Megan Stalter si è messa a litigare in una vasca idromassaggio. Si trovava in un parco acquatico del Wisconsin per rilassarsi tra una tappa e l’altra del suo tour comico, ovvero una serie di finti comizi di una persona ricca, famosa e sprovveduta in corsa per la Presidenza (so che è uno scenario politico difficile da immaginare, ma vi prego di seguirmi). Mentre Stalter era a mollo, si è infuriata con un gruppo di persone nella vasca idromassaggio che non incarnavano quello che lei considerava lo spirito del centro acquatico, e ha iniziato a urlargli contro. «Wow, sembrate molto divertenti», ha gridato loto Stalter, informandoli che c’erano altre tre sezioni del parco in cui potevano spostarsi se avevano problemi con questa in particolare. Poi si è alzata e ha detto: «Sapete una cosa? Vi dimostrerò che se non vi piace stare vicino a qualcuno, dovete alzarvi e andarvene». Si è girata e ha sbattuto la testa contro il muro.
Questo è probabilmente un segnale per coloro che conoscono Stalter dalle sue esibizioni dal vivo, oppure da Hacks, in cui interpreta la sprovveduta neo-agente Kayla, o ancora dall’Instagram di Stalter, che mostra la sua miriade di personaggi ingenui e pieni di buone intenzioni, come la personificazione di un’azienda che tenta di “allearsi” con la comunità LQBTQIA+. (“Ciao, gay! Buon mese del Pride! Stiamo uscendo con le nostre offerte!”). Queste doti sono sfruttate alla grande in Too Much, la nuova serie Netflix della coppia di showrunner Lena Dunham e Luis Felber, in cui Stalter interpreta una versione romanzata di Dunham, altra voce di una generazione sprovveduta.
Ma Megan Stalter non è tanto sprovveduta, quanto empaticamente sprovveduta. Sempre in quel parco acquatico, c’era un bambino piccolo che nuotava da solo nella vasca idromassaggio. Alcuni adulti hanno iniziato a muovere le braccia e a spingerlo via in modo che non potesse entrare nella “loro area” perché presumibilmente “si grattava e schizzava”. Quando Stalter ha detto loro che non potevano toccare il figlio di un’altra persona, ma che potevano sentirsi liberi di fare un giro nell’enorme struttura, l’uomo del gruppo ha iniziato a imprecare contro di lei. A quel punto lei era così arrabbiata, e tremava di rabbia mentre andava a cercare i genitori del bambino, che ha sbattuto il cranio davanti a quegli stronzi. «È stato molto imbarazzante», racconta Stalter. «Sembrava di essere in un film».
L’istinto protettivo di Stalter nei confronti degli innocenti si estende anche alla sua bambina interiore, che è abbastanza vicina alla superficie da essere visibile; il suo stile tende ai codini e a quel tipo di make-up scintillante che si applica dopo aver ricevuto da Babbo Natale un kit di trucchi Caboodles completamente fornito. Oggi, seduta nella platea vuota del suo locale preferito di Los Angeles, Largo, prima dell’apertura, la Stalter indossa delle Crocs di Hello Kitty e un abito monospalla di colori pastello alla Lisa Frank. Quando ci salutiamo, mi regala dei mandarini che aveva raccolto il giorno prima durante una gita in una fattoria con la sua ragazza. Il sacchetto è dolcemente legato con un nastro giallo.

Foto: Erik Carter. Look: Reformation. Sciarpa: Mads Allen. Jewelry: Loren Stewart
Di persona, dopo aver messo da parte il suo carattere comico da discola, Stalter è seria e vulnerabile, e spesso invoca l’importanza della sua fede. «Sono una ragazza che ama molto Dio», dice. «Credo che Dio abbia un piano per me e che, se dovesse succedere qualcosa, me ne offrirebbe un altro». Stalter è anche, contro ogni evidenza, piuttosto morbida. «Se qualcuno fosse cattivo con me, mi sentirei come una bambina. Perché dovrebbero essere cattivi con una bambina?».
