MasterChef 12, le pagelle della finale: il sortilegio del Sottosopra | Rolling Stone Italia
Chi non risica non rosica

MasterChef 12, le pagelle della finale: il sortilegio del Sottosopra

Nell’ultimo round che precede la finalissima, solo chi si gioca il tutto per tutto si porta a casa la vittoria (e con ogni probabilità pure un taglio di capelli decente)

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È il mondo all’incontrario. Nell’ultimo round che precede la finalissima, autori e giudici decidono di ribaltare le postazioni (per l’occasione, rosso fuoco) e sovvertire i canoni della cucina: un giro di giostra che lascia a terra Mattia, perduto tra le sfoglie di un porro. È chiaro il monito per i tre aspiranti al titolo di dodicesimo MasterChef italiano: chi non risica non rosica, ragazzi. Solo chi si gioca il tutto per tutto si porta a casa la vittoria. Onore ai vinti, però. E forbici a Barbieri: ché una promessa è una promessa e ora vogliamo vederti con un taglio di capelli civile, Edoardo.

Edoardo Franco voto: 10 e lode

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Ma anche il bacio accademico (e un abbraccio a nonna): tutti i nostri voti vanno al cuoco borderline più educato del mondo (la definizione è di Mattia). Edo vince tutto e lo fa a sorpresa, perché in ogni step della sua ultima gara sembra sempre lì lì per fare un casino, e invece. Per la Mistery a base di pollo e granturco ci ha fatto temere che avrebbe cucinato una pannocchia intera. Rinsavisce, presenta una polpetta rustica quanto il suo inglese (titolo del piatto: Mais have eaten the chicken) e dichiara: o la va o la spacca. L’è andata: via la salopette, su la casacca sghemba, si va in finale e lì a spaccare sono le sue salse da fuoriclasse. L’antipasto di barbabietola pare troppo terroso, ma la salsa di fondo di piccione! Il raviolo kebab ha la pasta un po’ thicky, ma la salsa di albicocche! Le capesante sono cotte così così, ma quell’acqua di curry! Fino al momento del dolce sbagliato, brutto da vedere, annegato in un mare di bianco-qualcosa. Piange calde lacrime, Edoardo. Mentre i giudici decretano l’incompiuto il miglior dessert della manche: ha pescato la matta, come dice Barbieri. E noi siamo matti di gioia per lui. Dai caaazzoo!!!

Antonio “Bubu” Gargiulo voto: 9

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Si batte come un leoncino il piccolo cuoco di Vico Equense. Per la Mistery, sfida se stesso con una gelatina di pomodoro che racchiude con eleganza una mousseline di granchio (Colagreco docet). Non gli basta per skippare l’Invention test, che tuttavia supera agevolmente con un porro in tre cotture e tre pepi. Forse troppi, come gli fa notare Clare Smyth, la chef ospite che gli suggerisce il sempreverde less is more. Bubu lo prende eccessivamente alla lettera e nel menu finale sembra eseguire il compitino. L’uovo di seppia è molto tecnico, ma con pochi picchi gustativi. I culurgiones della tradizione sarda affogano nel beurre blanc, altra eredità del Mirazur. Le costolette d’agnello corrette, ma con poco carattere. Il “Gioco di pastiera” ordinatino, saporitino, pulitino. Il cuoco ragazzino ha fatto del suo meglio, comunque tanta roba, ed è talmente preciso, attento e diciannovenne che – siamo certi – si farà.

Clare Smyth voto: 8

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Il membro esterno della puntata, con il suo British aplomb, è lì apposta perché i concorrenti rivelino di che pasta son fatti: siamo o non siamo a un passo dalla finale? Per la Mistery assegna un paio di ortaggi e una proteina in croce, per l’Invention test una sola verdura. Allieva di Gordon Ramsey, già miglior chef donna 2018 per la 50 Best, dimostra come una carota e un po’ di agnello, una patata e una manciata di alghe possano diventare, fra le sue mani, piatti degni di tre stelle Michelin. La prova è tosta, Smyth non lesina consigli mentre gira fra le postazioni, né apprezzamenti agli assaggi. Ma la cucina vegetale, con carne e pesce a far da contorno, non è per tutti.

