In principio fu la Frittolosa. Se non sai cos’è, è colpa del marketing | Rolling Stone Italia
(non) siamo fritti

In principio fu la Frittolosa. Se non sai cos’è, è colpa del marketing

Nel 2000, Termozeta metteva sul mercato un nuovo elettrodomestico che prometteva di friggere senza olio: era l’antesignano della friggitrice ad aria. Non ebbe successo, e i motivi hanno soprattutto a che fare con una questione di pubblicità

Credits: Lisa Cherkasky for The Washington Post via Getty

Credits: Lisa Cherkasky for The Washington Post via Getty

Chiunque sia stato cosciente almeno un giorno negli ultimi tre anni si sarà imbattuto in una di queste esperienze: sentir parlare di friggitrici ad aria; domandarsi cosa sia una friggitrice ad aria; ricevere una friggitrice ad aria come regalo. E con ogni probabilità, questo Natale molti di voi riceveranno una bella friggitrice ad aria.

 

Colpa di TikTok, e del Covid-19. Uno studio di ReportLinker datato dicembre 2022 ha previsto che il mercato mondiale delle air fryer, già in ascesa durante il lockdown e guidato dalla Gen Z, la quale durante la permanenza forzata a casa ha potuto creare video ASMR su TikTok, mostrando fritture croccanti grattate col coltello, continuerà a crescere costantemente, con tassi di incremento compresi tra il 6% e il 15% annuo. Il mercato mondiale vale attualmente 896,5 milioni di dollari (835,65 milioni di euro), con la Germania a guidare le statistiche europee, principalmente per motivi di risparmio energetico. Le friggitrici ad aria, infatti, consumano il 60% in meno rispetto a un forno convenzionale.

 

 

 
 
 
 
 
View this post on Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

A post shared by Yvonne | Blog & Privat (@experimenteausmeinerkueche)

 

Ma come è nato questo elettrodomestico rivoluzionario che ha conquistato le nostre cucine? Un breve viaggio nella storia rivela che il concetto di “frittura ad aria” esiste da oltre un secolo, con invenzioni come la pentola elettrica a pressione d’aria nel 1904 e il forno elettrico per scaldare alimenti surgelati di William L. Maxson nel 1945. Tuttavia, il vero punto di svolta si ebbe apparentemente nel 2005, quando l’inventore olandese Fred van der Weij sviluppò il prototipo di una friggitrice ad aria a forma di uovo. Presentata nel 2010 a Berlino, questa innovazione combinava radiazione di calore e un flusso d’aria potenziato per ottenere una cottura ottimale; i brevetti di questa tecnologia sono ora di proprietà di Philips.

 

La storia non sarebbe andata però esattamente in questo modo. In un’intervista recente, il divulgatore Dario Bressanini ha sbloccato un ricordo nell’ippocampo di quelli che hanno vissuto i primi anni Duemila; un ricordo che suona così: Frigge senza olio, Frittolosa! Frigge senza olio, Frittolosa! E l’olio non c’è più!

 

Bressanini ne aveva parlato anche sui suoi canali social un paio di anni fa, ricordando che la friggitrice ad aria — intesa come un piccolo forno dotato di una resistenza e una ventola molto potenti, in grado di cuocere alimenti già precotti in poco tempo — non è un’invenzione recente bensì vecchia più di 20 anni, cioè da quando la Frittolosa del popolare marchio italiano Termozeta è stata lanciata sul mercato. Secondo il divulgatore, si trattò di un insuccesso (sul lungo periodo) dovuto sia al nome che al fatto che l’apparecchio non prometteva quello che non poteva mantenere: friggere senza grassi, il sottinteso illusorio delle friggitrici ad aria.

