Nuova Democrazia Culinaria | Rolling Stone Italia
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Nuova Democrazia Culinaria

Contro tutti gli elitarismi culinari. Contro le pokérie, gli avocado bar, e tutte le insegne che rendono il piacere del cibo un affare per pochi. Il "partito" di Maurizio Tentella, Spacedelicious, è pronto a scendere in campo (pardon, a tavola) in difesa delle trattorie e della pancia del popolo. Come tutti i politici, però, tocca prima una domanda: ma poi chi è, Maurizio Tentella?

Foto: Leonardo Corallini

Amatriciana o carbonara, cotoletta alla milanese o alla bolognese, aglio o cipolla, pizza romana o napoletana; e poi vino bianco o rosso, ma mangiamo dentro o ci mettiamo fuori? Il cibo non è leggerezza, ma un referendum, e uno di quelli in cui chi si schiera a favore di una proposta lo fa in modo fideistico. Con un ardore politicamente impareggiabile: coma va fatto il ragù delle arancine (e anche qui, o degli arancini)? Quanti strati ci vanno in una lasagna alla bolognese? Qual è la mantecatura perfetta di un risotto “giallo Milano”? La risposta è una, nessuna, centomila. La certezza viaggia da sola: ci saranno sempre più persone pronte a farsi bruciare sul rogo per il rispetto pedissequo di una ricetta tradizionale che disposte a scendere in piazza per contrastare, o favorire, una proposta di legge.

Sì, direte voi, bella retorica. Mica tanto: il legame della politica con l’atto del nutrirsi travalica la lingua infiorettata. D’altronde mangiare, e averne per tutti, e abbastanza, è la prima forma di democrazia. Di converso, decidere quanto dare da sostentarsi e a chi è una delimitazione del potere. Proseguendo nell’immaginario comune, la morigeratezza alimentare è associata alla virtù, la smodatezza al vizio; in altre parole, un comportamento alimentare si traduce in un giudizio sociale. Proseguendo su questa riga, come non citare il sedimento linguistico per cui “votare di pancia” – ovvero, eleggere con la fame in corpo, pensando prima di tutto al pane – si porta dietro un’accezione se non negativa, perlomeno non positiva.

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Credits: Leonardo Corallini. Si ringrazia La Balera dell’Ortica

Ma qui ci fermiamo, perché è su questo che vogliamo ragionare. E ribaltare la vulgata: perché scegliere di pancia può tramutarsi da semi-vizio in virtù, e agire politicamente nella società. Succede quando si cucina (si concretizza nell’attenzione al rispettare i gusti, le intolleranze, le esigenze alimentari di tutti gli ospiti), ma ancora di più al tavolo del ristorante, quando lo si sceglie soprattutto per gli altri, siano parenti, amici, fidanzati: non deve costare un occhio nella testa, deve avere un ottimo rapporto qualità/prezzo ed essere ben collegato, naturalmente avere posto per tutti, magari disporre, a primavera, di un posticino all’aperto. Poi servire proposte vegane, senza lattosio, adatte ai celiaci. Non essere scomodo per chi ha figli piccoli, non fare storie se si porta dentro un cane. Per ovviare a tutto questo, in ogni famiglia e in ogni giro di amici c’è un leader eletto a voce di popolo, che per conoscenze e carisma sceglie (e prenota) il ristorante. Lei, o lui, è il politico di turno. È il corpo (e il piatto) della democrazia alla tavola condivisa.

Ma come si fa a diventare statisti gastronomici? Dirigenti del Partito della Forchetta e Martello? Ligi e affidabili funzionari della prenotazione? L’ho chiesto a Maurizio Tentella, «attore, creativo, PR, assaggiatore, connettore, artista, sindaco, tassista», perché così mi risponde, ridendo, a una delle domande fondamentali quando si tratta di scendere in politica: chi è Maurizio Tentella? Alla lista auto-stilata manca però una voce, in questa sede la più importante: Tentella è il fondatore di Spacedelicious, guida gastronomica online che negli ultimi anni si è imposta nel vasta libreria digitale dei media dedicati al magna & bevi grazie a un taglio diverso, spregiudicato, ed è riuscita a trasformare la patina (che a volte diventa palude) che copre la tradizione in qualcosa di über cool. Il tutto al motto di: Where You Eat The Truth, “dove si mangia la verità”. E ora è giunto il momento della prova del nove: strapromessa elettorale, o democrazia sincera, e di sostanza?

