Ecco cosa ricorderemo di C2C Festival 2025 | Rolling Stone Italia
in loving memory of

Ecco cosa ricorderemo di C2C Festival 2025

La prima edizione del festival dopo la scomparsa di Sergio Ricciardone è stata una solida dimostrazione di resistenza anche durante questa tempesta emotiva

Ecco cosa ricorderemo di C2C Festival 2025

C2C Festival 2025

Foto: Llum Collettivo

Si è conclusa domenica sera, con il set a sorpresa di Nicolas Jaar, la ventitreesima edizione di C2C Festival. Un’edizione da quattro giorni, con 42 mila partecipanti (quarto anno in sold out) e il 40% di pubblico straniero; la prima senza la guida di Sergio Ricciardone, fondatore del festival prematuramente scomparso a inizio anno (qui il nostro ricordo).

«Dopo mesi estremamente intensi, tragici ed emotivamente struggenti, con l’aiuto di tutti, siamo riusciti a proteggere la continuità del Festival», le parole di Guido Savini, direttore artistico del festival. «Con tutte le forze che abbiamo in corpo porteremo avanti ciò che a Sergio più di tutto stava a cuore. C2C Festival continuerà a creare meraviglia».

Dopo esserci presi un giorno di pausa per recuperare le energie dopo l’overdose di suoni e ritmi, abbiamo selezionato i tre punti più importanti di questa edizione.

Gli headliner: Blood Orange e A. G. Cook

Foto: Fabiana Amato

Foto: Ilaria Ieie

Che se ne voglia dire, gli headliner sono e saranno sempre la parte più attesa di un festival. Se il cartellone è ciò che crea il mood e il profilo di un’edizione, per vendere i biglietti e riempire spazi (magari capienti come quelli del Lingotto a Torino) è necessario trovare dei nomi che aiutino in quest’obiettivo. La scelta di C2C per questo 2025 è stata piuttosto interessante in questo senso. Due nomi – Blood Orange e A. G. Cook – assolutamente cool (come da tradizione inglese), ma non proprio i più conosciuti nell’ambiente, soprattutto considerando che qui sono passati nomi come Aphex Twin, Franco Battiato, James Blake. Eppur il pubblico li ha amati, adorati, osannati, a dimostrazione di come il C2C, in questi anni di duro lavoro, abbia fatto scuola. Anzi, diciamola meglio, abbia fatto Cultura. E i frutti si vedono. Parafrasando Guido Savini, a C2C si va a (ancora) per farsi meravigliare.

I secret show di Nicolas Jaar, Kode 9, Bill Kouligas

Foto: Llum Collettivo

I secret show di C2C sono oramai parte fondante della lore del festival. Quel “?” che appare ogni anno in cartellone (e che mai viene realmente svelato/annunciato dal festival) è oramai un gioco per i partecipanti al festival che si scervellano di edizione in edizione per la gloria di poter dire al proprio gruppo di amici: “vedi, ve l’avevo detto”. Negli anni abbiamo imparato che quel ? nasconde sempre un artista o un progetto amico del festival. Quest’anno erano addirittura tre, i punti interrogativi, un omaggio alla storia d C2C e alla figura di Ricciardone. Forse – proprio per questo – Bill Kouligas, Kode 9 e Nicolas Jaar (questo l’ordine di apparizione) hanno dato il loro meglio sfoderando probabilmente i migliori set del 2025. In particolare un incontenibile Jaar, tornato a far ballare come ai suoi esordi, che chiuso il festival con un set sorprendente, una trance agnostica farcita di inframezzi sonori di cultura italiana.

Il ricordo di Sergio Ricciardone

Foto: LLum Collettivo

Che emozione sarà per Sergio, che ci guarda da lassù, vedere sulla Mole Antonelliana il suo nome. Lui che proprio sulla cupola, in un corto circuito culturale incredibile, era riuscito a farci proiettare l’iconico logo di Aphex Twin. Questa volta, l’omaggio spetta a lui. Una frase, sobria, come contraddistingue la tradizione sabauda: in loving memory of Sergio Ricciardone. Assenza monumentale dell’edizione, ricordato più volte tra gli applausi del pubblico del festival. Sergio, stai tranquillo, la tua eredità è viva.