Ecco quello che c’è dentro il “libro di compleanno” di Jeffrey Epstein | Rolling Stone Italia
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Ecco quello che c’è dentro il “libro di compleanno” di Jeffrey Epstein

Biglietti d'auguri, bozzetti, foto hot e numerosi riferimenti alle inclinazione sessuali di Epstein, comprese quelle verso le minorenni. E sì, la lettera di Donald Trump c'è

(da USA) Jeffrey epstein ghislaine maxwell

Ghislaine Maxwell e Jeffrey Epstein a Mar-a-Lago nel 2000

Foto: Davidoff Studios/Getty Images

Per anni, politici e opinione pubblica americana hanno chiesto a gran voce maggiore trasparenza sulle attività e i legami del defunto pedofilo Jeffrey Epstein, che si circondava di amici potenti e famosi mentre, con l’aiuto della sua complice oggi in carcere, Ghislaine Maxwell, trafficava centinaia di giovani donne e ragazze costringendole a rapporti sessuali. Eppure, i documenti provenienti da una vasta serie di procedimenti giudiziari e dall’enorme mole di materiali dell’FBI legati alle indagini su Epstein — conosciuti informalmente come gli “Epstein Files” — non sono ancora stati resi pubblici.

Lunedì, però, la Commissione di Controllo della Camera dei Rappresentanti ha diffuso alcuni documenti messi a disposizione dall’eredità di Epstein, tra cui i termini dell’accordo di non incriminazione del 2007 — il cosiddetto “sweetheart deal” che all’epoca permise a Epstein di evitare le accuse federali — e il suo ultimo testamento. La vera rivelazione, però, è stato un album di compleanno che Maxwell aveva realizzato per i 50 anni di Epstein: pieno di scarabocchi, poesie, foto e lettere di persone della sua cerchia. Tra queste, una firmata da Donald Trump, che avrebbe contribuito con un disegno astratto di una donna nuda e un dialogo immaginario tra i due uomini che si concludeva con la frase: «Buon compleanno — e che ogni giorno sia un altro meraviglioso segreto». Trump e la Casa Bianca avevano negato l’esistenza di quella lettera quando la notizia fu riportata per la prima volta dal Wall Street Journal a luglio; ora sostengono che la lettera stessa sia un falso.

Gli anni di stretta frequentazione tra l’allora tycoon e Jeffrey Epstein, prima della rottura avvenuta a metà anni Duemila (il libro di compleanno risale infatti al 2003), sono tornati sotto i riflettori durante il suo secondo mandato. A contribuire, il fatto che la base MAGA si sia fatta particolarmente insistente nel chiedere piena trasparenza da parte del governo sul caso Epstein, convinta che ciò possa danneggiare soprattutto i Democratici più in vista e le élite di Hollywood, non Trump. La mossa, però, si è in gran parte rivoltata contro: Trump ha cercato ripetutamente di archiviare la questione Epstein e convincere i suoi sostenitori che sia un capitolo chiuso, mentre continuano a emergere nuovi dettagli sulla sua amicizia con il finanziere.

Il libro si apre con un’introduzione firmata da Maxwell ed è organizzato per categorie di parenti e conoscenti. Parte con la sezione “Famiglia”, che raccoglie i ricordi dei genitori e del fratello di Epstein, Mark. Seguono le lettere di chi lo aveva conosciuto quando cresceva a Sea Gate, comunità privata di Coney Island, Brooklyn, negli anni Cinquanta e Sessanta. In una parte manoscritta e anonima, un amico di Brooklyn ricorda di lui, Epstein, l’amico Warren Eisenstein e Mark Epstein intenti a rimorchiare ragazze sulla spiaggia per poi portarle su una barca, dove, stando al racconto, l’autore avrebbe tirato fuori un coltello intimando loro di spogliarsi del costume da bagno. Lo stesso autore si descrive a letto con Epstein «a scopare delle ragazze» mentre quest’ultimo gli «ficcava penicillina in gola». Più avanti, racconta di essere uscito con Epstein e «due ragazzine molto giovani, probabilmente appena diciassettenni». La lettera successiva, dattiloscritta e firmata da un certo “Johnny Boy Kafka”, descrive in termini estremamente espliciti il concepimento di Epstein da parte dei genitori.

C’è poi una sezione intitolata Children. Comprende un breve racconto, scritto con quella che sembra la grafia di un bambino, su un personaggio chiamato “Zio F” che cerca di usare il bagno per defecare ma finisce per farla sul pavimento. Le pagine successive includono un disegno infantile di un matrimonio e fotografie oscurate di bambini piccoli a letto, al pianoforte o evidentemente in posa per la macchina fotografica, con didascalie che sembrano scritte da Maxwell. Epstein non risultava avere figli, anche se avrebbe parlato di un piano per mettere incinta più donne nel suo ranch in New Mexico, con l’obiettivo di diffondere il proprio DNA e “seminare” la razza umana.

