C’è un’aria densa di fumo e di benzina nella Napoli di Gomorra – Le origini. È il 1977, e la città pulsa come un cuore troppo grande per il corpo che la contiene: le navi scaricano sigarette di contrabbando, i vicoli si riempiono di sogni in bianco e nero, e un ragazzo di nome Pietro Savastano comincia a scoprire che la sopravvivenza, da queste parti, è un’arte. Il prequel della saga crime Sky Original — in arrivo a gennaio 2026 su Sky e NOW — ci riporta dove tutto è cominciato: negli anni in cui la camorra non era ancora un impero, ma una giungla.
Diretti da Marco D’Amore (che firma anche la sceneggiatura insieme a Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli e Roberto Saviano) e da Francesco Ghiaccio, i sei episodi raccontano la “formazione sentimentale” del futuro boss. Luca Lubrano è il giovane Pietro, inquieto e rabbioso, un ragazzo che sogna di riscattarsi e finisce per vendere la propria innocenza in cambio di potere. Attorno a lui, un coro di volti che sembrano usciti da una pellicola d’epoca: Francesco Pellegrino è Angelo ‘A Sirena, carismatico reggente che vede nella violenza un linguaggio; Tullia Venezia interpreta una giovanissima Imma, ancora liceale, ancora capace di immaginare un futuro diverso; Flavio Furno è ‘O Paisano, il visionario che sogna una camorra “senza capi e senza schiavi”.
La Napoli che la serie ricostruisce è un personaggio a sé: una città povera e bellissima, in bilico tra superstizione e modernità, che si prepara all’arrivo dell’eroina e all’invasione dei soldi sporchi. La fotografia calda e granulosa, i costumi sdruciti, il ritmo incalzante restituiscono un realismo sporco che è già leggenda. Come nella serie madre, la violenza non è mai spettacolo ma destino, e il potere un’epidemia che contagia chiunque lo tocchi.
Gomorra – Le origini non è solo un ritorno al passato, ma una riflessione su come nasce il male, su come un ragazzo senza futuro possa diventare un re del crimine. È un racconto d’iniziazione girato tra le rovine di un Paese che non ha mai imparato a proteggere i suoi figli, un’epopea criminale che fonde tragedia greca e neorealismo, sangue e romanticismo.







