A Ein Prosit puoi far festa con i migliori chef del mondo | Rolling Stone Italia
Un festival funky

A Ein Prosit puoi far festa con i migliori chef del mondo

Torna a Udine una delle manifestazioni enogastronomiche diffuse più belle e folli al mondo: 160 eventi tra cene, aperitivi, laboratori e degustazioni guidate

A Ein Prosit puoi far festa con i migliori chef del mondo

Dabiz Muñoz. Foto: Fabrice Gallina

Sta per partire col botto Ein Prosit, manifestazione promossa dal Consorzio di Promozione Turistica del Tarvisiano, di Sella Nevea e del Passo Pramollo che riunirà i migliori chef del mondo a Udine dal 18 al 22 ottobre.

L’evento enogastronomico diffuso è giunto alla sua 24esima edizione in tutto il suo splendore e la sua follia: c’è chi giura (lo nominerò più avanti) che a Ein Prosit si possa con facilità terminare la serata a sbronzarsi con gente del tenore di Mario Uliassi, Ana Ros e Dabiz Muñoz.

Non chiamatela “fiera” però. Ein Prosit è un format unico nel suo genere, a partire dalla sua “cornice”: Udine, città friulana di meno di centomila abitanti collocata nella periferia della nostra penisola e un po’ ai margini del discorso gastronomico.

Secondo Paolo Vizzari, Udine è la città perfetta per la manifestazione. Lo sa perché cura l’evento insieme a Claudio Tognoni, il padrone di casa. Secondo il giornalista, a Udine e in Friuli-Venezia Giulia c’è tanta cultura del consumo, ma per lo più i livelli altissimi vengono toccati con il vino, con un sacco di prodotti super. La cucina, invece, è tendenzialmente più semplice, ma questo è un vantaggio per chi organizza Ein Prosit perché «passami il termine» – dice Vizzari – «nessun professionista del settore si offende e anzi accolgono con tanta passione e entusiasmo i più grandi chef del mondo a casa loro».

Anche la posizione geografica così poco centrale ha fatto gioco, perché ha permesso di scremare un po’ e spingere sugli aspetti più umani e meno metropolitani, come invece non sarebbe successo a Milano: «tu considera che un grande vantaggio della location è che comunque essendo una città di provincia e non una metropoli, quando spargi cento chef per il centro cittadino alla fine te li trovi a un certo punto a fare festa insieme, a Milano invece sarebbero ognuno per i fatti propri a trovare un amico o l’ex fidanzata, come puoi immaginarti». È stato Vizzari, come anticipato in apertura, a dirci che durante il festival a fine serata non è difficile trovarsi in un qualche ristorante a sbronzarsi insieme ai più grandi chef del mondo. Il bello di fare l’evento a Udine, insomma, è che alla fine non è niente di pettinato, avendo più le caratteristiche di una bella festa.

Foto: Fabrice Gallina

Delle 24 edizioni, questa che sta per iniziare è solo la quarta a tenersi a Udine, perché in origine si era sempre svolta su in montagna, a Tarvisio. La manifestazione ideata da Claudio Tognoni era nata lì come un modo di portare i turisti nel comprensorio, invitando solo chef italiani. Dal 2016, con l’arrivo di Vizzari prima e della Fissore poi, viene data una scarica elettrica al format e si iniziano a coinvolgere anche gli chef internazionali, così poi Tarvisio non bastava più, non essendoci nemmeno abbastanza ristoranti per accoglierli tutti. E quindi la soluzione logica risultò spostare Ein Prosit a Udine, siccome nel frattempo la Regione si era affezionata all’evento e voleva tenerlo tenerlo in Friuli.

Dicevamo dell’atmosfera scanzonata, da festa. Non potevo esimermi dal chiedere a Vizzari qualche aneddoto di fatti assurdi avvenuti nel contesto di Ein Prosit, dato che più me ne parla e più mi pare simile a una Vegas (quello che succede a Las Vegas resta a Las Vegas) a suon di padelle e calici alzati. «Beh puoi immaginarti situazioni surreali, gente che quasi muore in ipotermia sbronza in mezzo alla montagna e cose così. Però ecco, per lo più ti direi che la cosa più bella in assoluto è quando vedi i grandi chef girare per Udine e venir fermati dai ragazzini in centro che li riconosce: è una cosa voluta, per questo abbiamo deciso da anni di installare totem con le foto degli ospiti in modo tale che la gente possa giocare a indovinare le facce e farsi le foto insieme. E l’altra cosa veramente bella è che ormai buona parte delle cene di Ein Prosit nascono agli after party della manifestazione: quindi si lavora duramente, poi però a fine servizio ci si trova tutti a bere insieme e si creano sinergie o nascono nuovi progetti. Si fa moltissimo network, che è poi il vero motivo dell’esistenza della manifestazione».

Alex Atala e Diego Rossi. Foto: Fabrice Gallina

Lo punzecchio per avere qualche aneddoto vero «beh ci sono le richieste degli chef che danno per scontato delle cose meravigliose. Ad esempio, ci fu un grande chef russo nel 2019 che all’ultimo momento decise di cambiare gli ingredienti del suo menu, “mi trovate 250 girasoli?” ed era tipo il 20 ottobre a Udine li fecero arrivare con un camion frigo dall’Olanda pagando un tizio che si è fatto tutta quella strada per portare dei girasoli, haha. Oppure quando ogni tanto c’è qualche chef che vede la zona intorno a Udine specie quando eravamo a Tarvisio e ci chiede se può andare a caccia di notte per servire il cervo il giorno dopo, che ridere. Il bello è che comunque noi diciamo agli chef di non arrivare con la mentalità da rompicoglioni ma di venire invece a divertirsi, di fare qualcosa che anche per loro sia diverso e divertente».

Ein Prosit celebra l’alta cucina internazionale invitando, in questa edizione, più di 100 chef da 20 paesi, rendendo Udine un polo culinario di rilievo mondiale. Con 160 eventi, tra cene, aperitivi, laboratori e degustazioni guidate, la regione accoglie gli amanti del cibo da tutta Italia e dall’estero.

In questa ventiquattresima edizione molti saranno gli eventi speciali, tra cui “dalle Ande all’Amazzonia”, in cui un grande amico del festival, Virgilio Martines, numero uno della 50 Best Worlds Restaurants 2023 con il suo ristorante Central di Lima, racconterà le sue esperienze legate al territorio peruviano all’interno di una chiesa sconsacrata in compagnia di un altro amico, Alessandro Mannarino, appassionato di Amazzonia Brasiliana e che a sua volta ci introdurrà nei suoi viaggi in quei territori a suon di chitarra. Tra gli altri ospiti ci saranno anche Daddy G (Massive Attack) e Trilok Gurtu.

«La nostra idea» conclude Vizzari «è sempre di trasformare la parte di talk e show cooking in qualcosa di folle, funky, in vero e proprio intrattenimento. È la parola magica che nel nostro settore è ancora carente: dobbiamo sempre ricordarci che come settore ci occupiamo del tempo libero delle persone, del loro piacere. Non mi piace l’idea di organizzare conferenze frontali, che uno semmai va a sorbirsele in Università. Ein Prosit è un invito all’informalità, perché è lo spirito che vogliamo perseguire e che speriamo sia il futuro della cucina e del vino».

Il programma completo dell’evento è consultabile sul sito: www.einprosit.org

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