E alla fine fu Milano da bere, ma indoor | Rolling Stone Italia
Politica

E alla fine fu Milano da bere, ma indoor

Record di ordinativi per i servizi che consegnano alcolici a domicilio, mentre il delivery di cibo è in crisi visto che abbiamo tutti svaligiato i supermercati

E alla fine fu Milano da bere, ma indoor

Tim Boyle/Getty Images

A Milano è cominciata prima, ma adesso siamo al secondo giorno di quarantena da coronavirus in tutta Italia. La gente ha svaligiato i supermercati e adesso sta chiusa in casa a scrivere sui social, guardare Netflix e, a quanto pare, sbronzarsi sfruttando i servizi di delivery. 

Stando a quanto afferma un comunicato stampa di Winelivery, un’azienda che si occupa di consegne a domicilio di alcolici tramite una app, le ultime due settimane sono state ottime dal punto di vista degli affari. Le vendite di alcolici a domicilio sono aumentate del 25% – del 50% nelle principali città del nord come Torino, Bologna e soprattutto Milano.

“Essendo sempre più le persone costrette a casa è aumentata la frequenza degli ordini, al tempo stesso anche il carrello medio ha avuto un rialzo: i clienti scelgono Winelivery non solo per i consumi dell’ultimo minuto ma anche per fare delle piccole scorte o la spesa settimanale di bevande approfittando  del servizio di consegna a domicilio”, spiega l’azienda a Rolling Stone.

Per far fronte alla nuova impennata di ordini Winelivery ha anche inserito nuove offerte speciali, potenziato il servizio di consegna e implementato nuovi standard di sicurezza per evitare che insieme alla birra ghiacciata ti arrivi in casa anche il coronavirus: “Si stanno adottando ulteriori misure di sicurezza per la tutela di chi ordina e di tutti i ragazzi che effettuano migliaia di consegne ogni giorno: dalla santificazione continua delle bag per la delivery alla disinfezione sia pre che post consegna e dotando tutti i fattorini di soluzioni alcoliche, mascherine e guanti monouso”.

Se l’alcol a domicilio ride, il cibo a domicilio invece piange. Può sembrare controintuitivo, ma visto che molta gente ha fatto la spesa riempiendo carrelli su carrelli per prepararsi alla quarantena, le ordinazioni di cibo tramite le app di delivery sono crollate nelle ultime settimane, specialmente a Milano. Come ha spiegatoLinkiesta Daniele Contini, country manager per l’Italia di JustEat “Non c’è dubbio che nelle ultime settimane c’è stata una battuta d’arresto nei consumi e nei volumi, calati anche nel comparto del food delivery. Per noi questo è attribuibile a due fenomeni: le persone sono andate nei supermercati a fare provviste, hanno avuto più cibo da smaltire e questo ha frenato il consumo fuori casa e anche il delivery”.

Oltre all’alcol a domicilio, c’è un altro servizio per cui la quarantena si sta dimostrando una manna per gli affari: JustMary, il primo delivery di cannabis legale operativo a Milano, Monza, Firenze, Torino e Roma, che sta anch’esso riscontrando una forte crescita degli ordini e nel numero di nuovi utenti attivi, 1000 in più solo nell’ultimo mese.