Abbiamo provato il primo simulatore di masturbazione | Rolling Stone Italia
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Abbiamo provato il primo simulatore di masturbazione

Quando finalmente capisci, dopo anni di battute e battutine, che Sega non è il solo il nome di un publisher di videogame. Ecco a voi Wanking Simulator

Abbiamo provato il primo simulatore di masturbazione

Il protagonista di Wanking Simulator è un masturbatore seriale deciso a mettere in atto un piano di vendetta basato su distruzione e pippe.

Winston Gay. Chi è costui? Fino a pochi giorni fa, per noi era un nome come tanti altri. Un nome qualunque, che non evocava alcun tipo di pensiero particolare. Poi è successa una cosa strana. Ci siamo imbattuti nel suo diario segreto. Forse non avremmo dovuto farlo, ma ci siamo lasciati prendere dalla curiosità. Lo abbiamo aperto, e abbiamo iniziato a scorrere le sue (appiccicaticce) pagine. Con il senno di poi potremmo dire che, per fortuna, indossavamo dei guanti. Siamo partiti dal fondo, dal suo ultimo scritto. E abbiamo scoperto alcune cose. Interessanti? Diciamo più che altro curiose…

Diario di un masturbatore seriale

“Caro diario, torno a scrivere su queste pagine dopo un periodo molto difficile. Sono stato sfrattato. Cacciato dal mio appartamento. Allontanato a forza dalla mia città. La polizia, la burocrazia, il governo. Tutti hanno congiurato contro di me. Tutti si sono uniti per farmi sparire. Perché, ti chiederai? Semplice, per via del mio innocente hobby. Tu lo conosci bene, perché sulle tue pagine annoto statistiche, stilo tabelle, segno i risultati più eclatanti. Tu hai letto delle mie imprese. Anzi, tu sei di più.. Tu sei custode delle mie imprese. Tu sai quanto l’autoerotismo sia per me, a ben pensarci, più di un semplice passatempo. Sia una vera e propria regione di vita.

La sete di vendetta di Winston Gay non si ferma neanche di fronte alle forze dell’ordine.

Per questo ho faticato a capire come mai i vicini si siano lamentati. Hanno detto che ero troppo rumoroso. Che non potevo restare nel quartiere. Così è stato. Ho pagato ingiustamente, per colpe che non ho. Ma, finalmente, sono tornato. Per prendere la situazione (e non solo quella) in mano, e vendicarmi. Ho un elenco di persone che mi hanno fatto del male. E sono pronto ad andare in giro a cercarle. E a colpirle. A utilizzare la parte del corpo che tanto li ha infastiditi e spaventati. Entrerò nelle loro case, distruggerò tutto, e lascerò la mia firma ovunque. Non mi farò fermare da nulla e da nessuno. Non ci saranno leggi, norme o regole che mi bloccheranno. Commetterò ogni genere di fallo, contro tutti i membri della comunità, per fargli soffrire le pene dell’inferno. E, caro diario, mettere fallo, membri e pene nella stessa frase è un tocco di classe non da poco, me lo devi riconoscere. Una sagra del doppio senso che si trasforma in un senso unico. Potrei proseguire su questa falsariga, sottolineando come da piccolo avessi una predilezione per le console Sega, pur preferendo sempre il joystick al joypad. O che il motore della mia macchina non è un turbo, e neanche un biturbo, bensì un masturbo. Rischierei però di diventare troppo prevedibile. E non voglio commettere questo errore. Voglio stupire. Voglio sorprendere. E voglio essere preso sul serio. Perché se è vero che sono una pippa in tante cose, nelle pippe sono un campione”.

Nessun edificio resiste alla furia distruttiva di Winston Gay, neanche la chiesa locale.

Gioco di mano…

Ripartendo dalle parole che concludono il paragrafo precedente, è davvero un’impresa al limite dell’impossibile prendere sul serio Wanking Simulator. È difficile farlo sulla carta, leggendo la descrizione sulla pagina Steam, ed è ancora più difficile farlo dopo aver trascorso qualche minuto con la demo scaricabile gratuitamente. Il problema del titolo sviluppato da MrCiastku non è l’argomento trattato, ma come sia stato inserito a forza all’interno di un gioco che sembra avere ben poco da proporre. La masturbazione virtuale accompagnata da rapidi movimenti della mano destra e da effetti sonori ad hoc, unita ai poteri a essa collegati, aggiunge un elemento WTF?! (per chi non lo sapesse acronimo di “What the fuck?!” Italianizzabile in “Ma che cazzo?!”) a un’esperienza di gioco in cui, problema non da poco, manca tutto il resto. Ben nascosta dietro la voglia di provocare, si cela infatti una struttura a dir poco elementare, priva di mordente, che esaurisce qualunque tipo di spinta propulsiva con estrema rapidità. La sete di vendetta di Winston Gay si traduce in una serie di scontri con gli abitanti del quartiere, che una volta colpiti si trasformano in maniera istantanea in veri e propri crash test dummies pronti a prendere il volo e a muovere gli arti in maniera scomposta. Una scena simpatica la prima volta. Che strappa un ulteriore sorriso la seconda. Che diventa prevedibile la terza. Che inizia a stancare dalla quarta in poi. Analoga situazione per la distruzione degli oggetti presenti. Devastare un appartamento o far saltare in aria una macchina può risultare divertente per qualche istante, e nulla più. Insomma, una vera noia da giocare, anche partendo dal presupposto di trovarsi di fronte a qualcosa di volutamente folle e dallo spirito demenziale. Pregi? Pensandoci bene, per riprendere un’antica leggenda, con le pippe virtuali non corriamo il rischio di diventare ciechi. Non è molto, ma è già qualcosa.