Che cazzo di fine ha fatto Carmageddon? | Rolling Stone Italia
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Che cazzo di fine ha fatto Carmageddon?

Se anche voi, come noi, vi state chiedendo dove sia finito Carmageddon, ecco un comodo riassunto in 10 punti di passato, presente e futuro di uno dei più violenti giochi della storia. Con sorpresa finale

Che cazzo di fine ha fatto Carmageddon?

Il leggendario gioco a base di auto impegnate a stendere pedoni è tutto fuorché dimenticato. E adesso si gode pure le luci della ribalta.

Che fine ha fatto Carmageddon? Ce lo chiedevamo in questi giorni, quando ci siamo accorti che Reincarnation non è più disponibile per l’acquisto su Steam. Ma non era uscito? La risposta è sì e – SPOILER – per la sua sparizione non bisogna gridare alla censura. Anzi, la censura è stata senza dubbio parte integrante del successo di Carmageddon. Se non ne sentite parlare da un po’ è perché i problemi sono altri. Eppure Carmageddon non è morto, è semplicemente risorto con un nuovo nome, ShockRods, ma con gli stessi sviluppatori di sempre alle spalle. Se vi siete persi qualche pezzo della storia, ci pensiamo noi a riassumervela in 10 comodi passaggi.

10. Anno 2000: La corsa della morte

In pochi lo sanno, ma l’ispirazione per Carmageddon viene da questo strambo film di fantascienza distopica del 1975 con protagonista il compianto David Carradine e un giovanissimo Sylvester Stallone. Anche se, riprendendo la trama da Wikipedia, si respira un certo profumo di attualità: “Dal 1979 gli Stati Uniti d’America non esistono più, distrutti da una grave crisi finanziaria e da un colpo di stato nazista. Al loro posto ci sono le Province Unite d’America, governate da un Presidente che si crede Dio”. L’idea del film è quella di una gara automobilistica per distrarre la gente in cui investire inermi pedoni garantisce punti. Qualcuno dovrebbe farne n videogioco!

Il 2000 è ormai agli archivi da tempo, ma macchine così non ne vengono ancora prodotte, purtroppo.

9. Carmageddon

Quel qualcuno è Stainless Game. In realtà Carmageddon nasce in origine con un’altra forma. Il progetto iniziale viene finanziato da SCi a patto che si ottenga una licenza a cui associarlo, per aumentare le probabilità di successo. La licenza non si trova: la prima idea è quella di Mad Max, ma si rivela molto più problematica del previsto. Nel frattempo il progetto si evolve ed esce Destruction Derby, titolo che anticipa alcune delle caratteristiche di Carmageddon. Cosa fare allora? Si decide di puntare sulla controversia. Investire i pedoni non è abbastanza, altri ci sono arrivati prima come Die Hard. Garantire punti però per ogni pedone trucidato quello sì che manderà su tutte le furie i benpensanti. Ecco dunque che Carmageddon ha trovato un’identità.

Nonostante una qualità generale discutibile, Carmageddon è riuscito a ritagliarsi un posticino nella storia del videogioco.

8. Il ban di Carmageddon

Si può sempre far affidamento sull’ottusità e la stupidità di certe istituzioni. Per ottenere la tanto agognata controversia, a Stainless Game è bastato aspettare che la notizia di Carmageddon arrivasse ai vari organi di controllo nazionali. Blocchi e ritiri dal mercato hanno caratterizzato i primi mesi di vita del gioco, attenuati solo da versioni parzialmente censurate che sostituivano pedoni e sangue con zombi, robot e imprecisate sostanze verdacee. È superfluo dire che il tutto era aggirabile con una semplice patch, mentre è degna di ricordo l’interrogazione parlamentare di cui Carmageddon fu protagonista in Italia.

Il solo risultato del ban è stato quello di garantire una valanga di pubblicità gratuita al gioco prodotto da Stainless Game.

7. Carmageddon II: Carpocalypse Now

Il sottotitolo rimane l’aspetto più memorabile del seguito di Carmageddon. Visto il successo del primo capitolo sarebbe stato un mezzo delitto per Stainless Game non realizzare un seguito, anche in assenza di idee come effettivamente avvenuto. Le modalità si ripropongono invariate così come le sterili polemiche che porteranno a zombie e sangue verde.

