Io mangio da solo: elogio dell’atto anarchico del chiedere un tavolo per uno | Rolling Stone Italia
So, I sat there and had a glass of wine

Io mangio da solo: elogio dell’atto anarchico del chiedere un tavolo per uno

È un’abitudine comune in Giappone, Cina e Corea del Sud, al punto che sono nati ristoranti appositi per single, mentre in Occidente rappresenta ancora una sfida. Ma per poco: il 2023, pare, sarà l’anno in cui sedersi da soli diventerà ‘the new black’

Carrie Bradshaw mangia da sola in una scena di 'Sex and the City'

Sarah Jessica Parker in una scena di 'Sex and the City'

Foto: HBO

Nel vasto universo culinario, c’è un’enigmatica sfida che ogni commensale prima o poi si trova ad affrontare: l’arduo compito di affrontare un pasto da soli. L’essere umano è una creatura sociale e le convenzioni comuni, così come la paura di essere giudicati persino dal cameriere che ci serve possono trasformare il semplice atto di sedersi al tavolo in un labirinto di incertezze.

In Asia la solitudine è una condizione diffusa, un fenomeno che coinvolge ampie fasce della popolazione di tutte le età e che ha radici profonde, ben prima dell’isolamento causato dalla pandemia. Ma fortunatamente, dove c’è un ostacolo esiste anche una soluzione, soprattutto quando si tratta di affrontare la solitudine gastronomica. L’Asia ha saputo abbracciare questa sfida, offrendo una varietà di locali che rendono le persone sole protagoniste della loro esperienza culinaria.

Uno dei paesi in cui questa tendenza è più radicata è il Giappone. La terra del Sol Levante è alle prese con l’isolamento da secoli. Durante l’era Sakoku (1639-1853), scrive la storica Stephanie Buck, il governo vietava l’ingresso e l’uscita dal Paese agli stranieri e ai cittadini, e la violazione di questa regola poteva essere punita con la morte. Nel secolo socrso, con il declino dell’economia giapponese negli anni ’90, le strutture familiari hanno subito dei cambiamenti: il numero di famiglie monoparentali è in costante aumento, e, secondo il sito di statistiche Global Data, la dimensione media della famiglia tra il 2010 e il 2021 è diminuita del 10%. Negli anni si è così sviluppato il concetto dell’ohitorisama, ovvero l’arte di fare cose da soli. In Giappone, andare a mangiare è soltanto una delle tante attività che le persone possono svolgere in totale solitudine. È persino possibile fare karaoke senza altre persone, se lo si desidera. La tendenza del mangiare da soli in Giappone è nata per venire incontro a coloro che prediligono il cibo alla socializzazione, o per i salaryman giapponesi costretti a pranzare da soli a causa degli interminabili orari di lavoro.

 

 
 
 
 
 
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Per rispondere a tali esigenze sono stati creati locali che hanno cambiato radicalmente la percezione negativa del mangiare da soli. Un esempio noto è la catena ICHIRAN, fondata nel 1960, dove i clienti possono godersi i noodles in cabine private, conosciute come “ICHIRAN’s own Ramen Focus Booth”, con pareti che separano i commensali, tende che nascondono lo sguardo indiscreto e un ambiente pensato appositamente per garantire la privacy e proteggere i clienti da interazioni indesiderate. Quando si entra nel ristorante, si acquista un biglietto da una macchinetta e si consulta un pannello luminoso per individuare le cabine libere disponibili. Una volta seduti, i clienti possono personalizzare il proprio pasto compilando un foglio, senza avere alcun tipo di interazione con gli altri commensali o con il personale di servizio.

 

 
 
 
 
 
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Chi invece è ancora riluttante ad affrontare una cena da solo può cambiare destinazione e trovare conforto presso il Moomin Cafe di Tokyo, la caffetteria anti-loneliness per eccellenza, dove gli ospiti single possono cenare in compagnia di giganteschi e rassicuranti peluche a forma di ippopotamo. In casi estremi, in Giappone il fenomeno della solitudine è stato affrontato con delle misure tanto drastiche quanto sorprendenti: i divieti alle coppie. Nel Natale del 2014, il ristorante PiaPia di Tokyo ha preso una decisione audace: ha proibito l’accesso ai coniugi. Un cartello affisso all’ingresso del locale avvertiva con fermezza che i fidanzati non sarebbero stati serviti per evitare che gli altri clienti si sentissero ancora più soli e di creare gravi traumi emotivi allo staff. «All’inizio – ha dichiarato Takashi Kyozuka, un dipendente di PiaPia all’Independent – qualcuno scherzando aveva suggerito di vietare l’ingresso alle coppie. Poi, a fronte della crescente consapevolezza della portata del problema, abbiamo preso realmente questa decisione. È facile cadere in depressione se ci si trova soli durante la vigilia di Natale».

In Cina, invece, oltre ai classici ristoranti per persone sole simili a ICHIRAN, ci sono locali che hanno portato il concetto di posto per single al next level. L’influenza della precedente politica del figlio unico, l’avanzamento tecnologico, la lontananza dalla famiglia e lo stress da competizione hanno creato un senso di isolamento che sta affliggendo molti cinesi, tanto che è sorta una vera e propria !economia della solitudine! per soddisfare questo fenomeno moderno. Secondo il Ministero degli affari civili cinese, la popolazione adulta single ha raggiunto i 240 milioni nel 2018.

