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<strong>Andrea Di Donna</strong> con <em>Cadillac</em>, un brano costruito sul binomio batteria e chitarra acustica che unisce attenzione al testo di stampo cantautorato al gusto folk
<strong>Wet Floors</strong> con <em>Pollock</em> che, attraverso un’analogia con l’action painting del pittore americano, sfogano sugli strumenti sentimenti di rabbia e costrizione.
<strong>Walter Celi</strong> con <em>She’s Back </em>colpisce per il suono internazionale e un ‘songwriting meticcio di sangue italiano, greco, etiope’ che mescola strofe urban ad echi sonori anni settanta
<em>Dust And Tears</em> di <strong>Charlotte Cardinale</strong> è un tuffo elegante nella malinconia della vita e dell’artista che ‘odia la routine e ha scelto la musica’.
<strong>Alessandro Campobasso</strong> che, con il suo quartetto, ci racconta ‘una storia, una parte di sé’ nei nove minuti di <em>Sunshower</em>
<em>IDROMELE</em> di <strong>Denise Battaglia</strong>, un misto di jazz, soul, pop che viaggia liricamente nel mito come ‘guida metaforica nei sentieri tortuosi della vita’
<strong>Gabriele Slep</strong> con <em>Il mio più bel senso di colpa</em> unisce a contrasto echi di cantautorato e rap, come un novello Ghemon
<em>In che senso?</em> di <strong>Guasto </strong>che alla formula aggiunge un tocco di (auto)ironia generazionale per cercare di ‘essere attuale / essere normale’
<strong>Alessio Cappello</strong>, ‘narratore del pianoforte’, come ama definirsi, nella sua <em>Sicaliana</em> svela l’isola l’italiana attraverso un’esperienza sinestetica
<em>Singolarità</em> di <strong>Alberto Vescovi</strong> è una passeggiata pianistica tra lo spazio sconfinato e l’intimità
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