Durante l’infanzia di Stalter in Ohio, sono stati cattivi con lei. Dopo aver terminato la scuola elementare cattolica, ha frequentato la scuola media pubblica e ha lottato per capire perché non le fossero tutti amici. Le ragazze più popolari la «massacravano», dice. Nel tentativo di facilitare il cameratismo mancante, Stalter invitò tutti a una festa a tema hawaiano a casa sua. Scoprì che gli inviti che aveva consegnato con amore erano stati gettati nella spazzatura. Alla fine hanno partecipato solo due persone.
La mamma di Stalter è stata (forse non a caso) la sua prima prima alleata. Trovava Stalter divertente per le cose che ancora percepisce come vere di sé: essere «imbarazzante, nervosa e sicuro di sé allo stesso tempo». Stalter si esibiva in performance di danza sul marciapiede; sua madre era l’unica a sapere che non era pazza.
L’ansia di non essere capiti da tutti è il modus operandi comico di Stalter. Ricorda uno spettacolo alla Laugh Factory di Chicago, prima che diventasse famosa, dove il pubblico era pieno di turisti ubriachi – e un solo amico di Stalter. C’era una parte in cui saliva sul palco con il sangue che le usciva dalla bocca e attaccava dicendo: «Scusate se stasera la mia bocca sanguina. La mia bocca sanguina quando sono nervosa, ma credo di essere a posto stasera». L’unica persona che ha riso a quello spettacolo, e in modo isterico, è stato il suo amico. È stata una grande serata.
«È divertente se ride una sola persona», dice l’attrice a proposito del legame con il pubblico. «E a volte quella persona potrei essere io».
Quando si esibisce, Stalter dice: «È qualcosa che mi assale come una trance. Una delle mie migliori amiche, [la star del Saturday Night Live] Sarah Sherman, mi ha detto che quando fa stand-up si sente come in meditazione. E io ho pensato: “Oh, mio Dio. È una sensazione simile”». Stalter dice che quando deve esibirsi ha sempre mal di testa, ma che smette appena sale sul palco. «È in quel momento che [so] che sono destinata a farlo», dice Stalter. Ogni dolore scompare quando lei mette in atto lo scopo che ha Dio per lei.
In Too Much, la Jessica di Stalter è una vera incarnazione del titolo. Il personaggio è in bilico tra un comportamento maniacale, alimentato in egual misura da una rottura dolorosa e dalla brama di un nuovo amore, e un superego debilitante indotto da quegli stessi eventi della sua vita. Jess registra una serie di video che non intende pubblicare, rivolgendosi direttamente alla donna con cui il suo ex è ora fidanzato (interpretata dalla comicamente sexy Emily Ratajkowski), e si autosabota mettendo in discussione la sua nuova relazione con Felix (Will Sharpe, visto nella seconda stagione di The White Lotus), che è vagamente ispirato a Felber. Quando si teme che le cose stiano diventando insostenibilmente incasinate, basta ricordare che ogni episodio è un gioco di parole sul titolo di una famosa commedia romantica (ad esempio, Notting Kill) e che i suoi creatori sono ora felicemente sposati tanto da voler lavorare insieme.
La serie offre a Stalter il suo primo ruolo da protagonista. È forse l’unica persona, oltre a Lena Dunham, che avrebbe potuto interpretarlo, ed è per questo che Dunham lo ha scritto per lei.
Andrew Scott, che compare anche in Too Much, ha fatto conoscere a Dunham il lavoro di Stalter. Dunham racconta che lui le aveva mostrato i video di Megan «nel cuore del Covid, e le aveva detto: “Conosci questa ragazza? Sembra tua sorella”» (Dunham interpreta effettivamente la sorella di Stalter sullo schermo, ironicamente sconfortata dopo che il marito decide di esplorare la bisessualità e il poliamore mentre lei langue in una serie di posizioni supine sempre più sedentarie). «Sono rimasta totalmente affascinata», dice Dunham. «Qualcuno i cui personaggi operano al limite del delirante e del cringe, ma che alla fine è sempre partecipe della battute – questo, per me, è il mio DNA comico». Dunham cita i personaggi di David Brent in The Office, Patsy e Edina in Absolutely Fabulous e Valerie Cherish in The Comeback come antenati fittizi di Stalter.
Intorno al 2022, Dunham ha scritto a Stalter su Instagram e le ha detto che aveva in mente un progetto. Stalter era una grande fan di Girls e aveva sentito un’affinità con Dunham guardandola in quella serie. «Potrei diventare amica di questa persona», aveva pensato di un ipotetico ma improbabile incontro futuro mentre guardava Dunham interpretare Hannah Horvath, la divisiva protagonista della serie.
