MasterChef 12, le pagelle della settima masterclass: Francesco, chef a sua insaputa | Rolling Stone Italia
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MasterChef 12, le pagelle della settima masterclass: Francesco, chef a sua insaputa

Continua imperterrita l'inspiegabile parabola del concorrente più insopportabile, resa ancora più amara dall'eliminazione di una delle nostre favorite: Laura se n'è andata e – ahinoi – non torna più

MasterChef 12, le pagelle della settima masterclass: Francesco, chef a sua insaputa

Queste pagelle andranno in onda in forma ridotta, malinconica e arrabbiata per l’eliminazione di Laura Manili, un lutto per l’estensore delle stesse che chiede al collegio di garanzia del CONI di annullarla, far tornare tutti i dieci cuochi a registrare le puntate rimanenti di MasterChef per far sì che giustizia sia fatta. Almeno metà dei concorrenti rimasti meritavano di tornare a casa prima di lei, ma MasterChef è entrato in quell’ultimo mese in cui il dentro-fuori è dettato più da ragioni televisive che culinarie. Certo Lauretta mia, pure tu potevi evitarti questi ultimi due giovedì sottotono. Per il resto puntate non eccezionali se non per il sovrannaturale Francesco Saragò, chef a sua insaputa, che non sapendo neanche bene dove sia e come si usino gli utensili più elementari entusiasma con piatti che fa persino fatica a spiegare. Ora scusate ma devo imitare Blanco per sbollire la rabbia.

Roberto Resta voto: 10

Forse non è stato lo chef migliore delle varie prove, ma merita questo voto perché sta dimostrando di meritare il corrispondente numero di maglia, non solo sul campo da calcio – pure ai fornelli. Merita il massimo dei voti perché è stato il cuoco che è migliorato di più e più costantemente – nonostante i tenerissimi inciampi, come quelle ciliegie dimenticate nella prova a tempo –, ha saputo resistere ai propri tentativi di auto-sabotaggio e continua a resistere in quella masterclass senza perdere la tenerezza, persino quando gli tocca in sorte, nell’esterna, Francesco come capitano. La sua calma olimpica nel cercare di farlo ragionare prima e di non picchiarlo dopo, quando come al solito quest’ultimo scarica colpe a destra e manca, lo rende un eroe dei nostri tempi. Il 10 se lo merita anche perché dai suoi occhi luminosi e un po’ ansiosi trapela qualcosa, adesso, che non ci aspettavamo: comincia a divertirsi. E questo potrebbe fargli continuare la rimonta. Robé Robé Robé tira la bomba, tira la bomba. Alla crema, possibilmente. Ah Barbieri, sfotti poco, che non è certo lui a cuocere gli alimenti senza sapere come, l’abbaglio l’avete preso altrove.

Hue Dinh Thi voto: 9

Un’altra che ha fatto dei suoi limiti un punto di forza. La sua fragilità è un’arma autoironica – e iconica, ormai –, Cannavacciuolo che la costringe a dirsi «sono brava» un balsamo per tutti noi insicuri cronici. Rimane solo il sospetto che un po’ ci stia prendendo tutti in giro e che lei sia troppo Alice nel Paese delle Meraviglie e che stia recitando un ruolo che ha scoperto essere efficace. In queste due puntate però ha l’umiltà, in esterna, di farsi guidare da Mattia senza perdere di vista, come Francesco, ciò che succede e come e tenendosi alcune decisioni per sé. Riesce inoltre a portare piatti di valore ai giudici e il nove lo merita per la storia del tonno felice propinata ai dieci chef che è una di quelle cose che può mettere in imbarazzo chiunque, in particolare i tuoi interlocutori, ma che cavalcata come l’ha fatto lei fa il giro e diventa leggenda. Ora aspettiamo solo una comica che la imiti perché possa entrare definitivamente nei nostri cuori.

Edoardo Franco voto: 8

Tengo il 10 per quando vincerà. Senza Laura, mi appellerò al Grand Giurì del Parlamento Europeo se il Frank Zappa di Varese non dovesse arrivare ad alzare il trofeo. Sa essere il centro emotivo e comico e sentimentale del gruppo, ha mantenuto la dolcezza naive che ci ha fatto innamorare fin da subito e con grazia e gradualità ci ha stesi con una competenza notevolissima e una capacità di spiegarla semplice e ineccepibile. Ogni volta che mette qualcosa sul piatto tu mangeresti il televisore ed è l’unico che pur rispettandoli non sente alcun timore reverenziale per i giudici, che infatti sembrano evitargli alcune delle cattiverie che riservano agli altri. Da ieri ho scoperto anche che fa musica – e pure bene – con lo pseudonimo di Franco Carisma, lo pseudonimo più calzante che poteva scegliersi. Infatti ora scusate ma vado a risentirmi su Soundcloud Gran Torino.