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Credits: Leonardo Corallini. Si ringrazia La Balera dell’Ortica

Gian Mario Bachetti: Torniamo a noi. Maurizio Tentella è attore, creativo, PR, assaggiatore, connettore…

Maurizio Tentella: Diciamo così: sono soprattutto una persona alla continua ricerca delle eccellenze gastronomiche italiane, e cerco di raccontarle e promuoverle in un modo “diverso”. In Italia siamo seduti su una miniera d’oro ma non siamo capaci di dare ai nostri prodotti il valore che meritano.

G. M.B. Almeno non a tutti.

M.T. No, certo, ci sono delle eccezioni, ma nella grandissima parte dei casi va a finire così. Pensa ai Paccasassi del Conero [finocchio marino selvatico che cresce sugli scogli nei pressi di Ancona, ndr]: chi li conosce? Come vengono promossi?

G.M.B. Sì, ricordo che me li facesti assaggiare in una crescia con la mortadella. Spaziali.

M.T. Esatto! Diciamo che il mio scopo è un po’ questo, divulgare le perle e le chicche del nostro Paese in modo diverso. Da qui nasce Spacedelicious: dalla voglia di utilizzare strumenti più creativi – pubblicitari, cinematografici – per promuovere quello che fino a oggi è stato raccontato in modo molto didascalico, sempre nel migliore dei casi.

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Credits: Leonardo Corallini. Si ringrazia La Balera dell’Ortica

G.M.B. Ecco, rimaniamo qui: come nasce Spacedelicious?

M.T. Nasce che ho iniziato a lavorare come “rappresentante” di scarpe. Giravo l’Italia da Nord a Sud, da Est a Ovest, andavo nei negozi e mostravo le collezioni. In ogni città, paese e paesino. Dal Trentino Alto-Adige alla Campania, ed era quasi la regola che il cliente poi mi invitasse in questa trattoria, o quel ristorante, che era l’orgoglio della sua terra. Erano i primi tempi di Instagram, e io letteralmente instagrammavo ogni piatto che vedevo. Da qui è nato un archivio fotografico che nel tempo si è trasformato nelle guide di Spacedelicious.

G.M.B. Questa “Michelin del commesso viaggiatore” è arrivata in anticipo sui tempi, cioè quando fotografare il cibo non sembrava ancora così interessante. Una volta le persone preferivano fare foto simmetriche ai monumenti. Ora invece è tutto un content sul “food”.

M.T. È vero, ma come dicevo prima ho cercato di farlo subito nel modo più sincero possibile, sincerità prima di tutto. Poi volevo che fosse anche accattivante, per carità, pubblicitario per certi versi.

G.M.B. Che è comunque una strategia elettorale. Penso ai copy con i giochi di parole, un po’ in italiano un po’ in inglese, te che comunque sei molto autoironico…

M.T. Esattamente.

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Credits: Leonardo Corallini. Si ringrazia La Balera dell’Ortica

G.M.B. Poi però, il grande passo. Da Maurizio Tentella crei il tuo “partito”, Spacedelicious. Perché? 

M.T. Perché mi sono reso conto che questo archivio doveva andare oltre la mia persona. Ho capito che tutto il patrimonio che avevo raccolto non poteva restare solo tra le mie mani, e che dovevo collaborare con persone che mi facessero conoscere nuovi posti, ma anche vecchi posti, in giro per l’Italia. Poi, nel tempo, Spacedelicious è diventato uno strumento per raccontare il cibo a trecentosessanta gradi, con spot pubblicitari, merchandising, podcast, collaborazioni con brand di moda, per esempio. Proprio per dare maggiore autonomia alle diverse anime sono nate Spacedelicious Enterprise, un’agenzia creativa che si occupa di produzioni foto e video, branding, e creazione di contenuti; e poi Spacedelicious Bottega, uno spazio online dove si può acquistare il merch della “casa madre”, realizzato spesso anche in collaborazione con aziende di moda o agroalimentari.