Quando Stalter e Dunham si sono incontrate su Zoom, l’istinto di Stalter è stato confermato. Dunham aveva fatto una mappa del nuovo show – una sorta di moodboard per una serie televisiva – e c’erano delle foto di Stalter come personaggio principale. Poi Dunham ha detto a Stalter: «Girls parlava di sesso, questo progetto parla d’amore». È stato un caso: Stalter aveva conosciuto la sua attuale compagna solo quattro mesi prima e da allora si riferisce a lei in questo modo: «Nessuno è perfetto, tranne la mia ragazza».
«Siamo molto diverse, proprio come Lena e Luis», dice Stalter. «Quando io e Lena abbiamo parlato per la prima volta, abbiamo legato proprio per questo. Mi sento come se fossi io Lena: sono io a portare a casa qualcosa».
Stalter si riferisce al caos della sua vita, ma a volte la “cosa” è letterale. Immaginando una conversazione tra Felber e Dunham, Stalter dice: «Lei potrebbe dire: “Tesoro, oggi ho comprato un maiale”. E lui potrebbe dire [affettuosamente]: “Oh, Lena…”». Il lavoro con la coppia di showrunner ha dimostrato la premessa della serie. «È come se Luis permettesse a Lena e Lena a Luis di essere esattamente ciò che sono», dice Stalter. «Penso che a volte si possa stare con qualcuno a cui piacciono tutte le differenze nell’altro».

Foto: Erik Carter. Top e scarpe: Reformation. Lingerie: Norma Kamali. Sciarpa: Mads Allen. Jewelry: Loren Stewart
Nel suo appartamento, Stalter ha attualmente due gatti – uno più distaccato e un coccolone senza pelo di nome Suki – e un cane di nome Bunny, che gestisce un disturbo d’ansia con i farmaci e il maggior contatto fisico possibile con Stalter. In Too Much, Jess, come Dunham, ha un cane senza pelo, procuratosi dopo aver rinunciato a un cane da salvataggio (in questo caso chiamato Cutesie) a causa di problemi comportamentali.
Nel 2017, Dunham ha attraversato diversi attacchi odiosi da parte della stampa, tra cui quello relativo alla saga del cane Lamby, il vero cane suo e dell’allora compagno Jack Antonoff, che hanno affidato a un centro di riabilitazione canina dopo molteplici casi di aggressione. In Too Much, il fidanzato di Jess la costringe a “sbarazzarsi” del loro cane dopo che questo ha quasi morso qualcuno. È uno dei tanti momenti che invitano a una lettura attenta, soprattutto nel contesto degli scritti autobiografici di Dunham sulla sua straziante rottura con Antonoff e sul suo successivo trasferimento a Londra – la città in cui il personaggio di Stalter si trasferisce dopo la fine della relazione con un ragazzo ebreo.
«Le persone amano quando vedono qualcosa e si chiedono: “È la vita reale di quella persona?”», osserva Stalter. «Anche se non è tutto vero o non è letteralmente una biografia, vedere una persona così aperta a condividere le proprie esperienze reali o almeno a metterle in certi personaggi è davvero bello, perché impariamo a conoscerla più da vicino. Ecco perché quando ho visto Girls, anche se [Lena] non è Hannah, ho visto molte parti di lei. Questa è la cosa più bella da vedere: qualcuno che mette il suo cuore e la sua energia in qualcosa così che tu possa imparare a conoscerlo, ma senza prendere tutto quello che vedi come verità».
Di fronte al suo ruolo finora più importante, Stalter sta valutando cosa potrebbe significare questo progetto in rapporto alla sua vita reale. Il fatto che la gente guardi i suoi video va bene, perché lei ne ha il completo controllo. Quando il pubblico viene ai suoi spettacoli di stand-up, be’, è quello che ha sempre voluto, e il suo lavoro ha generato fan che vogliono vedere altri suoi progetti. «Mi sembra una cosa ancora contenuta», dice Stalter. «Hacks è stato un fenomeno e ha cambiato la mia vita. Ma mi sento al sicuro perché lì non sono la protagonista».
