Abbiamo sottovalutato Sam Rivers dei Limp Bizkit, parola di Thundercat | Rolling Stone Italia
«Se ci suonava lui, era speciale»

Abbiamo sottovalutato Sam Rivers dei Limp Bizkit, parola di Thundercat

Uno dei grandi bassisti del nostro tempo racconta il musicista scomparso pochi giorni fa: «Una leggenda che ha portato il feeling della musica dal vivo nella cultura pop». Non incasellatelo, ascoltatelo

Abbiamo sottovalutato Sam Rivers dei Limp Bizkit, parola di Thundercat

Thundercat e Sam Rivers dei Limp Bizkit

Foto: Astrida Valigorsky/Getty Images (1), Matthew Baker/Getty Images (2)

Dobbiamo parlare di Sam Rivers, il bassista e fondatore dei Limp Bizkit scomparso il 18 ottobre a soli 48 anni. Farlo è necessario, dice Thundercat. Rivers, che aveva appena 19 anni ai tempi dell’esordio della band Three Dollar Bill, Y’all, ha vissuto sia i momenti cruciali, sia quelli controversi dei Bizkit, incluso il periodo d’enorme successo di Significant Other e Chocolate Starfish and the Hot Dog Flavored Water. Secondo Thundercat, in quei tre dischi non c’è un pezzo da skippare. «Se ci suonava lui, era una canzone speciale».

Thundercat spazia tra hip hop, R&B, elettronica, jazz e molto altro. Dopo aver suonato coi Suicidal Tendencies, il bassista ha collaborato con gente come Kendrick Lamar, Flying Lotus, Erykah Badu. Ma prima del suo album del 2020 It Is What It Is era solo un ragazzo delle superiori che sentiva per la prima volta la linea di basso di Rivers in Nookie. «I Limp Bizkit sono stati rivoluzionari, non c’era neanche bisogno di dimostrarlo, lo si vedeva nella reazione della gente, e Sam è uno di quelli che han segnato la nostra infanzia».

Cosa intendevi quando hai detto che fare quest’intervista era necessario?
Il lavoro di Rivers nei Limp Bizkit è importante per più generazioni, e per me che sono cresciuto ascoltando quella band. Ho amato il primo album e pure il secondo. Tra lui e John Otto (il batterista, ndr) c’era il feeling che in quanto musicista cercavo di catturare. Da Re-Arranged a My Generation, è musica che ha segnato la mia crescita musicale.

Come definiresti quel feeling?
In generale e in particolare qui a Los Angeles, la musica suonata dal vivo non faceva parte della cultura pop, a parte le cose rock. C’era qualcosa, certo, ma solo in poche occasioni riuscivi ad ascoltare musica dal vivo e quelle poche ti rimanevano impresse. E comunque si trattava sempre di rock. I gruppi con cui siamo cresciuti, come Rage Against the Machine, Korn e Slipknot, ha definito per noialtri ragazzi che cos’è uno strumentista e cos’è la musicalità. Dentro ci metto anche Linkin Park e Blink-182. È l’epoca in cui siamo cresciuti e gente come Sam ci ha mostrato come si suona. I Limp Bizkit erano un gruppo rivoluzionario. Avevano un suono tutto loro, un’identità tutta loro. Non c’era nessuno che come loro rappasse, cantasse e urlasse. Qualunque cosa se ne dica, i Limp Bizkit erano straordinari. Nella cultura pop si incasellare ogni cosa. Ecco, loro erano fuori categoria.

Hanno contribuito a rendere popolare l’era del nu metal. Ma dopo quello che hai appena detto, esiterei a definirli così.
Ecco, quella è proprio una categoria in cui si incasella la musica.

Anche pop-rock non suona bene.
È strano che esista come categoria, ma c’è. Succede quando hai successo, è la realtà dolceamara della cultura pop e della commercializzazione della musica. Ma, come dicevo, i Limp Bizkit sono stati rivoluzionari e non c’era bisogno di dimostrarlo, si vedeva dalla reazione della gente, e Sam è uno di quelli che hanno segnato la nostra infanzia a dirla tutta. Le mie medie e le superiori sono state questo: ascoltare i Limp Bizkit.

