Per i publisher invece, si tratta di una buona possibilità per ampliare il proprio bacino di utenza, senza muovere un dito e senza alcun tipo di investimento extra. Il periodo di beta ha infatti testimoniato come una grossa fetta degli utenti, circa l’80%, ha provato titoli con requisiti di sistema superiori rispetto all’hardware a propria disposizione. Limiti? Per scoprire eventuali problematiche, sarà indispensabile effettuare una serie di verifiche tecniche quando il servizio sarà entrato a pieno regime. Riuscire a capire in maniera precisa quanto sia presente del lag sarà importante, soprattutto per quei titoli multigiocatore che hanno nella componente competitiva il proprio punto di forza. E poi c’è l’annosa questione relativa alla velocità delle connessioni, ma questa è una situazione su cui Nvidia ha poca (o meglio, nessuna) voce in capitolo.

Disporre di una buona connessione, almeno 25 Mbps, è indispensabile per godere in maniera adeguata di GeForce Now.

Il futuro

Le basi di GeForce Now sono state gettate e ora, pur mantenendo lo sguardo ben fisso sul presente, possiamo anche iniziare a guardare al futuro. Gli sviluppi possibili sono infatti numerosi, e riguardano sia la mole di contenuti proposti che la qualità degli stessi. L’espansione del catalogo di titoli utilizzabili, l’apertura ad altri store online (Epic? Origins?) e l’incremento della qualità visiva (4K?) sono solo le prime idee che ci passano per la testa. I margini di miglioramento sono tanti per un servizio che, forte anche della sua versione gratuita, vale sicuramente la pena di provare.