Durante la pandemia, con un crescente numero di persone afflitte dalla solitudine e dalla depressione, Shanghai ha ospitato per due mesi un evento unico: il “Pop-up Restaurant della Solitudine” chiamato Lonely Noodle Shop (孤獨面店). Attraverso una fusione di luci, colori, musica e una ciotola di noodles chiamata “Almeno per stanotte, non sarai solo”, il ristorante ha offerto ogni notte, dalle 20 alle 2, uno spazio per alleviare la solitudine della e l’ansia sociale. Il locale è stato aperto durante il periodo festivo, offrendo supporto alle persone che, a causa del Covid, non potevano tornare a casa per festeggiare con i propri cari. Un’entrata girevole segnava la transizione dal corridoio debolmente illuminato all’area dei pasti. All’apertura della porta, la rivelazione: cabine individuali illuminate da una delicata tonalità di verde. Sul tavolo, uno schermo apparentemente nero nascondeva in realtà un vetro, attraverso il quale si poteva osservare lo spettacolo Blind Box Show che si svolgeva ogni sera dal vivo.

Enjoy LONELINESS…Noodles canteen catering to solo diners goes viral in Shanghai#孤独面店

Le singole cabine circondavano il palco, permettendo ai commensali di godersi la privacy del pasto mentre contemporaneamente partecipavano tutti insieme allo spettacolo. Tra gli artisti presenti anche il cantante e attore Will Pan e il celebre rapper cinese Gali, che ha composto per l’occasione la canzone Solitudine (孤独), poi pubblicata nell’album omonimo del ristorante. Il tema della canzone, così come quello del locale stesso, suggeriva un nuovo approccio alla solitudine: «Attraverso l’integrazione di negozi pop-up offline, musica e live streaming – ha dichiarato all’East Daily Che Che, uno dei produttori di Inde Company, l’azienda dietro al Lonely Noodle Shop – spero che più persone prestino attenzione al problema della solitudine, all’importanza di esternare i propri sentimenti e di migliorare la comprensione reciproca tra gli esseri umani. L’intenzione originale del Lonely Noodle Shop è quella di accompagnare tutti, promuovere la discussione sulla solitudine e superare la paura ad essa associata».

Paura che per tanto tempo è stata sentita in Corea del Sud, dove, fino a una decina di anni fa, una persona che entrava in un ristorante a Seoul e chiedeva un han myung (tavolo per una persona) poteva ricevere un rifiuto. Questo perché i ristoranti preferivano gruppi più nutriti a causa di una complessa combinazione di dinamiche sociali locali, margini di profitto e questioni logistiche. I rifiuti arrivavano soprattutto nei ristoranti per famiglie e nei barbecue, due luoghi emblematici per assaggiare alcuni dei migliori piatti del Paese. I clienti solitari potevano aggirare questa situazione in due modi: ordinando per due o accettando un minimum spending.

CJ E&M tvN Lets Eat Trailer : [식샤를 합시다] 인터내셔널 트레일러

Tuttavia, con l’aumento delle persone che vivono da sole sempre più ragazzi preferiscono mangiare, bere e viaggiare per fatti loro, abbracciando uno stile di vita chiamato honbap, parola derivante da honja (solo) e bap (cibo). Questo termine diventato uno stile di vita è così di tendenza da essere sbarcato anche in televisione nello show I Live Alone, che mostra lo stile di vita di celebrity single, e nei popolarissimi K-drama Drinking Solo e Let’s Eat, dove s’intrecciano le storie di single accomunati dalla passione per il cibo che devono per forza di cose affrontare la paura della solitudine per poter assecondare il desiderio di mangiare e bere senza stress o ansie sociali.

In un rapporto di Quartz, Isabella Steger e Soo Kyung Jung hanno attribuito l’aumento della consapevolezza del single nell’ambito dei pasti alle tendenze nelle case sudcoreane. «Secondo le statistiche governative, le case con una persona sono ora il tipo dominante di abitazione in Corea. È un cambiamento particolarmente significativo per un Paese in cui, appena dieci anni fa, quelle per quattro persone costituivano la maggioranza». Oggi, quindi, in Corea si possono trovare ristoranti come il Dokgojin, un barbecue pieno di cabine individuali, ognuna dotata di un televisore, un fornello portatile a gas e un menu di carni in porzioni singole.

Un nuovo approccio e la nascita di queste realtà per persone sole stanno contribuendo finalmente a normalizzare l’atto di chiedere un tavolo per uno. Mangiare da soli non è triste, it’s only awkward if you make it awkward. Lo ribadisce agli occidentali pure Brirish Vogue, secondo cui il 2023 è l’anno giusto per abbracciare questo trend. «C’era una volta il vecchio stigma legato all’uscire a cena da soli. Per molti è ancora qualcosa che si fa solo per necessità: un paio d’ore passate ad armeggiare nervosamente con il telefono o a fingere di essere persi in un libro. Ecco, questo sta cominciando a cambiare. Una nuova generazione di amanti del cibo si sta dirigendo verso i ristoranti alla ricerca di un livello di coinvolgimento sensoriale ottenibile soltanto andando da soli. Per loro, mangiare fuori in solitudine è un atto di consapevole indulgenza: non devono coordinare le disponibilità altrui, chiacchierare forzatamente e scendere a compromessi sulla condivisione dei piatti. Possono, al contrario, mangiare quello che vogliono, dove vogliono, dedicando tutta la loro attenzione ai sapori che hanno di fronte».

Mangiare da soli è insomma una specie di atto anarchico, celebrato anche dalla bibbia della moda per antonomasia. E se vi dovesse tornare alla mente quell’immagine di Carrie Bradshaw (Sarah Jessica Parker) seduta a un tavolo e intenta a ordinare un bicchiere soltanto per sé stessa con una certa fierezza, ebbene sì: Sex and the City l’aveva predetto before it was cool.

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