Il capitolo “Friends” del libro di compleanno, che include la lettera che Trump nega di aver scritto, è forse il più inquietante. Si apre con una foto che sembra ritrarre Epstein e un altro uomo con maschere incappucciate, e un testo che recita in parte: «Jeffrey rivelò il suo piano. Per alcuni poteva sembrare uno schema per arricchirsi in fretta, ma per me era puro genio: il nome del piano era Rubare e Uccidere. La prima vittima, da aggredire e saccheggiare brutalmente (avrebbe voluto di più?) sulla passerella di Venice Beach. In pieno giorno. I malvagi ladri non furono mai catturati».

Un’altra lettera si rivolge a Epstein come “Degenerato Uno” ed è firmata “Degenerato II.” Alan Dershowitz, il celebre avvocato che in passato fu cliente di Epstein, contribuì con una finta copertina di Vanity Fair, ritoccata come Vanity Unfair, con titoli fasulli che ipotizzavano che Epstein fosse Jack lo Squartatore e che avesse finanziato il gruppo terroristico Al Qaeda. Dershowitz scherzava dicendo di aver «convinto la redazione a spostare il focus» del numero «da te a Bill Clinton» (anche Clinton compare nello scrapbook, con un breve appunto scarabocchiato in cui elogia la “curiosità infantile” di Epstein).

Altri amici ripercorrevano episodi osceni e scrivevano delle «sue lussuose case che ama condividere con gli amici (gnam gnam)». Nathan Myhrvold, ex Chief Technology Officer di Microsoft, notava di non essere «preparato a commentare» lo stile di vita di Epstein «in dettaglio» e allegava invece foto di un suo recente viaggio in Africa che ritraevano zebre e leoni intenti ad accoppiarsi. Joel Pashcow, ex presidente di una società immobiliare di New York, contribuì con clip art di un aereo e donne in costume da bagno. L’illustrazione che segue raffigura Epstein in stile fumetto: nel primo riquadro, datato “1983”, è trasandato e offre palloncini a delle ragazze a una festa di compleanno. Nel secondo, datato “2003”, Epstein è ritratto mentre si rilassa in una villa sul mare, con il suo jet privato che vola sopra la scena, mentre quattro bionde quasi nude lo massaggiano; una di loro ha un tatuaggio a forma di cuore con le lettere “JE” sul fondoschiena. “Che gran Paese!” recita il testo accanto a questa immagine.

Ciò che colpisce del libro di compleanno, tuttavia, è che la presunta lettera di Trump, con le sue inquietanti allusioni e lo schizzo ammiccante, non stona affatto. Al contrario: i tre volumi dello scrapbook — oltre 200 pagine in totale — sono pieni di riferimenti velati degli amici di Epstein, di commenti diretti sulla sua insaziabile brama e sulle innumerevoli “fidanzate”, oltre che di foto oscurate che lo ritraggono con donne seminude o in abiti succinti. Non mancano i disegni che alludono ai suoi viaggi in jet privato (il Boeing 727-100, a bordo del quale avrebbe avuto rapporti sessuali con ragazze adolescenti, ribattezzato “Lolita Express”) e ai suoi comportamenti illeciti. Una raccolta di limerick scritti dal suo consulente artistico, Stuart Pivar, per esempio, osserva che Epstein, «pur combinandone di tutti i colori/quando poteva/ha evitato il penitenziario».

Arriva poi una delle due sezioni intitolate “Fidanzate”, che si apre con una lettera di un conoscente (nome oscurato). Lo scrittore afferma che negli anni Settanta Epstein «partecipava alle marce per la pace perché erano i posti migliori per rimorchiare», scherzando sul fatto che fosse «una prospettiva davvero unica sull’attivismo politico». Ci sono fotografie più intime di Epstein con donne dai volti oscurati, e diversi scatti che lo ritraggono mentre si crogiola in vasche da bagno: in uno i genitali sembrano censurati, in un altro la didascalia recita «in attesa del mio massaggio ai piedi». In un’altra foto, Epstein sembra fare acquisti in una gastronomia di lusso, con il commento: «Sei sicuro che questo farà crescere il mio “pisellino”?». Una foto di Epstein con una donna (volto oscurato) porta la didascalia: «Pensiamo che lavori per la CIA». (le voci sui legami di Epstein con i servizi segreti, pur diffuse, non sono mai state confermate in modo sostanziale). Non mancano scatti di Maxwell: in uno appare mentre parla con una donna (anch’essa oscurata), accompagnata dalla frase «ti ha promesso cosa?!!»; in un’altra immagine parzialmente censurata, lei ed Epstein appaiono nudi in piscina, con lui che la abbraccia da dietro.