Mattia Tagetto voto: 7

Non fa una delle sue prove migliori, sbaglia persino quando lo chef, grazie alla vittoria della mystery, gli salva la salsa ma non la cottura. Però nell’esterna prende in mano la situazione con quella leadership gentile e decisa, mostrando non solo capacità di capire i suoi compagni ma anche, per l’ennesima volta, un talento importante, saper raddrizzare piatti nati storti. Potrebbe vincere proprio per questa solidità da condottiero d’altri tempi: ecco perché ci permettiamo di suggerire a Biden di smettere di mandare armi in Ucraina. Faccia rapire dalla CIA il buon Mattia, lo metta al fianco di Zelensky e vedi come Putin lo cuociono a puntino. In alternativa, il Milan potrebbe esonerare Pioli e prendere lui.

Lavinia Scotto voto: 6

Ieri si salva, come troppo spesso le accade ultimamente, perché in due o tre inciampano più vistosamente di lei. L’uscita di Nicola si è fatta sentire troppo, forse, ma anche la pressione della vicinanza al traguardo. Deve recuperare quella tigna piemontese degli inizi, quel perfezionismo sorridente e pure lo spirito della nonna che in pandemia le ha insegnato a cucinare bene. Invece sembra bloccata, senza guizzi, riesce a salvarsi perché è davvero brava, ma come insegna Laura è un attimo che ti fan fuori se sbagli un piatto. Lavy, non farmi scherzi: già devo sopportare che Laura se n’è andata e non ritorna più.

I giudici voto: 5,5

Moscetti, Barbieri prova a pungere ma è come se fosse trattenuto e alla fine se la prende, un po’ puerilmente, con Roberto che finisce – lui! – per ridergli in faccia. Cannavacciuolo è l’unico che ha momenti di genio – come quando si fa cronometrare, sempre da Roberto, mentre prende il piatto giusto e ci regala aqualche battuta delle sue –, Locatelli torna un po’ acciaccato ma il suo sguardo a fine serata non lo vedevo dai tempi della professoressa Faloci che mi insegnava matematica alle medie e che riusciva a farmi sentire un serial killer solo perché per me l’algebra era cirillico letto da un islandese. Il cast di concorrenti più “normale” degli ultimi anni, nel bene e nel male, sembra averli un po’ addormentati.

Sara Messaoudi voto: 5

È migliorata tanto a livello culinario e umano, ha trovato una sua cifra sia ai fornelli che in tv. Meritava un voto alto, ma quel carattere da animale ferito, quella rabbia che si porta dentro, le toglie lucidità. Prima con i giudici e gli chef ospiti, convinta che ci fosse un gombloddo ai suoi danni. Ora solo contro Francesco. Sara mia, io ti capisco. Io a Saragò metterei dentro l’abbattitore e me lo dimenticherei, quando sento le sue battute, pensa, rivaluto Pio e Amedeo, la sua voce mi fa venir voglia di vedere Sanremo mentre Chiara Ferragni legge la lettera a se stessa con la voce uguale a quella del radiotaxi. Ho persino chiesto di essere arruolato nell’Esercito pur di non vederlo più, i tweet di Salvini, pensa, mi irritano meno di lui. Ma non puoi offrirgli quell’assist, attaccarlo direttamente, far sì che lui possa continuare la sua narrazione demenziale di «vittima del clan, da far cadere a uno a uno». E meno male che lui è abbastanza fesso da non riuscire a capire l’occasione che gli avevi dato. Sara, io con te mi sono sbagliato e ti chiedo scusa. Sei brava e ho pure voglia di abbracciarti forte quando non mordi. Ma tu prima di parlare chiedi a Edoardo, ok?