Ricordi la prima volta che hai sentito qualcosa di Sam?
Come tutti, con Nookie. Abbiamo sentito tutti quella linea di basso. Era il frutto della combinazione fra lui e Wes Borland. Quello è stato il primo momento in cui tutti abbiamo conosciuto Sam e Wes, e c’era anche quella copertina disegnata da Mear One. Era una dichiarazione. Era hip hop, rock, rap, tutto insieme.

Ti ricordava qualcosa?
Sly di Herbie Hancock (mima gli strumenti del brano, nda). Lì mi è scattato qualcosa. Ed è probabile che anche Sam e Wes amassero Hancock. Ci sono momenti, nel suono e nel tempo, in cui senti un collegamento, un oh-questo-mi-ricorda-quello, ma niente suonava come i Limp Bizkit quando sono usciti e quindi Sam ha un posto speciale nel mio cuore.

Sei uno che mescola generi e suoni, vedi dei paralleli tra i vostri lavori?
Senza ombra di dubbio, ha influenzato la mia musica.

Limp Bizkit - Nookie (Official Music Video)

I Limp Bizkit erano divisivi, ma hanno avuto un impatto innegabile. Cosa ci dicono i loro dischi della musica degli anni ’90 e di quella di oggi?
Sembrava che finalmente qualcuno ci tenesse, alla musica. A volte era una cosa che veniva tenuta nascosta dentro al rock, e nascondevano bene quel “nutrimento”, per così dire. Questo è il loro contributo alla musica e alla cultura: diceva che c’era voglia di sentire qualcosa di diverso, di nuovo. Ecco cosa rappresentavano i Limp Bizkit e Sam. Non puoi avere uno senza l’altro. La loro influenza, l’influenza di Sam non può essere messa in discussione. Ogni generazione ha quel tipo di artista che, quando cresci, non riesci più a capire. Succede a tutti. A un certo punto è stato il jazz: tutti pensavano che fosse la musica del diavolo. Poi è stato il rap: anche quella era in un certo senso la musica del diavolo. Ogni generazione ha degli artisti su cui la gente sputa o di cui cerca di sminuire il duro lavoro. E i Limp Bizkit ci hanno mostrato cos’è il duro lavoro.

Dopo la morte di Sam, i Limp Bizkit lo hanno definito il battito del cuore della band. Come interpreti l’idea del bassista come centro dell’identità di un gruppo?
Noi bassisti e batteristi siamo le locomotive della musica. Se ci pensi in termini di motori, siamo un V12 che girando bene migliora le prestazioni dell’auto. Ecco cosa rappresentava. Sam teneva tutto assieme. Non si può ignorare quel che ha fatto, interpretava il ruolo del bassista in modo profondamente musicale. Era come l’acqua: senza forma, poi diventa un’onda che si infrange e arriva a scolpire le montagne. Sono cose che può fare solo un musicista speciale, checché ne dica la gente. Non puoi sminuirlo. Non puoi ignorarlo. E la sua morte ci ha ricordato quanto fosse grande. È triste che a volte lo si capisca solo dopo. Ma immagina se non avessimo avuto i Limp Bizkit… Ha reso il mondo migliore. Io e i miei amici passiamo il tempo a urlare testi dei Limp Bizkit, a volte per scherzo e a volte sul serio. Rappresentano la mia infanzia, la nostra infanzia, la mia generazione.

Puoi citare una frase che va presa in modo ironico e una in modo non ironico?
Il primo verso di Chocolate Starfish and the Hot Dog Flavored Water, quando le cose si fanno un po’ strane e c’è l’urlo “Chocolate Starfish”. Da quella a “Take ’em to the Matthews Bridge!” (da My Generation, ndr) è come dire: qualcosa sta per cambiare, in meglio o in peggio.

Ma erano passaggi ironici o non ironici?
Ecco, vedi? Passa da una cosa all’altra. Può essere la cosa migliore o la peggiore di sempre.

Quando una band o un artista entra nel linguaggio famigliare vuol dire che ha lasciato il segno.
La musica è lì per tutti quanti noi e Limp Bizkit rappresentavano tanto per tante persone. Wes Borland era una forza della natura, era come Sonic the Hedgehog. E Sam teneva tutto assieme, è semplicemente una leggenda. Aveva un suono inconfondibile. Sapevi chi era. Mi ritengo fortunato ad aver potuto ascoltare la musica e la creatività di Sam.

Da Rolling Stone US.

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