Articolo pubblicato su Rolling Stone USA il 31 ottobre 1996
Non so se piangere Tupac Shakur o se imprecare contro tutte le circostanze terribili ā compreso il suo temperamento autodistruttivo ā che hanno portato a questa fine senza senso. Una cosa la so comunque: qualsiasi sia stata la causa, lāassassinio di Tupac, allāetaĢ di 25 anni, ci ha portato via una delle piuĢ talentuose e trascinanti voci degli ultimi anni. Lui eĢ stato cosiĢ importante per il suo pubblico tanto quanto Kurt Cobain lo eĢ stato per il suo. Tupac parlava a, e per, coloro che erano cresciuti in realtaĢ dure ā realtaĢ che la cultura mainstream e i media erano riluttanti a capire o a rispettare. La sua morte ha lasciato i fan con una doppia sensazione di dolore: da una parte la perdita di un simbolo molto stimato e dallāaltra il rimpianto per il lavoro geniale che avrebbe potuto fare.
Certamente Shakur eĢ stato tra i piuĢ ingegnosi e appassionati rapper della sua generazione, spesso mettendo a confronto i suoi toni oscuri e le sue rime intermittenti con basi intelligenti e cullanti, conquistando cosiĢ un ruolo memorabile sia per i contorni melodici che per la verve ritmica. In piuĢ, i suoi quattro album ā 2Pacalypse Now, Strictly 4 My N.I.G.G.A.Z., Me Against the World e All Eyez on Me ā hanno trattato tutti i temi del rap e tutte le emozioni possibili e immaginabili.
Nei primi due album si possono trovare momenti di una tenerezza ed empatia non comuni (per esempio i ritratti femminili di Brendaās Got a Baby e Keep Ya Head Up), oppure acute osservazioni politiche e sociali (Trapped, Souljaās Story e I Donāt Give a Fuck) e poi dichiarazioni di forza nero-contro-nero e brutalitaĢ pura (gli inni di vita dura Last Wordz e 5 Deadly Venomz). E cioĢ che ha reso questo mix cosiĢ notevole era anche il fatto di sembrare cosiĢ credibile. Shakur riusciva a cantare nel pieno rispetto delle donne e subito dopo fare inni sulle bitches e le prostitute, o ancora vantarsi della sua abilitaĢ da gangster e poi condannare proprio quellāatteggiamento in unāaltra traccia, e sempre trasmettendo fede totale in ogni singola strofa declamata.
Questo lo rendeva un uomo confuso? SiĢ, come minimo, verrebbe da dire. Ma Shakur era anche un uomo disposto ad ammettere e a esaminare le sue molteplici inclinazioni e io sospetto che questa sua qualitaĢ, piuĢ di molte altre, eĢ cioĢ che lo ha reso una voce cosiĢ fondamentale e empatica per tanti suoi fan.
EĢ stato poi con queste due registrazioni finali ā Me Against the World e All Eyez on Me ā che Shakur ha realizzato il suo progetto migliore e che dureraĢ nel tempo. I due album sono la dichiarazione migliore di sempre sulla violenza, sul realismo sociale, sul destino giaĢ determinato e sul dolore inesorabile, bencheĢ sembrino fatti da due sensibilitaĢ opposte. Me Against the World (realizzato dopo che qualcuno gli sparoĢ durante una rapina e durante la sua detenzione in prigione per abusi sessuali a una donna) rappresenta il momento in cui Shakur si fermoĢ per esaminare tutta la sua vita complicata e violenta e per misurarsi non solo con i motivi per cui lui stesso ne era complice, ma anche per capire come le sue azioni avessero avvelenato il mondo intorno a lui.
In All Eyez On Me, pubblicato un anno dopo su Death Row Records, Shakur ha tirato fuori tutto il suo lato oscuro come mai prima e lo ha fatto brillantemente. Quindi, Eyez eĢ uno degli album piuĢ creativi dal punto di vista melodico e testuale che il rap abbia mai prodotto, e anche uno dei piuĢ impetuosi. Canzoni come California Love e Canāt C Me sono ricche di una bellezza assoluta ed esuberante, cosiĢ come anche pezzi piuĢ pericolosi e minacciosi (Heartz of Men, 2 of Amerikaz Most Wanted, Life Goes On, Only God Can Judge Me, Got My Mind Made Up) mostrano una superficie brillante che nasconde un cuore duro di pietra.