Carmageddon II è il classico caso di seguito non necessario, ma in fondo inevitabile viste le vendite del primo capitolo.

6. Carmageddon TDR 2000

Sull’onda lunga del successo, SCi decide di produrre anche un terzo capitolo affidandolo a Torus Games. Il risultato è un gioco caratterizzato per lo più da richieste di sistema astronomiche per l’epoca: erano necessari addirittura 64 Mb di RAM per visualizzare il gioco più fluido di uno slideshow. L’aggiunta del multiplayer, via LAN o internet, non arricchisce un brand che, se mai ha avuto qualcosa da dire, pare aver finito le parole ormai da tempo.

Carmageddon TDR 2000 invece è il classico caso di terzo capitolo ingiustificato, aggravato per altro dal passaggio a un nuovo sviluppatore.

5. Square compra Carmageddon

Nel 2009 i diritti di Carmageddon finiscono in mano a Square, nel giro di acquisizioni che portano il colosso giapponese a inglobare SCi e la sua controllata Eidos. Ma Carmageddon è solo un effetto collaterale di un’operazione finanziaria. A Square i diritti non interessano granché, così nel 2011 il franchise torna nelle mani del suo creatore, Stainless Game, che ne approfittano per portare il titolo originale su iOS e Android nel pieno della bolla mobile.

Square beneficia tuttora del successo di alcuni titoli pescati dal catalogo Eidos: Carmageddon di sicuro non è tra questi.

4. Carmageddon: Reincarnation

Nato da un Kickstarter che ha superato ampiamente le richieste iniziali degli sviluppatori, sempre i soliti Stainless Games, Reincarnation è il quarto capitolo della saga il lavorazione, sotto forme diverse, da quasi 10 anni. Il ritorno a casa fa bene al brand e soddisfa i fan, eppure il gioco sparisce dal listino di Steam nel 2016. Questa volta tuttavia non c’entrano ban o problematiche con le autorità di controllo legate all’eccessiva violenza.

Carmageddon: Reincarnation è figlio dello slancio da crowdfunding degli anni ’10 che ha visto tanti studi ritornare sui propri classici.

3. Carmageddon: Max Damage

In vista del suo sbarco su console, Reincarnation si è assentato un momento per rifarsi il trucco e ritornare con un nuovo titolo piuttosto esplicito: Max Damage. Con lungimiranza e onestà, Stainless regala il gioco agli utenti PC che l’avevano già acquistato nella precedente incarnazione. Al di là di una migliore ottimazione, senza dubbio necessaria, il gioco è ancora una volta lo stesso con qualche piccola aggiunta. Ma è proprio questo che i fan apprezzano, a differenza della critica che lo stronca: sembra di giocare Carmageddon I & II.

Su Steam fioccano le recensioni entusiaste degli appassionati che hanno ritrovato in Max Damage lo spirito del Carmageddon originale.

2. THQ North acquista i diritti di Carmageddon

Il 3 dicembre del 2018 THQ North annuncia di aver acquistato la proprietà intellettuale di Carmageddon attraverso un comunicato stampa decisamente freddo e stringato. Quali siano le intenzioni di THQ North legate alla saga non è dato saperlo, al punto che da allora nessun progetto connesso al brand è mai diventato di dominio publico.

Non è ben chiaro a nessuno cosa THQ voglia fare di Carmageddon. A questo punto forse non lo sapremo mai.

1. Stainless Game rilascia ShockRods!

THQ North può aver comprato il nome di Carmageddon, ma non può certo possedere la voglia di Stainless di creare giochi in cui bolidi metallici si schiantano fino alla distruzione più totale. L’erede spirituale di Carmageddon è un arena shooter multiplayer in cui due squadre da 6 o 12 giocatori si affrontano con l’obiettivo di lasciare solo rottami degli avversari. La sua migliore descrizione l’abbiamo trovata in una recensione su Steam: è come Quake 3, ma con le auto.

Forse Stainless Game è rimasta incastrata negli anni ’90, ma ShockRods è quasi una ventata di aria fresca in un panorama di moba e battle royale.

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