G.M.B. Di contaminazioni ce ne sono, eh. Da elettore, verrebbe da chiedersi se ci si può fidare di Spacedelicious.

M.T. Questa provocazione me la fanno. Io dico sempre che noi, a differenza delle altre guide, non diamo i voti a nessuno, ci limitiamo a elencare chi i voti li ha presi dalla Storia. Parafrasando, i giudizi li hanno già dati quelli che hanno vissuto quelle città, che hanno fatto sì che quei luoghi esistano da decenni o, in alcuni casi, anche da più di un secolo. Chiediamo un voto sul voto, insomma.

G.M.B. Una sorta di museo della gastronomia.

M.T. Sì. Per me, nel visitare una città, le informazioni sui ristoranti sono importanti quanto quelle raccolte in un museo: entrare da Checco er Carrettiere a Roma e scoprire che è lì da più di cento anni, e che il fondatore andava in classe con Ennio Morricone e Sergio Leone e che quello era anche il posto in cui si riunivano, per dire; ma anche andare Al Matarel a Milano e farsi raccontare che era il ristorante dove Bettino Craxi mangiava tutti i giorni; o sapere dove mangiare il vero cannolo siciliano a Palermo o le 6 trattorie che fanno le vere tagliatelle bolognesi, la pasticceria che inventò il gianduiotto a Torino… Chi cerca un posto su Spacedelicious si immerge in questo universo, ed è per questo che diciamo: “dove si mangia la verità”. Questo è il vero magna-magna.

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Credits: Leonardo Corallini. Si ringrazia La Balera dell’Ortica

G.M.B. Ne parli come un giovanissimo alle prime occupazioni, uno in cui brucia ancora fortissima la fiamma della passione politica. Come se avessi una missione.

M.T. Sì, lo sento proprio dentro. Ogni volta che qualcuno di questi locali per motivi di successione chiude, o viene venduto, e si perde la continuità con il passato, un pezzo di Spacedelicious muore. Credo che certi luoghi dovrebbero essere tutelati come beni artistici, e a un certo punto far sì che non sia possibile sventrarli e rifarli come si vuole.

G.M.B. Visto che abbiamo parlato di musei e di passato, torniamo indietro. Te sei di Civitanova Marche, e di certo non nascondi le tue origini. Poi ti trasferisci a Milano, dove sei legato a doppio filo, alla moda oltre che al cibo. Dimmi di più. 

M.T. Diciamo che mi sono trasferito a Milano per la moda. Come dicevo prima ho iniziato vendendo scarpe, poco dopo ho lavorato per un’agenzia di comunicazione e poi per un grande showroom, sempre vendendo moda.

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Credits: Leonardo Corallini. Si ringrazia La Balera dell’Ortica

G.M.B. Per tutti i politici che si rispettino, il rapporto con il proprio territorio e la propria città è tutto. Tu che rapporto hai con Milano? Per molti, soprattutto dopo il Covid-19, è diventato più conflittuale di prima.

M.T. Per me Milano è una seconda Mamma: M come Mamma, M come Milano, M come Maurizio. A parte gli scherzi, ci ho passato metà della mia vita, ci vivo da quando ho 19 anni e a questa città devo tanto. Ha fatto sì che molti dei miei sogni si realizzassero. Grazie a lei, alcune delle cose che faccio sono possibili. Le manca solo la M di Mare.

G.M.B. Domanda su cui potresti giocarti l’elezione: siamo nel 2050 e sta per avvenire un olocausto nucleare. Ti contatta il Governo – di cui nel frattempo sei diventato Commissario al Mangiar Bene – per inserire 3 piatti italiani in una capsula che verrà spedita nello spazio per far conoscere agli alieni la nostra cultura gastronomica. Che cosa ci metti?

M.T. Tortellini alla panna d’affioramento, tiramisù, pizza margherita.

G.M.B. Eat The Truth 

M.T. Letteralmente.

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