Trump ricompare una seconda volta nel collage intitolato “Amici”, dove Epstein appare in una foto mentre regge un maxi assegno con il suo nome. La didascalia recita: «Jeffrey mostra i suoi primi talenti con soldi + donne! Vende [nome oscurato] “completamente ammortizzato” a Donald Trump». Nello scatto Epstein posa insieme a Pashcow, a un terzo uomo e a una donna il cui volto è censurato (lo scorso luglio Trump ha avanzato l’incredibile affermazione secondo cui lui ed Epstein si sarebbero alla fine separati perché il finanziere «gli rubava» le lavoratrici della spa del club Mar-a-Lago). Un’altra lettera includeva un’illustrazione di seni, accompagnata dalla nota «Volevo regalarti ciò che desideri», e motivi dipinti che riproducevano l’impronta di un capezzolo sulla pagina — etichettati come “tit prints” e «commissionati appositamente» dal defunto economista Henry Rosovsky.

Un successivo capitolo “Fidanzate” contiene la lettera di una donna che scrive di avere avuto la vita «cambiata per sempre» dopo essere stata assunta da Maxwell per massaggiare i piedi di Epstein, entrando così nel suo mondo. «Con te, caro Jeffrey, rido come una bambina e mi sento una donna», scrive, allegando una foto del proprio fondoschiena in costume. Un’altra donna ha inviato foto del suo seno, oscurate, insieme a un reggiseno. Una terza ha ricordato di essere andata a fare shopping con Epstein da Bloomingdale’s, dove lui le chiese se fosse vergine per poi buttarla «a terra… proprio in mezzo al reparto scarpe, e iniziare a baciarmi e solleticarmi ovunque!!». L’autrice ha incluso anche una sua foto, volto oscurato, in biancheria intima, etichettata: «In visita da te a Palm Beach… impossibile avere un secondo di privacy con te e una macchina fotografica nei paraggi ah ah!». Un’altra donna ancora scrisse di voler «tagliare» Epstein «in pezzetti grossi come teste d’uccello e masticarli tra i molari finché non avrò succhiato tutto il sangue e il succo da te». Le lettere delle presunte “Assistenti” non erano meno piccanti: come quelle delle “Fidanzate”, includevano numerosi scatti in bikini e ammiccamenti a relazioni sessuali.

Uno degli ultimi contenuti scioccanti del libro si trova nel capitolo “Business”, firmato da Elliot Wolk, che lavorava alla Bear Stearns quando Epstein era impiegato presso la banca d’investimento negli anni Settanta. «Jeffrey, ricordo a metà anni Settanta quando eri un venditore di punta delle nostre strategie fiscali agevolate e del programma di opzioni coperte», scrisse. «Io gestivo un conto per Bob Maxwell». Si trattava del magnate dei media Robert Maxwell, padre di Ghislaine. «Hai sempre avuto la capacità di conoscere tutti ed essere affascinante», aggiunse Wolk. «È stato allora che hai scoperto per la prima volta la figlia adolescente dei Maxwell…». Ufficialmente, Epstein e Maxwell non iniziarono a frequentarsi prima del 1991. Nel 1976, quando Epstein entrò in Bear Stearns, aveva poco più di vent’anni, mentre Maxwell era ancora poco più che un’adolescente.

In definitiva, sebbene il “libro di compleanno” contribuisca ad ampliare la conoscenza pubblica della vita sociale di Epstein, difficilmente porterà a nuove incriminazioni, tanto è fitto del linguaggio allusivo e dei riferimenti criptici dei vari autori. Alcuni dei contributori sono già morti, alcuni molto tempo prima che lo stesso Epstein fosse trovato impiccato nella sua cella nel 2019, in attesa di processo con l’accusa di traffico sessuale. Resta comunque un ritratto agghiacciante di potere e ricchezza, e di una cerchia aristocratica apparentemente indifferente, se non addirittura divertita, dalle inclinazioni di Epstein verso ragazze giovanissime.

I cospirazionisti MAGA continueranno a invocare la pubblicazione di una puramente ipotetica “lista dei clienti”, un elenco di persone cui Epstein avrebbe procurato minori per rapporti sessuali. Ma probabilmente questo è il punto più vicino a cui arriveranno.

Da Rolling Stone US