Cosa facevate voi con i vostri amici durante gli anni delle scuole medie? Nelle estati tra la fine e l’inizio del millennio, io e i miei tre amici del paesello ci dividevamo tra avventure in bicicletta in campagna, partite di pallone improvvisate e un po’ di gaming con la Playstation 1. Era il momento d’oro di MTV, della lotta televisiva tra punk-pop (Green Day, Blink-182, Offspring), boy e girlband (Spice Girls, Backstreet Boys, ‘NSync) e baby popstar (Britney Spears, Christina Aguilera, Jessica Simpson). Noi, nei weekend in cui pioveva e eravamo costretti a casa, giocavamo così a fare le rockstar: un gioco di ruolo in cui simulavamo di suonare in queste band del momento, fidanzandoci ovviamente con le popstar di turno, un pretesto per mettere sullo stereo a tutto volume pezzi come The Kids Aren’t Alright, What’s My Age Again?, Minority. Nessuno aveva idea di come si scrivesse una canzone.
Negli stessi anni a Santa Rosa, in California, quattro amichette del cuore stanno vivendo una pre-adolescenza simile alla nostra. Gioie e dolori delle scuole medie, dei primi incontri coi ragazzi. La differenza è che loro non fingono di essere i Blink-182; il loro sogno è altro, essere le Spice, o le Destiny’s Child. E così, con un quadernetto giallo alla mano, passano i pomeriggi a scrivere testi per un ipotetico album pop. Si divertono così tanto che alla fine pensano: e se lo registrassimo? A differenza di noi, c’è da aggiungere, la madre di una delle ragazzine è una musicista della scena underground che lavora con i nastri digitali. E la signora O’Brien cede subito alla richiesta delle quattro: imbastisce uno studio di registrazione in casa e si mette al lavoro con le ragazze per quello che diventerà Stardust, il primo e unico disco delle X-Cetra. Un album che oggi è diventato un cult dell’internet.
Se però pensate che la signora O’Brien abbia pensato di costruire delle homemade Spice Girls, siete nella direzione sbagliata. Da musicista sperimentale, O’Brien ha un altro metodo di lavoro: registra le voci delle ragazze – Ayden, Jessica, Janet e la più piccola Mary – e le adatta ad alcune basi del compositore tedesco Achim Treu, un amico di famiglia. Treu infatti aveva mandato una serie di composizioni strumentali a O’Brien e suo marito Don Campau, un archivista radiofonico, con la libertà di inciderci quello che volevano.
Il risultato è qualcosa di strambo, storto, unico. Le produzioni di Stardust sono cupe, rarefatte, tra weird pop e elettronica sbilenca, e piuttosto che le Destiny’s Child ricordano progetti più sperimentali e caotici come le Shaggs, Cindy Lee, Daniel Johnston, a suo modo anche Arthur Russell (ad esempio in Summer 2000). I beat oscuri e astratti infestati dalle voci (molto) spesso non perfettamente a tono delle quattro ragazzine formano canzoni fantasma che sembrano giungerci da un altro mondo. E anche i testi sono stranianti: si parla di amori giovanili, vero, ma anche di abusi domestici. Scelte che stonano con l’età delle piccole autrici. Racconterà Janet: «Volevamo che i temi trattati fossero adulti. È l’interpretazione di noi bambine di come potrebbe essere una relazione tra adulti; il che è un po’ strano».
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Nell’estate del 2000 l’album è pronto. La signora O’Brien lo fa sentire alle quattro che però, un po’ per imbarazzo, un po’ per cambio di interessi tipici dell’età, avevano già deciso di sciogliersi. Delle X-Cetra rimarrà così un album e uno shooting da Cioè, scattato in casa, e che sarebbe servito a lanciare l’album. Stardust viene comunque stampato come autoproduzione casalinga da Campau, con al suo interno tanto di inserti con carta olografica, biografie complete con citazioni e segni zodiacali delle bambine. Sarà lo stesso archivista negli anni successivi a caricare Stardust su Internet Archive.
Nel 2023, dopo essere diventato un piccolo caso nelle nicchie della rete, l’etichetta americana Numero Group, specializzata in ristampe di intrigante musica smarrita, ne ristamperà una versione in vinile intitolata Summer 2000. Verranno poi campionate nella fortunata hit da club Summer 2000 Baby di George Clanton e TV Girl. Pare che Charli XCX e Matt Haley dei 1975 ne siano grandi fan.
Ora, a 25 anni di distanza, Ayden, Jessica, Janet e Mary si sono riunite a Los Angeles per un party in tema Y2K in cui hanno lanciato la versione anniversary del disco. Oggi Ayden è attrice, Jessica project manager, Janet pittrice, Mary poetessa. Ma negli ultimi anni la loro vita è tornata a girare (anche) attorno alla musica. Stanno persino registrando nuova musica insieme, con la stessa attitudine caotica di allora, ma questa volta senza paura di sembrare ridicole. Quello che faranno, alla fine, importa poco; Stardust rimarrà un capolavoro di weird pop elettronico unico nel suo genere.








