Fedez esce dal suo ‘Truman Show’: ecco il video di ‘Temet nosce’ | Rolling Stone Italia
Una farfalla di cemento

Fedez esce dal suo ‘Truman Show’: ecco il video di ‘Temet nosce’

In latino il titolo significa “conosci te stesso”, una citazione dell’Oracolo di ‘Matrix’. Nel testo, disillusione e prese di coscienza. Domani il libro autobiografico ‘L’acqua è più profonda di come sembra da sopra’

Fedez esce dal suo ‘Truman Show’: ecco il video di ‘Temet nosce’

Fedez cita ‘Truman Show’ nel video di video di ‘Temet nosce’

Foto: YouTube

“Temet nosce”, conosci te stesso in latino, è la scritta che Neo in Matrix legge sulla porta dell’Oracolo. È anche il titolo del nuovo singolo di Fedez, una sorta di flusso di coscienza in cui racconta la esperienza personale e il tentativo di trovare un posto nel mondo, diventando sé stesso.

“Nessuno ci ha mai regalato un cazzo spostati / Burattini con i fili più sottili delle polveri / Gli schiavi dell’industria hanno al collo le catene / Una playlist di gente vuota con le tasche piene”, canta Fedez mentre esce da una porta nel cielo come quella da cui Jim Carrey scappa dal Truman Show. “Sono stato un bersaglio senza mai andare ad un poligono / Perché non c’è differenza tra un palco ed un patibolo / Mi ha salvato che son nato la dove si cresce in fretta / Se il dolore è naturale allora soffrire è una scelta”.

Tra quasi-citazioni di Vasco (“E poi ci troveremo come le star / A mischiare del whisky al Lexotan”) e confessioni (“La mia colazione caffè corretto con il Rivotril / Non conoscerai la gioia se non scopri la sua antitesi”), Fedez canta di voler dare “un senso ad una vita che fa senso, so che esiste un lieto fine ma in un altro multiverso. Ho pregato di sparire e di darmi per disperso, ma non ti puoi nascondere se scappi da te stesso”. Per trovare il suo posto nel mondo “devo lasciare il mio mondo al suo posto”.

Fedez pubblicherà domani il libro autobiografico L’acqua è più profonda di come sembra da sopra, che ha presentato così: «Galleggiare per anni sulla superficie delle cose. Correre, evitare, sorridere. Fuori va tutto bene. Dentro non lo sai. Evitare tutto ciò che ti costringe ad andare in profondità. Perché andare a fondo è annegare, è perdere il respiro. Ma è proprio vero che se non guardi il fondo, il fondo prima o poi ti tira a sé. Non è una scelta, e quando ci arrivi non puoi ignorare più niente. Emozioni. Responsabilità. Verità».

«È lì che ho scritto Battito. È stato il momento chiave. Attraverso la scrittura ho capito che gli errori che non affronti tornano sempre, finché non li cogli davvero. Analizzare e rimettere in ordine quello che sembrava caotico è stato come iniziare a respirare per la prima volta sott’acqua. Scrivere questo libro è stato il passo successivo. Approcciare per la prima volta la scrittura senza il vincolo della rima. Qui ci sono errori, cadute, le parti che ho evitato per anni. Ricostruire e dare senso a ciò che, da fuori, poteva sembrare solo disordine. So che quello che farà discutere di più sarà la superficie. E forse per la prima volta nella mia vita è proprio la superficie a spaventarmi, non il fondo. Perché l’acqua è sempre più profonda di come sembra da sopra».

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