 

spot pubblicita frittolosa friggitrice Termozeta ad aria Canale5 2001

 

«La Frittolosa nacque e fu messa in commercio nel 2000 come sviluppo di un’idea rivoluzionaria che mio padre Massimo Mariotti ebbe insieme al suo socio» ci racconta Marco Mariotti, attuale General Manager divisione Termozeta di Datamatic, che possiede dal 2016 il marchio italiano. «Ai tempi videro avanti vent’anni: adattarono la tecnologia di un classico forno — una ventola e una resistenza — che faceva girare l’aria più velocemente di un normale forno ventilato». La Frittolosa era dotata di resistenze sulla parte posteriore e frontale e di un sistema di ventilazione. All’interno, un cestello ruotava in stile girarrosto, con dentro il cibo, e così si riusciva a ottenere una cottura ideale senza dover aggiungere grassi. Ideale per cuocere i cibi surgelati, che il più delle volte sono già precotti e hanno uno strato d’olio a ricoprirli. Il tutto fabbricato in Italia, nella provincia di Varese.

 

«Nel 2000 avevo 11 anni» continua Marco «e mi ricordo che mio padre nei weekend mi portava in fabbrica a Varese e si metteva con i suoi ingegneri e il suo socio a fare le prove generali di questo fornetto con ventole e resistenze, studiandone il design. Ai tempi era facile scommettere su un nuovo prodotto e si investiva nella campagna pubblicitaria, ma c’era un mercato che tirava molto e la concorrenza era inferiore. Si consumava di più e, di conseguenza, si potevano fare cose del genere con più tranquillità, senza perdere troppi soldi». Frittolosa fu infatti lanciata con una massiccia campagna sulle reti Mediaset due mesi prima del Natale del 2000, con un jingle martellante che comportò grandi vendite (nell’ordine delle centinaia di migliaia) fino al 2002, anno di ritiro dal mercato.

 

 

 
 
 
 
 
View this post on Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

A post shared by Termozeta elettrodomestici (@termozeta_official)

 

L’apparecchio aveva infatti dei limiti, legati soprattutto al costo troppo alto di 250/300mila lire — circa 180€ odierni, dovuti alla produzione in Italia — e alle dimensioni non così tanto ridotte. Il disamoramento definitivo dei consumatori arrivò poi nel 2002 con una pubblicità di Pizzoli Surgelati, dove si vedeva che le patatine fritte e i surgelati si potevano cuocere anche nel forno ventilato di casa. «Mio padre non si perse d’animo e passò ad altri progetti, infatti dopo la Frittolosa arrivò il primo generatore di vapore portatile, il Vaporone. Certo però,» conclude Mariotti, «quando ho visto il successo recente delle friggitrici ad aria la prima cosa che ho pensato è stata “peccato, mio padre e il suo socio c’erano arrivati 20 anni prima”. Se la Frittolosa fosse stata inventata oggi avrebbe avuto una cresta da cavalcare lunga forse 15 anni, e sarebbe stata più economica».

 

Secondo Sandro Abruzzese, copywriter freelance e docente di Abea Formazione per corsi di SEO Copywriting, ci sarebbe stato a monte un problema di naming e di comunicazione pubblicitaria che sembrava rivolgersi a dei ragazzini invece che a un pubblico adulto, potenzialmente più interessato a utilizzare un apparecchio del genere, visto anche l’elevato costo d’acquisto. Quello che è successo in questi vent’anni, sempre secondo Abruzzese, è che nel frattempo il marketing ha fatto passi da gigante nel mettere al centro l’utente invece che il fatturato. Ma c’è anche un tema sociale da prendere in considerazione: il successo delle friggitrici ad aria degli ultimi tre anni è figlio di un fenomeno che ha visto sempre più persone acquistare piccoli elettrodomestici, per la noia sperimentata durante la pandemia oppure per emulare le abilità dei concorrenti di MasterChef e di tutti i programmi di cucina esplosi nell’ultima decade.

 

O probabilmente, Frittolosa è stata l’invenzione giusta al momento sbagliato, finendo nell’oblio quando qualche genio del marketing ha deciso di rinominare questo concetto di elettrodomestico “friggitrice ad aria”, esattamente promettendo quello che non si può mantenere: friggere senza olio.

Altre notizie su:  Friggitrice ad aria Frittolosa