Come ci si sente a mangiare una ‘rolling stone’? | Rolling Stone Italia
Il piatto più duro del mondo

Come ci si sente a mangiare una ‘rolling stone’?

L’antichissima tradizione dei marinai cinesi di succhiare le pietre diventa per puro caso virale e riporta in auge sui social una pietanza nata centinaia di anni fa: ancora una volta, 'TikTok made us do it'

Come ci si sente a mangiare una ‘rolling stone’?

il Il Suodiu, pietre saltate in padella con spezie, verdure, salsa di soia e di ostriche, brodo di pollo

Foto: Instagram

All’interno delle varie tradizioni culinarie mondiali, compresa la nostra, si celano sempre piatti stravaganti, con ingredienti insoliti, probabilmente mai pervenuti prima al nostro udito e palato (e in alcuni casi meglio così). Mentre certe pietanze possono essere definite prelibatezze gastronomiche, altre sono famose per la loro eccentricità e mettono alla prova il coraggio dei commensali più avventurosi. A volte però, quando si parla di stranezze culinarie, spesso si rischia di suscitare confusione anziché curiosità: ciò che a noi sembra assurdo può infatti costituire una prelibatezza per altri, specialmente nel mondo dello street food nell’era di TikTok.

Nella provincia cinese dell’Hunan, una tradizione culinaria secolare ha risvegliato l’interesse del pubblico moderno. Il Suodiu (嗦丟), il piatto – letteralmente parlando – più duro del mondo è un’insolita ricetta cinese venduta in strada per 16 yuan (circa 2 euro) che ha fatto breccia sui social media locali, scatenando la curiosità culinaria di numerosi internauti. Si tratta di pietre saltate in padella insieme a spezie, verdure, salsa di soia e di ostriche, brodo di pollo: i sassi, quando vengono cucinati, non presentano un sapore terroso o fangoso bensì un gusto di pesce intenso. La parola Suodiu, che in cinese significa “succhia e getta”, descrive perfettamente il processo di degustazione di questo piatto: si succhiano le pietre per estrarne il sapore per poi gettarle via. Ma anche no. «Le puoi portare a casa come souvenir», urla un venditore di street-food ad un cliente; oppure possono essere fritte di nuovo: insomma, i sassi e la loro versatilità.

 

 
 
 
 
 
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Nonostante possa apparire un controsenso, l’idea delle pietre come cibo non è una novità nemmeno in Europa, come dimostra la leggenda della zuppa di pietre. Secondo questa storia, un viaggiatore affamato bussò a tutte le porte di un paese alla ricerca di cibo, venendo però respinto da chiunque. Per ingegno, decise di accendere un fuoco in piazza e cominciò a cucinare una zuppa di sassi. Incuriositi, gli abitanti si avvicinarono e contribuirono con diversi ingredienti a rendere la zuppa più gustosa. Alla fine, dopo avere mangiato il piatto insieme agli abitanti del villaggio, il viaggiatore decise di portare con sé il sasso come ricordo della generosità delle persone conosciute.

Al di là delle leggende, l’utilizzo delle pietre in gastronomia è comune anche in Italia. Un esempio è la pasta ai sassi, ricetta che nacque per far fronte alla scarsità di pesce nei periodi in cui i pescatori non potevano salpare a causa delle condizioni del mare o della scarsità della pesca. La città di Castellammare di Stabia rivendica l’origine di questa ricetta (‘A pasta cu ‘e pprete), che tuttavia non era diffusa solo in Campania, ma pure lungo la costa toscana, in particolar modo a Viareggio, in Calabria e in Sicilia. La particolarità della ricetta cinese, però, risiede nel fatto che le pietre non servono a insaporire un piatto: sono le assolute protagoniste.

Le origini del Suodiu risalgono a secoli fa, nella provincia dell’Hubei, e la sua storia è stata tramandata di generazione in generazione dai naviganti attraverso la tradizione orale. In questa regione interna senza accesso al mare, i marinai che navigavano sul fiume Yangtze spesso erano a corto di cibo e, per sopperire alla carenza, si ritrovavano a succhiare le pietre per il loro contenuto di minerali. I sassi venivano poi trasformati in una gustosa prelibatezza attraverso la frittura e l’aggiunta di una combinazione di spezie; il piatto è strettamente legato al popolo Tujia, una minoranza etnica che risiede nelle pittoresche montagne di Wuling, al confine tra le province di Hubei, Hunan e Guizhou. Fino agli anni Cinquanta alcuni vecchi marinai raggiungevano i luoghi in cui si preparava la pietanza e la gustavano diverse volte all’anno, poi, dopo gli anni Ottanta, con lo sviluppo dell’economia costiera e il miglioramento del livello di automazione delle navi, i casi in cui i marinai si trovavano in situazioni disperate si sono ridotti, e il piatto è gradualmente scomparso. Fino ad oggi e al boom sui social media cinesi.

 

 
 
 
 
 
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Grazie a un video girato in un mercato di street food a Changsha, il Suodiu è tornato sotto ai riflettori, conquistando una popolarità incredibile su piattaforme di social cinesi come XiaoHongShu, Douyin (il TikTok locale) e Weibo. I feed sono invasi da video e post che mostrano i venditori che friggono le pietre; tra i tanti fautori di questa nuova moda, però, ci sono anche le voci fuori dal coro: «non lo proverei mai, – racconta Karen Shen – perché avrei troppa paura che il venditore riutilizzi pietre già succhiate da un precedente cliente. So bene che le bacchette che usiamo al ristorante non sono sempre usa e getta, ma questo è diverso. Però la ricetta del condimento del Suodiu è interessante. Se riesce a rendere saporite anche le pietre, figuriamoci il cibo vero!».

Quest’ultimo pensiero è condiviso da moltissime altre persone che si improvvisano chef online e sperimentano ricette e versioni alternative del piatto. Alcuni danno anche dei veri e propri consigli sulla scelta dell’ingrediente principale, le pietre. Secondo molti, la versione migliore è quella preparata direttamente sul letto del fiume, perché se i sassi vengono lasciati all’aria aperta per troppo tempo potrebbero perdere il loro caratteristico sapore.

Cavalcando il successo delle pietre fritte, ora i venditori di vino e birra danno anche suggerimenti online su quale bevanda abbinare: i social impazziscono e tutti vogliono sfruttare in qualche modo l’hashtag #嗦丟, che ha accumulato più di 350 milioni di visualizzazioni solo su Douyin. Ci sono quelli che fanno la fila per andare a provare i sassi fritti, chi mostra la raccolta delle pietre nei fiumi, ma anche influencers che utilizzano il piatto per creare delle vere e proprie scenette comiche. Insomma, once again, TikTok made us do it.