Antonio “Bubu” Gargiulo voto: 4

Antò, allora? Sembri una di quelle squadre di serie A che arrivano quartultime pur non vincendo da sei mesi perché le altre sono così scarse da non riuscire a superarle. Sembri la Salernitana che si salva perdendo 0-4 in casa. Stai diventando un serial killer di favoriti che sbagliano quel tanto poco di più di te da dover togliersi il grembiule (e ieri, che Laura avesse più colpe di te, ho qualche dubbio). Capisco la crisi esistenziale, io alla tua età non sapevo neanche farmi la pasta dello studente, però se hai pure deciso di lasciare l’università per diventare chef, svegliati. Che qui state tutti ad autocommiserarvi, ma le cucine di alto livello sono il Vietnam, lo sai vero? Il tuo chef sarà peggio del sergente Hartman in Full Metal Jacket, i tuoi compagni di brigata cercheranno di ucciderti con i coltelli da pane. Farai turni che neanche Isabella Ragonese in Sole Cuore Amore e guadagnerai meno di un giornalista precario. Quindi, francamente, togliti il broncio e fai vedere chi sei.

Leonardo Colavito voto: 3

Questo tre fa male più a me che a te, Leo. Ma sei stato miracolato ad arrivare fino ai primi nove, perché si capisce che ce l’hai dentro questo lavoro ma in questo momento ti interessa farlo come a me il punto croce. Però, diamine, provaci che quel sorriso irresistibile ma un po’ bambacione farà breccia nelle donne e nei tuoi superiori ancora qualche anno se ti dice bene, poi vedranno il bluff e sono volatili per diabetici. Prenditi tutte le registrazioni, guarda quando ti hanno fatto i complimenti e cerca di capire che cos’hai fatto. Perché sai cucinare, anche se non sai perché, come e a momenti neanche quando. Poi io ti capisco, ragazzo: vedere salire Francesco mentre tu consegni il grembiule è come Totti che pensa a quanti scudetti più di lui ha vinto Padoin. Respect.

Francesco Saragò voto: 2

Rimandatelo negli anni Ottanta. Dategli quello che vuole: una felpa Naj Oleari, una cinta El Charro, uno zaino Invicta, un bomber, quello che chiede consegnateglielo, fossero pure delle Timberland. Dategli da condurre una trasmissione sulla nostalgia e chiamatela Super! (da settimane è la parola che odio di più), mandatelo in Parlamento con i Cinque Stelle che le sue baggianate e il modo in cui le dice sono perfette per quel gruppo parlamentare. Ma se lo fate resistere un altro giovedì a MasterChef, mi viene un ictus. Se provate a farlo passare per fenomeno come nelle ultime due puntate, definendo eccezionali piatti che lui non sa nemmeno come abbia fatto a farli (Sara hai ragione, ma non si dice, ora calmati e prendi le tue pillole, le stesse che hanno prescritto a me), giuro che chiedo un processo per direttissima per Bruno, Giorgio e Antonino. Francesco è insopportabile, razzista (la tirata contro le spezie di Sara si sarebbe vergognato a farla pure Matteo Salvini), incompetente («chef, uso la padella o il pentolino» all’ospite che imbarazzato scappa dal suo pedinamento), vilmente grottesco e viceversa, quando accusa i compagni di esterna che lui – con la sua ignoranza nel presentare i piatti e nel non riuscire neanche a pensarli, figuriamoci a capirli – ha fatto perdere, portandoli al pressure test. Il disprezzo negli occhi di Locatelli a fine puntata è il mio. E se pensate che faccia share, io vi assicuro che invece spinge chiunque a cambiare canale. Figuriamoci la maggioranza silenziosa radical chic che costituisce lo zoccolo duro del pubblico di questo talent.

Laura Manili voto: 1

Uno non è un voto, ma la posizione che meritava alla fine di MasterChef. Le è mancato il guizzo ultimamente, sembra aver subito la lunghezza della trasmissione, il peso delle aspettative (proprie e altrui), la riservatezza che ha contribuito a non farla capire a molti spettatori e probabilmente a tutti e tre i giudici. Ma se sai cucinare sai che al suo livello erano al massimo altri due. Speriamo che vincano. Io colgo quest’ultima pagella con lei presente per dichiararle il mio amore discreto e non corrisposto. Sono cotto di te, Laura. E ora, mi amor, vai a casa di Ollivier. Aprite un ristorante. Poi prendete anche Edoardo e pigliatevi MasterChef. Io vi faccio da autore, promesso.

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