MasterChef, le pagelle della nona Masterclass: il lungo addio | Rolling Stone Italia
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MasterChef, le pagelle della nona Masterclass: il lungo addio

Ci siamo quasi: la finale della tredicesima edizione è alle porte, ed è ora di tirare le prime somme. Tra chi ne esce brillantemente e chi, invece, è ancora perso nella giungla, i giudici non perdono tempo e inaugurano un nuovo motto: balla che ti passa

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Credits: Sky

Sono arrivate, finalmente, le puntate più rilassate di tutta la stagione. Per i giudici e per gli spettatori, che finalmente sguazzano nel loro habitat prediletto: la cucina che fa sul serio, che può innalzare o demolire gli aspiranti MasterChef. Ciò che è stato prima non conta, le danze si riaprono da zero. E, come in un lungo foxtrot al centro della pista, perdere il ritmo per un passo può risultare fatale. Si divertono Barbieri, Locatelli, Cannavacciuolo soprattutto. Si divertono gli ospiti (ben due, e di spessore) e si deliziano gli occhi con la trasferta sul mare di Uliassi, a Senigallia (dove avremmo visto davvero bene il Pierobon). Chi patisce sono, a un certo punto, i nostri cuori. Ora, però, lo possiamo dire: sono ufficialmente aperte le scommesse per indovinare chi vincerà il titolo di prossimo MasterChef d’Italia. Stendete le carte.

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Mory Sacko, Mauro Uliassi voto: 10

Due presenze diverse, due cucine diverse, una sola sensazione: serafici, Mory Sacko e Mauro Uliassi arrivano al punto più alto del percorso dei concorrenti, luci dantesche a illuminare l’ascesa al Paradiso dopo tanto Inferno e parecchi Purgatori. Sembrano agire in stato di grazia, regno incomprensibile in cui le ragioni del cuore hanno sempre la meglio, e l’istinto non conduce mai sulla cattiva strada. Le storie dei due chef (un Stella Michelin Sacko, tre Stelle Uliassi) sembrerebbero non toccarsi mai, e invece, lo dimostrano nell’interazione con i ragazzi, offrono la stessa lezione: uscire dal guscio, essere gentili, sorridere il più possibile. Chef’s kiss.

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Antonio Mazzola voto: 9,5

Che forte, Antonio. Non è sempre il migliore, ma ci pare, finalmente, che abbia capito che il punto della competizione non è proprio questo. È lui quello che ha davvero fatto, per ora, il “salto”, sia nel pensiero dietro al piatto sia nella sua presentazione. Che ci sia dietro lo zampino di DJ Antoine, il suo Doppelgänger franco-cubano scatenato dalla Mystery a tema musicale? Uno, bino o trino, a noi importa solo dire: che hit!

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Antonino Cannavacciuolo voto: 8,5

In aria di santità (non ce ne voglia San Barbieri), Cannavacciuolo si (ri)conferma il confessore di questa edizione, padre spirituale con mani che possono essere acciaio o velluto, e che, colpetto qui, colpetto là, ha saputo rintuzzare i concorrenti per non farli mai sbandare troppo lontano dal centro: loro stessi. C’è chi lo chiama intuito. Anche se Niccolò, forse, preferirebbe qualcosa come “estatico terrore”, e comprendiamo: tenere un comizio d’amore, pomodori e romanticismo con questo giudice non dev’essere una passeggiata. E più non diciamo.

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Giorgio Locatelli, Bruno Barbieri voto: 8

Sarà la musica, sarà la benevola follia di quando un’avventura finisce, e si avvia al suo lungo addio. Sta di fatto che i giudici, anche quando non si chiamano Cannavacciuolo, ci hanno fornito la conferma più importante dopo le puntate di settimana scorso: il brio ce l’hanno, non è disperso. Le anime di intrattenitori, bacchettoni, e anche, perché no, eterni Peter Pan possono convivere nelle loro moltitudini. Potendo metterci un po’ avanti sugli ordini per la prossima edizione: le vorremmo tutte così le puntate, grazie. 

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Michela Morelli voto: 7,5

In due puntate in cui bisogna dimostrarsi puri di cuore, ma anche un po’ secchioncelli, Michela gioca senza avversario, arrivata al punto in cui riesce a mantenere l’equilibrio anche su prove che, si nota, sono lontane dai suoi modi in cucina, o dai suoi interessi gastronomici. Il meglio di lei arriva quando bisogna abbassare la testa e “tarellare”, come a Senigallia. È una formula vincente. Chissà se furba abbastanza, però, per la finalissima.

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Eleonora Riso voto: 7

È sempre lei, e sempre la vorremmo abbracciare. Soprattutto quando l’emozione prende il sopravvento, la paura di non essere abbastanza trabocca, e il talento di questo Ziggy Stardust rischia di rimanere offuscato per futili motivi. Sopravvivere a sé stessi è una ricetta ostica. Ma, per le fasi finali della gara, l’unica che conta davvero, da portarsi dietro gelosamente in un taccuino custodito sopra il cuore.

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Niccolò Califano voto: 6,5

Il migliore un giorno, eliminato l’altro: ormai lo sappiamo, non è una scena inusuale. Non ci volevamo credere, però. Niccolò è stato la stella di questo MasterChef, e avremmo davvero voluto sentire i nomi dei piatti del suo menu da finale. Poi glieli chiediamo su Instagram, in privato. Per il momento, ci porteremo dentro il ricordo di una versione poetica, ma nascostina, di questo medico-diventato cuoco-diventato non si sa: una che con il romanticismo, e il sentimento, ci sa molto fare. Nel piatto, intendiamoci.

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Sara Bellinzona voto: 6

Livin’ on the edge, cantavano gli Aerosmith, e ci è sembrato il motto di Sara per questo ante-finale. I giudici continuano a dirle di “graffiare”, ma forse, prima, bisognerebbe individuare i propri artigli. Lei è giovane, e li sta ancora cercando. Qualcuno direbbe: ma non è l’attesa del piacere il piacere stesso…? Noi vogliamo essere più pragmatici: le ultime puntate saranno una bella cartina tornasole per il percorso di Sara dentro questo Masterclass. Ad maiora.

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