Ma la canzone piuĢ potente e la piuĢ vivace del progetto Eyez ā e anche di tutta la carriera di Shakur ā appare sul lato B del singolo California Love: eĢ un pezzo chiamato Hit āEm Up. Secondo molti rappresentanti del mondo del rap, la canzone eĢ un attacco diretto soprattutto a Sean āPuffyā Combs della Bad Boy Label e nello specifico a Notorius B.I.G., che registra per lāetichetta. Nellāultimo paio di anni, queste figure erano diventate arci-nemiche di Marion āSugeā Knight, proprietario e cofondatore della Death Row Records, al punto che Shakur aveva dichiarato una volta che lui sospettava che loro fossero coinvolti nella sparatoria del 1994.
Come risultato, Hit āEm Up era ben piuĢ di una canzone: era il gesto di vendetta e di avvertimento di Shakur. Per esempio, āMi sono fottuto la tua bitch, grasso motherfuckerā, rivolto a Biggie Small appena inizia la canzone, riferendosi a un pettegolezzo riguardante la moglie di B.I.G. e Shakur. Ma questo sfoggio non eĢ niente in confronto a quello che segue: āChi mi ha sparato?ā, urla, e poi continua: āMa voi teppisti non avete finitoā. Un minuto dopo Shakur alza il suo livello di rabbia di un paio di gradi: āVuoi fotterci, tu, piccolo motherfucker?ā, āVi ammazzeremo tutti, motherfuckersā e via avanti cosiĢ.
In tutti questi anni di ascolti di musica pop, io non ho mai sentito niente che possa togliere il fiato piuĢ della performance di Tupac Shakur con questa canzone. Contiene una dose talmente abbondante di rabbia e aggressivitaĢ da far impallidire qualsiasi corrispettivo nel punk. Di piuĢ: Hit āEm Up ha superato il confine. Non siamo piuĢ nel territorio di arte e metafore, bensiĢ in piena vita reale. A un primo ascolto, potresti pensare che Shakur stia dicendo ai suoi nemici: āNoi vi uccideremo dal punto di vista commercialeā. Ma ascoltando gli ultimi sorprendenti 30 secondi del pezzo, eĢ come se Shakur stesse dicendo: āEccomi qui, sono il tuo nemico e il tuo obiettivo. Vieni e prendimi, o guardami primaā.
Ecco: un uomo canta di morte e assassinio, e poi viene ammazzato. CāeĢ una gran tentazione da parte di tutti di vedere questo fatto come conseguenza dellāaltro. E nel caso di Tupac Shakur ci sono diversi elementi per poter pensare una cosa del genere: lui ha fatto piuĢ di una canzone sulla violenza. Come Shakur stesso disse una volta, con parole di cui poi si eĢ appropriato il Times per il titolo del pezzo che parlava proprio della sua morte: āWhat goes āround, come āroundā (che eĢ un poā come dire: āchi la fa lāaspettiā, āsi raccoglie quello che si seminaā, ātutto torna, alla fineā, ndr). Ma io credo che sarebbe un gran disservizio liquidare il lavoro e la vita di Shakur con una veloce e superficiale somma di titoli. EĢ come bruciarlo, senza averlo ascoltato prima.
EĢ vero, certo, che alcune figure nel mondo del rap hanno portato la loro retorica infiammata e le loro pose violente a un insano livello. Morte e crudeltaĢ. EĢ ancora piuĢ triste e orribile per i testimoni vedere una rivalitaĢ cosiĢ letale tra alcuni talenti cosiĢ innovativi ā specialmente quando questi artisti e produttori dividono una sorta di prospettiva comune che dovrebbe unirli. Le etichette Death Row e Bad Boy potrebbero avere un vero impatto positivo sulla vita politica dei neri in America ā ma questo non puoĢ accadere se le aziende nascondono i problemi reali delle componenti black.
Allo stesso tempo, non cāeĢ niente di significativo che si possa ottenere nel fare censura allāhardcore rap, o almeno questa direzione non offre soluzioni reali a cioĢ che di meglio o di peggio dovrebbe significare il rap.
Per questo motivo, una tale linea di censura avrebbe solamente limitato il contributo del rap alla cultura pop. Il rap ha iniziato a dar voce alla coscienza black nei tardi anni ā70 e, maturando poi nella piuĢ ampia forma artistica che eĢ lāhip hop, eĢ anche diventato simbolo vitale delle conquiste black.
il rap ha dato voce a quelle realtaĢ che nessunāaltra forma dāarte era in grado di raccontare
In questo processo, il rap ha iniziato a raccontare e a rivelare molte realtaĢ sociali e attitudini che la maggior parte delle altre arti e degli altri media ignoravano costantemente, ovvero il rap ha dato voce a quelle realtaĢ che nessunāaltra forma dāarte era in grado di raccontare.
