Apple Arcade è il paradiso degli sviluppatori (e quindi dei giocatori) | Rolling Stone Italia
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Apple Arcade è il paradiso degli sviluppatori (e quindi dei giocatori)

Abbiamo trascorso una giornata a Londra con Apple Arcade, provando giochi e intervistando team di sviluppo che, grazie alla piattaforma Apple, esplorano nuovi modi per farci divertire

Apple Arcade è il paradiso degli sviluppatori (e quindi dei giocatori)

Apple Arcade propone una varietà di titoli adatti a diversi età e a diverse tipologie di giocatori.

Obiettivo del giorno: scrivere un articolo su un servizio gaming in abbonamento senza utilizzare l’espressione “Netflix dei videogiochi”. Svolgimento: a un mese circa dal suo lancio ufficiale, abbiamo deciso di vedere come procedono i lavori per Apple Arcade, il Netf… alt! Ripartiamo. Svolgimento numero 2: Apple Arcade potrebbe essere tranquillamente descritto come il Net… no, non ci siamo. Terzo tentativo? Andiamo oltre, è meglio.

Cosa è Apple Arcade?

Apple Arcade è il Netf… ma allora è un mania! Ultimo tentativo, poi come ai tempi della scuola, consegniamo il compito in bianco. Apple Arcade è un servizio in abbonamento che abbraccia tutte le piattaforme della casa di Cupertino (iPhone, iPad, Mac e AppleTV) e che propone, allo stato attuale, un centinaio di giochi. Un quantitativo notevole, considerando che la nascita di Arcade è datata 19 settembre, che colpisce non solo in termini numerici, ma anche qualitativi. Il primo aspetto che salta all’occhio scorrendo il lungo elenco di titoli è che c’è davvero l’imbarazzo della scelta e che, fatto ancora più importante, la proposta è decisamente varia. È proprio questo, a nostro parere, uno degli elementi di maggiore interesse di Arcade. La diversificazione. C’è spazio per tutti i generi, e per tutti gli interessi. Sono presenti produzioni adatte a ogni situazione, che si prestano sia a essere fruite in maniera rapida e immediata che ad essere affrontate con maggiore calma e riflessione. Questo perché, ovviamente, Arcade non punta solo su un mercato, ma vuole attecchire in terreni sostanzialmente diversi tra loro. Serve quindi proporre qualcosa che sia adatto per chi vuole giocare “in mobilità” e qualcosa invece che possa soddisfare chi preferisce giocare davanti a uno schermo. O, sarebbe questa la soluzione ideale, qualcosa che riesca a funzionare in maniera perfetta in entrambi gli ambienti, adattandosi a differenze di formato e di controlli. A prescindere dal genere di appartenenza, un altro elemento degno di menzione è l’assenza di qualunque tipo di sistema di monetizzazione extra. I contenuti sono fruibili al 100%, senza doversi fastidiose interruzioni pubblicitarie e senza la necessita di acquisti in-app. Una scelta che ha il grande pregio di disinnescare il fastidioso concetto di “pay-to-win” che permea tante produzioni mobile e di permettere agli sviluppatori di concentrarsi solamente sulla componente divertimento.

Parlano gli sviluppatori

Per capire cosa pensano gli sviluppatori di Arcade, e per provare alcuni dei titoli presenti in catalogo, siamo volati a Londra. Accompagnati dal tipico clima britannico, in una Oxford Street bagnata da una leggera pioggerella, abbiamo trascorso qualche a giocare spaziando tra fantasmini dispettosi, astronavi, maiali, contadini e altri stravaganti personaggi. Siamo passati agilmente da un iPhone a un iPad fino ad arrivare a un classico controller collegato a un Mac. E, a dirla tutta, ci siamo anche divertiti. Perché la (ridotta numericamente) selezione di giochi presenti esemplificava in maniera chiara tutta la filosofia alla base del progetto. Giochi che fanno i giochi, senza orpelli e trucchetti per spillare soldi. Un vero piacere per l’utenza e, da un certo punto di vista, anche per chi si trova dall’altro lato della barricata. Nadim Haddad, game designer di Pasta Games, a proposito di Arcade e della collaborazione con Apple ha dichiarato “Ci hanno aiutato con la tecnologia, ci hanno aiutato con il marketing, ci hanno aiutato in molti modi. Visto che non ci sono pubblicità, non ci sono acquisti in app, è tutto incentrato sull’esperienza di gioco. E sappiamo che ci saranno aggiornamenti costanti nei prossimi mesi. È una maniera molto confortevole di lavorare, perché permette di concentrarsi totalmente ed esclusivamente sullo sviluppo. Quindi è stato molto semplice lavorare in un ambiente come questo.”. Il risultato finale dell’incontro a tre tra Pasta Games, Bandai Namco e Apple è Pac Man Party Royale, gustoso titolo che riporta alla memoria i fasti di Bomberman, con una struttura frenetica, e scattante, che si esalta al massimo se giocata in compagnia. Quattro passi (letteralmente) e un paio di metri di distanza sono sufficienti a modificare sensibilmente l’atmosfera, e a passare a qualcosa di molto più strutturato. “L’aspetto che ci piace di Arcade è la possibilità di proporre il nostro gioco a un pubblico più ampio. È questo uno dei suoi punti di forza. Permettere alle persone di sperimentare qualcosa che magari non avrebbero mai provato se avessero dovuto acquistarlo singolarmente. Nel nostro caso un’avventura story driven, che non rientra certo nei canoni di un gioco tradizionale”. Queste le parole con cui il game director Georg Backer ci ha introdotto nel mondo di The Bradwell Conspiracy, interessante titolo con una forte componente narrativa. Anche Micheal Balm, CEO di Picomy, attualmente impegnato nella produzione di Monomals, ha posto l’accento sui vantaggi di potersi concentrare solamente sull’elemento produttivo. “In passato abbiamo lanciato un gioco premium con Sega, Heroki, e in un mercato dominato dai titoli freemium può essere difficile emergere. Con Arcade il problema è risolto alla radice. Inoltre Apple ci ha dato molta flessibilità, ci ha permesso di creare il gioco come volevamo, senza imporci nessun tipo di limitazione”.

Tutto funziona?

A un’analisi iniziale, derivante da una prova che si protrae ormai da oltre un mese, la risposta al titolo di questo paragrafo è senza dubbio affermativa. Apple Arcade unisce quantità e qualità, funziona in maniera adeguata su tutte le periferiche per cui è stato pensato, ha un costo contenuto e propone una serie di extra (possibilità di giocare offline, salvataggi comuni, opzioni in famiglia per la condivisione dei contenuti) pensati per rendere l’utilizzo più agevole. A voler cercare il pelo nell’uovo si potrebbe facilitare la ricerca dei giochi nell’appstore, ma allo stato attuale si tratta senza dubbio di uno dei più interessanti e riusciti servizi su abbonamento disponibili sul mercato.