Busta Rhymes ha controquerelato l’ex assistente che lo ha accusato d’averlo malmenato mentre lavorava con lui. Il cantante e attore era stato arrestato a Brooklyn a gennaio con l’accusa di aggressione di terzo grado, che negli Stati Uniti definisce le azioni colpose (quindi non intenzionali o consapevoli) che possono causare gravi lesioni fisiche.
La presunta vittima si chiama Dashiel Gables e sostiene che Rhymes non lo avrebbe solo picchiato, ma anche sottoposto a varie altre forme di abuso sul posto di lavoro. Il rapper avrebbe «degradato regolarmente, urlato e fatto richieste irragionevoli al querelante e ad altri dipendenti». Il rapporto di lavoro con Gables è stato poi interrotto.
Patrick Butler, avvocato del cantante, nega che il suo assistito abbia picchiato Gables nella controquerela depositata ieri. L’ex assistente «sapeva che si tratta di dichiarazioni false e ha agito mostrando sprezzo della verità, inventando condotte criminali e violente, omettendo fatti e ignorando deliberatamente le prove contrarie». Con la conseguenza, per l’avvocato, che la reputazione di Busta Rhymes è stata danneggiata a tal punto da causare la esclusione da due campagne pubblicitarie.
Secondo Mark A. Panzavecchia, l’avvocato che rappresenta Gables, «non c’è alcun fondamento per la controquerela, le prove confermeranno la nostra versione dei fatti». Per Gables la fine del rapporto di lavoro è stata causata dalle violenze, per Busta Rhymes «la collaborazione non ha funzionato e a quanto pare Dashiel ha deciso di reagire al licenziamento avanzando accuse e cercando di danneggiare la mia reputazione».







