MasterChef, le pagelle della sesta Masterclass: questa cucina è un ring | Rolling Stone Italia
pan per focaccia

MasterChef, le pagelle della sesta Masterclass: questa cucina è un ring

Le fasi finali della competizione si avvicinano, e gli aspiranti chef sfoderano i coltelli più affilati. L'arma più tagliente, però, rimane la lingua. E gli strafalcioni, tra panificazione e griglia toscana, non si contano

masterchef 13

Credits: Sky

Overnight, tutta la notte, all night long: ditelo come volete, ma il gioco non cambia. Sobbollire a fuoco lento, lasciare che le cose si gonfino. Un po’ come, arrivati ai migliori nove di questa edizione, tutti dovrebbero essere pronti a fare: concentrare i propri sapori, “sviluppare la propria maglia glutinica”, per dirla con il medico Niccolò, e cominciare a mostrare i risultati di questo percorso in Masterclass. Invece, ahinoi, il mappazzone arriva, e sono tutti i concorrenti, persi tra dripping alla Pollock, pizze alla pala portate da Pierluigi Roscioli (di Roscioli, quello de Roma che ha aperto pure a New York) e una delle peggiori prove in esterna della storia del programma.

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Sara Bellinzona voto: 9

Ok: ad averci pensato all’inizio della gara, non avremmo detto che sarebbe arrivata fin qui. E pure bene! In due puntate in cui le Trebisonde sembrano irrimediabilmente smarrite, e la classe si tramuta in una seduta di psicologia di gruppo, Sara si è tolta gli occhiali, si è levata la frangetta dagli occhi, e da Clark Kent si è cambiata in Superman. Un piccolo Atlante per tutto il peso di questo mondo. Ora, non tornare indietro mai.

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Pierluigi Roscioli voto: 7

Se la pizza è religione, allora serve un ministro, o quantomeno un predicatore. Carte che vengono a mancare nel mazzo con cui Pierluigi Roscioli, Maestro di lievitazione dell’Antico Forno Roscioli a Roma, entra nella Masterclass. Porta la sua lezione, certo, ma in una lingua forse troppo concreta, e gratta via un po’ della poesia che solo mordere una fetta scrocchiarella, zeppa di pomodoro e formaggio, sa provocare. Il lievitato, però, a MasterChef si è sempre visto troppo poco. E questa immersione nel mondo notturno dei panificatori, perché no, la buttiamo lì, potrebbe essere una prossima, lodevole esterna.

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Antonio Mazzola, Eleonora Riso voto: 6,5

Bene, ma non benissimo. I ragazzi ci sanno fare, e lo dimostrano nei momenti in cui il cerchio si stringe e l’eliminazione rintocca come un pendolo. Nel resto del tempo, però, si perdon via. Uno pensa all’obiettivo (lo ripetiamo: tornare a casa dalla moglie e dalla figlia nascitura avendo vinto, aprire un ristorante, tornare in Italia) come fosse la quest di un videogioco, e a quanto pare non a divertirsi; l’altra, non fatele complimenti né ditele che “è forte”, perché la manderete in shutdown d’emergenza. Rega’, se qualcosa avete imparato, durante questi mesi insieme, è il momento di tirarlo fuori.

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I giudici, Michela Morelli, Niccolò Califano voto: 6

Barbieri, Cannavacciuolo, Locatelli: dove siete? Ci mancate così tanto. Vi tagliano dal montaggio, siete un po’ spenti, ma che avete combinato? Dove sono finiti i ragazzi che si divertono come bambini a bisbigliarsi le battute sul palco mentre quei poveri malcapitati dei concorrenti sudano e sbraitano? Vorremmo vederli ancora, prima della fine del programma. E vorremmo rivedere anche la Michela New Age che tanto abbiamo amato. Perché da ape regina, poi imperatrice, infine a Cenerentola, il passo è breve. A volte, quando capita, ci vanno di mezzo dei polli. Last but not least, Niccolò, eletto alfiere del pessimismo cosmico leopardiano all’interno di questa Masterclass. Evidentemente in fase riflessiva, vista l’involuzione nei nomi dei piatti e le riflessioni continue sulla bontà o meno del colesterolo. Vabbè, dài, è stata così, una bassa marea. Due fette di prosciutto e passa tutto.

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Deborah Meloni, Settimino Difonzo voto: 5,5

Poche idee, ben confuse. Non basta più essere “fischiettevole”, voler cucinare qualcosa di “gustevole”, confondere Van Gogh con Bangkok e, in sunto, inventarsi un proprio mondo parallelo mentre tutto va a rotoli. Rideremo sempre, Settimino, come potremmo non farlo? E ora che ti sei, sembra, riappacificato con la tua arcinemica Kassandra, chissà che non ti torni la verve per qualche colpo di mano. Deborah, invece, parrebbe essere entrata nel brutto loop “mi sono impegnata tanto, perché non me lo riconoscono”. Forse è Roma che irrompe in scena, forse anche lei si scorda di divertirsi. Meno male che la stagione delle Golden Pin si è ufficialmente chiusa, così almeno leviamo un problema dall’equazione. 

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Marcus Agerstroem voto: 5

Nel cuore, Marcus era il preferito. Nella ragione, sapevamo che, prima o poi, avremmo dovuto salutare questo svedese-trapiantato-italiano, teneramente impacciato come pochi nella storia di MasterChef. Una mano c’è, si intravede, ma ancora legata alle tradizioni di casa. Con ancora un po’ di studio, un’altra overnight di lievitazione, potrebbe venir fuori qualcosa di davvero interessante.

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Kassandra Galindo Rodriguez voto: 4,5

Continua il feud a distanza ravvicinata con Michela (ci dicono dalla regia, i diritti per l’adattamento per il piccolo schermo sono ancora liberi), rabbonito solo dalla disgrazia di dover collaborare in una prova in esterna che sarà fuoco e fiamme. Oggi, finalmente, giudichiamo più la sua cucina che la sua postura nella gara (come a gran voce chiede il popolo dei social). E questo, come potete vedere, è il risultato.

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