La maestra di Settimo Torinese, i "video hard" e una società ferma all'Ottocento | Rolling Stone Italia
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La maestra di Settimo Torinese, i “video hard” e una società ferma all’Ottocento

Una maestra d'asilo di 22 anni è stata licenziata e messa in croce dopo che il suo ex ha diffuso delle sue foto di nudo, come se la colpa fosse sua e come se scambiarsi foto e video non fosse una cosa normale

La maestra di Settimo Torinese, i “video hard” e una società ferma all’Ottocento

C’è una storia che circola sui giornali e che fa schifo, riguarda il pregiudizio, la vessazione, l’ignoranza. Siamo a Settimo Torinese, città in cui una poco più che ventenne ha una relazione con un giovane calciatore. Durante la loro storia, la ragazza invia dei nude – foto e video di nudo, quelli che sulla stampa vengono chiamati “video hard” – al suo fidanzato come fanno ormai tutte le coppie del mondo. Un po’ per gioco, un po’ per complicità, sicuramente con un patto tacito di rispetto reciproco. Quando i due si lasciano invece, il fidanzato che non pare conoscere i principi del gentleman, divulga le immagini nella chat dei compagni di calcetto. Genio. Pare di sentire le risate idiote in sottofondo e i commenti machi che denigrano la poverina.

È quella classica azione meschina di solito dei maschi a danno delle femmine, che non si fanno problemi a condividere il privato nè realizzano che sia estremamente sbagliato farlo; la storia di Tiziana Cantone non ci ha insegnato molto. Adesso divulgare immagini private è un reato, ma a quanto pare non basta ad arginare la leggerezza. Unica nota positiva: il fidanzato ha risarcito la giovane e per un anno dovrà scontare i lavori socialmente utili. Ma “il bello” viene ora. 

Dovete sapere che la giovane donna era una maestra d’asilo. Uso la forma temporale al passato perché non lo è più. Un compagno di calcetto di quel famoso ex aveva ricevuto le foto e le aveva mostrate a sua moglie, che ha riconosciuto – grazie al numero memorizzato in rubrica – il corpo in questione come quello della maestra d’asilo di suo figlio. Scandalizzata, inferocita e aiutata dal marito (altro luminare), prima invia le foto alle amiche mamme bacchettone, poi minaccia la maestra di sputtanarla con la preside se si fosse azzardata a denunciare quel galantuomo del suo ex.

A questo punto la maestra devastata – ricordiamo che ha 22 anni e che ama il suo lavoro in cui pare pure essere brava – va dalla preside per chiedergli un consiglio, consapevole che chiunque in città sapesse di quelle foto. Spera in una voce amica, nel parere di una donna più matura e con un ruolo centrale nella comunità. La preside cosa fa? La convince a licenziarsi, perché proprio non è il caso che stia a contatto con i bambini dopo questo scandalo. Per questo sia la dirigente che la mamma di cui sopra, dovranno affrontare un processo.

Andando al dunque: cosa ha la gente che non va? Invece che scandalizzarsi nei confronti del fidanzato sputtanatore, invece di rendere pubblico il suo nome e usarlo come esempio da non seguire per i ragazzi e gli adulti, il paese come al solito preferisce rifarsela con la giovane, facilemente bollata come poco di buono.

Passando ai genitori aggueriti, loro che problemi hanno? C’è davvero chi si scandalizza nel 2020 se una coppia si scambia foto erotiche? Ormai è la norma, prassi comune, lo fanno davvero tutti, ci sono delle sex worker che lavorano con Onlyfans e guadagnano come un dirigente d’azienda. Ci sono soprattutto sempre più casi di minori che finiscono in queste orride trame e che andrebbero educati, resi consci dell’arma a doppio taglio che hanno in mano quando usano i social. Invece niente, come se fossimo ancora nell’Ottocento si invoca la cacciata della sgualdrina, la si addita come puttana. “Si sa che la gente da buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio, si sa che la gente da buoni consigli se non può dare il cattivo esempio”, cantava De Andrè.

Le femministe e i vari movimenti hanno fatto un gran casino col #MeToo quando si trattava di difendere le dive. Per la maestra del paesino di Torino non si è sentito niente. Il fatto che fosse maestra d’asilo sembra in qualche modo aver legittimato i genitori alla sua cacciata. Come se avendo contatto con i piccoli, le maestre dovessero essere tipo degli esseri asessuati, candidi, delle chiocce baby sitter mamme pancine che giocano con il pongo e puliscono le cacchette. Si parla sempre di educazione sessuale nelle scuole e del fatto che in Italia non si è mai potuta fare, ma dalla cronaca si capisce bene che i primi a essere indietro non sono certo i bambini, ignari di quelle foto e del loro significato.