«Lena è un mio grande riferimento, quindi è stato davvero assurdo partecipare alla sua serie», dice lentamente Stalter. «Ma poi, quando l’ho conosciuta, l’ho sentita come una sorella e un’amica. Così ora la serie mi sembra un’opera che abbiamo fatto l’una per l’altra e che contiene davvero una cosa speciale».
Sharpe ricorda di aver girato un episodio – uno dei migliori della serie – che si svolge in una notte, nell’appartamento del personaggio di Stalter. La coppia ha fatto sesso troppe volte e il personaggio di Sharpe ha raggiunto il suo limite. La battuta di Sharpe dopo aver interrotto l’ennesimo rapporto doveva essere qualcosa del tipo: “Ho trent’anni. Ho finito le energie”. Dopo un’estenuante giornata di riprese, gli venne invece fuori, con accento quasi regale: “Temo di aver finito per stasera”. Stalter chiamò questo tipo immaginario “l’uomo di mezzanotte”, e da quel momento fece notare a Sharpe tutte le volte in cui, sul set, entrava nel territorio dell’uomo di mezzanotte. Poi gli ha fatto una maglietta con quel nome. «L’energia di Lena, e di Megan in particolare, ti mette in un mood positivo, fiducioso e amorevole», racconta Sharpe a proposito delle riprese della serie. «Vedi solo il meglio in tutto e in tutti».
La scrittura ha permesso a Stalter di avere la fiducia e lo spazio per interpretare un ruolo in cui esercita il suo evidente virtuosismo comico, ma in cui mostra anche capacità drammatiche non ancora sfruttate, dall’affrontare l’insicurezza (non uno stato espresso dal personaggio-tipo di Stalter) a un crollo durante una rottura. «Alcune delle cose che ci sono in questa serie mi fanno pensare: “Oh! Nessuno mi vedrebbe mai fare questo, se non fosse in Tv”», dice Stalter. «Quando piangi nella tua stanza da solo, la gente non ti vede. Qui invece piango davvero».
Incarnando quello che Dunham descrive come «l’incredibile mix di calore, follia e forza», Stalter spiega come ha affrontato le scene di sesso, aiutata dalla intimacy coordinator Miriam Lucia: «Durante le scene di bacio o i momenti in cui devi mostrare maggiore vulnerabilità, in realtà non sei tu, e non devi farlo nel modo in cui lo fai tu: devi tenere quella parte per te». Per quanto riguarda il corpo – splendidamente messo in mostra in una serie in cui il suo personaggio è contrapposto a quello interpretato da una vera e propria top model – dice: «Sono molto attenta a prendermi cura del mio corpo e ad essere in salute, ma non ho mai voluto essere magra o perdere peso per motivi estetici fin dai tempi del liceo». Un faro per tutti noi.
Rendere pubblici momenti profondamente personali che la scrittura di Dunham favorisce è, per definizione, esporsi. «Ci si sente davvero vulnerabili», dice Stalter. «È difficile pensare che [la serie] sia su una piattaforma così grande. È eccitante, ma anche… Netflix è così grande!».
Stalter sottolinea la fortuna che ha avuto nel collaborare con persone come Dunham e il team di Hacks. «Non ho mai lavorato con persone sgradevoli», dice. Ma considera anche il mondo a cui questo progetto la sta aprendo. «Penso che a Hollywood ci sia un potere che fa schifo», dice. «L’industria ha un lato molto oscuro e pieno di cose che possono corromperti, come il denaro e il potere».
Stalter però non è particolarmente preoccupata. «Mi sento così legata a Dio e salda che non mi farei travolgere da nulla a Hollywood», dice.
Stalter vuole rappresentare – nella sua vita, nel film che sta scrivendo intitolato Church Girls e nella versione «cattiva, folle e strana» di sé stessa che interpreta sul palco – persone come lei, cresciute con Dio in luoghi come il Midwest e che forse non hanno nemmeno finito il college. «Le loro vite sono grandi quanto le nostre», dice, osando finalmente mettersi nel gruppo dei suoi coetanei famosi.
«Sarò sempre sensibile nei loro confronti», dice Stalter. «Sono ancora quella ragazzina che alle medie si chiedeva: “Perché nessuno vuole venire alla mia festa hawaiana?”. Ma è come se ci fossero state tante altre feste».
Da Rolling Stone US