Lavori come Fuck Tha Police e Niggaz4Life degli N.W.A potevano sembrare shockanti agli occhi degli osservatori esterni, ma non avevano certo inventato loro lo scontento di cui si cantava. Neppure Ice-T, Ice Cube o i Geto Boys inventarono la guerra tra bande del ghetto di cui rappavano nelle loro rime.
Queste situazioni esistevano molto prima che il rap conquistasse il suo fascino pop (anche molto prima delle rivolte esplosive di Los Angeles del 1992) e, se anche il rap fosse scomparso allāimprovviso, queste situazioni avrebbe continuato a esistere lo stesso.
CioĢ che disturbava molti rispetto al rap ā ed era la colpa che gli veniva maggiormente imputata ā era quanto vivamente riuscisse a rappresentare la realtaĢ con testi e voci illuminanti.
Non era piacevole sentire di morti feroci e di degradazioni sessiste ā per molti, infatti, il rap rappresentava una minaccia reale. Come una volta un giornalista e scrittore mio amico mi disse, quando gli raccomandai di ascoltare Doggystyle di Snoop Doggy Dogg: Ā«Non compro dischi di gente che vuole uccidermiĀ». Allo stesso tempo era curioso notare come questi fan della musica non si mostrassero altrettanto contrariati quando gruppi rock come i Rolling Stones, i Sex Pistols, i Clash e molti altri cantavano di assassini, violenze, rabbia e rovina culturale. Tupac Shakur, come molti altri rapper, parlava di un mondo nel quale lui aveva vissuto o di cui era stato testimone, e la differenza rispetto alla maggior parte degli artisti pop era proprio questa: nel suo caso non cāera poi una grande distanza tra le sue rime e la vita vissuta.
A volte, Shakur vedeva chiaramente le cause del suo dolore e della sua rabbia, e sperava di non venir sopraffatto da tutto questo, neĢ di farsi condizionare. E troppo spesso si buttava in mezzo a situazioni che aggravavano soltanto la sua posizione: era rimasto coinvolto in due sparatorie, numerosi attacchi verbali e diverse liti; ed era stato anche condannato per abusi sessuali. Inoltre, aveva senza dubbio fatto suo lāideale che i rapper veri, per essere credibili, dovevano vivere in prima persona le situazioni pericolose di cui rappavano nei pezzi.
Alla fine, forse, lāerrore piuĢ grande di Shakur fu di vedere in uomini e donne con un background simile al suo i suoi piuĢ grandi nemici.
Lāerrore piuĢ grande di Shakur fu di vedere in uomini e donne con un background simile al suo i suoi piuĢ grandi nemici
Ma ascoltate Shakur prima di giudicare la sua vita. Sentirete la storia di un uomo che eĢ cresciuto con la sensazione di non essere parte di nessun mondo: di quello dei bianchi certamente no, ma nemmeno di quello dei neri dove era cresciuto. Potrete anche sentire la storia di un uomo dallāintelligenza geniale: il suo dono per le percezioni acute e divertenti, e per le abilitaĢ con i testi e le musiche.
E, ovviamente, sentirete anche alcune cose brutte ā minacce, parolacce, invettive ā che per alcuni erano troppa roba da sopportare. Ma la cosa piuĢ importante eĢ che vi metterete in ascolto di un animo travagliato, lāanimo di un uomo che eĢ cresciuto circondato da troppo dolore, rancore e perdite da pensare che potesse sopportarle, e superarle, nonostante il suo talento.
Nel caso poi qualcuno volesse liquidare troppo in fretta la realtaĢ di questāuomo, consideri questo: viviamo in un periodo dove molti dei nostri leader ci stanno dicendo che possiamo essere colpiti da unāaltra America ā unāAmerica fatta da gente spaventosa, irresponsabile, pigra o che semplicemente ha fatto male i suoi piani; unāAmerica che ha bisogno di ricevere una dura lezione. E cosiĢ noi li abbiamo eletti percheĢ impartissero a questa gente una dura lezione. Negli anni immediatamente successivi, come risultato delle recenti azioni politiche, una cosa come un milione di bambini sono stati messi in condizione di povertaĢ e di tutto cioĢ che questo comportava, inclusi gli orribili rifugi destinati a coloro che non hanno speranza. Immaginate quanti Tupac Shakur emergeranno da questa avventura ā tutti ragazzini intelligenti che, a dispetto del loro eventuale talento, non saranno in grado di superare tutta la bruttezza della loro gioventuĢ neĢ di battere chi un giorno li faraĢ finire con il sangue sulle mani o sul petto, o tutti e due.
Quindi, āWhat goes āround, come āroundā. Lā America che stiamo preparando per gli altri eĢ quella che stiamo preparando per noi. E non saraĢ dallāaltra parte della cittaĢ. SaraĢ giusto fuori dalle nostre porte.
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