I giudici voto: 7

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Hanno guidato la finale con misura e sorriso. Mai una parola di troppo (tolto il battibecco fra Cannavacciuolo e Barbieri in camera di consiglio, subito svoltato in caciara), sono stati contenuti nelle critiche e generosi nei tanti giudizi positivi spesi durante tutta la puntata. Hanno persino ceduto alla commozione, almeno in tre momenti: quando Hue ha indossato la sua casacchina, quando – ancora lei – si è collegata con i genitori in Vietnam e davanti al crollo emotivo di Edoardo. Un mezzo punto in più a Barbieri: la scena del taglio della ciocca al vincitore resterà negli annali di MasterChef.

Leonardo Colavito, Ollivier Stemberger e Silvia Zummo voto: 6

Li prendiamo come rappresentanti degli ex cui assegnare il voto positivo di gruppo che ci sentiamo di dare a (quasi) tutti: felici di essere in balconata a fare la claque, incitare, aiutare. Abbiamo amato Leonardo e le t-shirt degli Ardos, Ollivier che avvisa Hue di qualcosa che trabocca e Silvia, pettinata e inguainata in un lamé stile Jessica Rabbit, bella rivincita su Barbieri. A proposito di vestiti: Lavinia, oh là là!

Hue Dinh Thi voto: 5

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Volevamo vederla volare fino alla luna. Ma poi ha chiamato un piatto Finocozz (ingredienti principali: finocchi e acqua di mitili), è stata fin troppo timida con i ravanelli e un po’ si capiva che qualcosa non andava perché nella prima fase si è sentita dire più volte che avrebbe dovuto osare di più. Nonostante il suo menu si fosse aperto con un meraviglioso antipasto, tripudio di frutti e ortaggi, ha iniziato a scivolare con il trittico di ravioli rosa di cavolo rapa e ripieno di lenticchie, stoppo da mandar giù. Per poi cadere Sotto la luce della luna piena d’autunno: nome pomposo per uno striminzito rettangolino di papaya cotto in brodo di maiale (ah, quanto ci avevano fatto sperare quelle costine!) e una boule di riso e funghi. Ha cercato di portarci nella sua infanzia con lo zucchero filato, ma la granella di nocciole intorno al gelato fritto (sì, quello dei risto cinesi d’antan) ricorda le barrette energetiche. Ci fosse un ordine di arrivo dietro a Edo, a malincuore dovremmo classificarla come terza e ultima. Nota a margine, prosegue la confusione sentimentale, indecisa tra il marito e l’amante. No, non Jeremy e Mauro. Il lardo di Colonnata e il lemongrass.

Mattia Taggetto voto: 4

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Nel mondo all’incontrario il mountain man finisce prigioniero del Sottosopra. A cucinare cipolle e manzo, scelti per lui dalla chef ospite, non se la caverebbe neanche male, non fosse per l’impiattamento un po’ miserello. I guai arrivano per colpa di un porro che riesce contemporaneamente a bruciare e lasciare crudo nell’ora probabilmente più dimenticabile della sua vita. Promette di consolarsi andando a mangiare al Core, il ristorante di Clare Smyth a Notting Hill da aggiungere alla sua dichiarata collezione di oltre 300 stellati.

Francesco Saragò voto: 3

L’aspirante ristoratore romano conserva il suo stile cialtronesco. Sta portando avanti il progetto di aprire a Londra? «Come no, sto imparando pure l’inglese: good evening», dichiara beffardo. Poi cede al solito, maldestro tentativo di origliare quel che dicono i giudici. Facendosi sgamare, of course. Non gli assegniamo l’usuale 1 perché, in fondo, è stato il sale e il pepe della dodicesima edizione di MasterChef. Che forse senza di lui sarebbe stata un poco sciapa.

Sara Messaoudi voto: 1

Anche i giudici hanno provato a farla sciogliere e a farle fare pace con Francescone. Ma lei, nisba. All’ingresso in studio, Locatelli spedisce «la queen» in balconata suggerendole di salutare per primo l’ex collega spaccone. Il loro rigido approccio ha ricordato il bacio mancato tra Chiara Ferragni e Fausto Zanardelli dei Coma Cose sul palco di Sanremo. Simpatia e calore non pervenuti, neanche questa volta. A proposito, cosa avevamo detto nelle ultime pagelle sul sortilegio a Mattia?

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